Tutti hanno paura, tutti ne parlano, ma una buona informazione pretende che si parta da dati concreti, certi e circostanziati, la prima domanda (che, peraltro, trovando le giuste risposte elimina molti dubbi e paure) è: quali sono i requisiti medico-scientifici per definire un caso sospetto da coronavirus. Vitadamamma prova a chiarirlo sinteticamente.
Il nuovo coronavirus 2019-nCov sta preoccupando tantissimo gli italiani con la complicità sia della rete e della velocità con cui viaggia ogni tipo di informazione, sia della poca specificità dei sintomi unita anche a questo periodo dell’anno in cui si manifestano più frequentemente forme influenzali e parainfluenzali.
Esiste dunque una grande confusione e una grande difficoltà da parte dei cittadini per capire se si è di fronte effettivamente a un caso sospetto del nuovo coronavirus o a un comune raffreddore dovuto proprio e solamente alla stagione.
Per rendere più chiara la situazione il Ministero della Salute ha emanato una circolare datata il 27 gennaio 2020, “sulla base dell’evoluzione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili” in cui nella prima sezione si definiscono tre casi a seconda della sicurezza di contagio e nella seconda si definiscono le linee guida per la diagnosi e la conferma dei casi. Questa seconda parte è rivolta soprattutto al personale medico-sanitario.
La definizione di “caso sospetto da coronavirus”.
“La definizione di caso (nello specifico caso sospetto da coronavirus, ndr.) si basa sulle informazioni attualmente disponibili e può essere rivista in base all’evoluzione della situazione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili.”
L’incipit della circolare è abbastanza chiaro: tutti gli aspetti che definiscono un caso sospetto da coronavirus sono stati definiti grazie a quello che si conosce adesso. Probabilmente in un prossimo futuro queste linee guida verranno adattate alle nuove informazioni che ogni giorno vengono scoperte dai nostri brillanti ricercatori.
Come si definisce, allo stato, un caso sospetto da coronavirus?
Un caso sospetto di contagio a causa del nuovo coronavirus è un caso di un paziente che non ha fatto nessuna indagine mirata alla ricerca del nuovo coronavirus ma che rientra in determinate e specifiche condizioni.
Le tipologie dei casi sospetti:
In particolare vengono descritte due tipologie.
Nella categoria A si definisce come caso sospetto da coronavirus quello di una persona che manifesta un’infezione respiratoria acuta grave, con tosse, febbre e che ha richiesto il ricovero in ospedale e “senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica“, cioè senza che se ne comprenda la causa.
A questa condizione se ne deve aggiungere necessariamente anche una delle successive:
– storia di viaggi o residenza in aree a rischio della Cina, nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia;
– il paziente è un operatore sanitario che ha lavorato in un ambiente dove si stanno curando pazienti con infezioni respiratorie acute gravi ad eziologia sconosciuta.
La seconda tipologia per essere considerato caso sospetto di coronavirus riguarda le persone che presentano una malattia respiratoria acuta a cui si aggiunge una delle seguenti condizioni:
– contatto stretto con un caso probabile o confermato di infezione da nuovo coronavirus nei 14 giorni precedenti a comparsa dei sintomi;
– oppure ha visitato o ha lavorato in un mercato di animali vivi a Wuhan, provincia di Hubei, Cina, nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia;
– oppure, nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi, ha lavorato o frequentato una struttura sanitaria dove sono stati ricoverati pazienti con infezione causata dal nuovo coronavirus.
Il contatto stretto nel caso sospetto di nuovo coronavirus.
In calce alla circolare, come nota, è esplicato cosa si intende per “contatto stretto”.
Questo può essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni sia prima che dopo la manifestazione dei primi sintomi.
Si considera contatto stretto in primo luogo l’esposizione dovuta ad assistenza sanitaria, compresa assistenza diretta a pazienti affetti dal nuovo coronavirus, lavorare con operatori sanitari infettati dal virus, oppure visitare pazienti o permanere nello stesso ambiente di un paziente affetto da coronavirus.
È considerato stretto contatto anche lavorare o condividere lo stesso ambiente con un paziente affetto dal nuovo coronavirus. Così come vivere nella stessa casa oppure viaggiare con una persona infetta, con qualsiasi mezzo di trasporto.
Le classificazioni successive dei casi da nuovi coronavirus.
Dopo la prima classificazione di caso sospetto da nuovo coronavirus, è stata data anche la definizione di “caso probabile” e “caso confermato”. Queste tipologie sono strettamente legate agli esiti e ai risultati degli esami diagnostici e sono prettamente tecniche.
Un caso sospetto di nuovo coronavirus diventa probabile se i risultati degli esami diagnostici sono dubbi, cioè quando non danno un risultato negativo, ma neanche positivo. Questo comporta che è necessario rifare gli esami.
Quando invece i risultati sono positivi e confermano senza ombra di dubbio la presenza del virus si classifica come caso confermato, indipendentemente dai segni e dai sintomi clinici.