La sua immagine sta facendo il giro del mondo, è un vigile del fuoco di Valona (Albania) intervenuto in soccorso dei sopravvissuti sin dai primi momenti dopo il sisma.
Quest’uomo non è ritratto con le mani nude tra i calcinacci e la polvere, ma si percepisce chiaramente quanta terra abbia scavato e quante polveri abbia inalato; non lo si vede strappare alla morte vite umane, ma si intuisce il suo strazio; non porta con sé la fierezza di chi è stato salvatore ma si realizza subito quanto gli sia pesata la fatica, sulle spalle come sul cuore.
Il vigile del fuoco di Valona: questa è l’immagine di un eroe.
La foto è stata scattata durante l’estenuante servizio, quando, dopo interminabili ore di fatica compiute senza mai fermarsi, i medici dell’emergenza sanitaria nazionale hanno costretto il vigile a sdraiarsi un momento su una barella per ossigenarsi. L’uomo, però, di lì a qualche istante ha rifiutato la mascherina dell’ossigeno ed è tornato a scavare tra le rovine in cerca di vite e di salvezza. Intanto il bilancio dei morti è salito a 24.
Il vigile del fuoco di Valona, intervenuto precisamente tra le rovine di Thuman, si chiama Luan Kapaj ed è un eroe. Così lo ha definito lo stesso primo ministro greco.
Immagini come questa, l’impressione umana di un eroe nascosto tra le macerie, un combattente speranzoso e tenace, devono farci riflettere.
Dobbiamo soffermarci sulla tenacia e sul convincimento che certi uomini e lavoratori mettono nell’affrontare le avversità ponendosi l’obiettivo del bene comune come primario, anche a discapito della propria incolumità.