“Quando un giorno l’abbiamo portata al parco per fare una passeggiata, i bambini più grandi l’hanno chiamata scimmia pelosa, nonostante sia ancora piccola, lei capisce già tutto.” E’ con queste parole che la mamma di un piccolo “lupo mannaro” racconta al mondo l’esito ultimo della condizione di sua figlia: la bimba, 2 anni e 2 mesi di vita, è incorsa in una condizione di ipertricosi (aumento della pelosità) causata da uno scambio di farmaci.
Scambio di farmaci e ipertricosi, i media titolano: “bambini lupo mannaro”, ma la sindrome genetica non c’entra.
I fatti sono accaduti in Spagna e coinvolgono 17 i bambini.
La patologia che affligge questa bambina (e gli altri 16 come lei) non è dipesa da una predisposizione del suo corpo, la crescita dei capelli sul viso e di una fitta e lunga peluria sul corpo è stata causata dell’errata composizione di uno sciroppo anti-reflusso.
Nello sciroppo, assunto dietro prescrizione medica, uno scambio di farmaci per cui più lotti, mal composti dalla ditta farmaceutica, contenevano minoxidil (farmaco per la cura dell’alopecia) invece avrebbero dovuto contenere omeprazolo (medicinale anti-reflusso).
L’alopecia è per definizione la mancanza di capelli o di altri peli, circoscritta a particolari zone del corpo oppure diffusa; da un punto di vista clinico può accompagnarsi ad atrofia o a distruzione del follicolo pilifero. Pertanto i medicinali contro l’alopecia potenziano i bulbi piliferi e massimizzano la crescita di capelli e peli. Il risultato su questa bambina (come su tutti gli altri bimbi coinvolti) è visibile.
La mamma ha messo la piccola a confronto col padre, la schiena dell’uomo dimostra che nemmeno in linea maschile la famiglia di origine è pelosa, eppure la bimba è ricoperta di una visibile e scura peluria.
Scambio di farmaci e aumento della crescita dei peli sul corpo di 17 bambini: questa condizione di diffusa pelosità è transitoria o definitiva?
I medici non possono stabilire se la crescita dei peli rientrerà gradatamente quando il corpo avrà smaltito l’effetto del medicinale, sulla stampa internazionale (fonte anche delle immagini a corredo del testo) c’è già chi avanza l’ipotesi di un intervento complessivo di laser terapia per debellare i bulbi impropriamente potenziati. Tuttavia il laser ha tempi e modi d’uso specifici e non è consigliabile adoperarlo il età pre-puberale.
“Una volta interrotto l’assunzione del farmaco ci si può aspettare un’inversione spontanea dell’ipertricosi“, ha precisato l’Agenzia per il farmaco spagnola (Aemps), ma non è detto che questo accada. La bambina immortalata nelle immagini a corredo di questo testo ha interrotto l’assunzione dello sciroppo tre mesi e mezzo prima che fossero scattate queste foto.
Lo scambio di farmaci all’interno dello sciroppo anti-reflusso ha ingenerato nei pazienti che lo hanno assunto ipertricosi, cioè un esponenziale aumento dei peli sul corpo. I bambini appaiono come piccoli lupi mannari o mini scimmie, non senza un gravoso risvolto sociale e psicologico.
L’ipertricosi di questa bambina ha incominciato ad essere visibile appena sotto i due anni di vita: lo scorso aprile sembrava che i capelli le stessero crescendo anche sul viso, poi l’esplosione della peluria sul copro.
“Il medico ci ha chiesto se c’era qualcuno in famiglia che fosse molto peloso, ma abbiamo risposto di no. Mio marito, come si vede nella foto, non ha un pelo sulla schiena“, ha raccontato la mamma.
Il caso di questa bimba è stato tra i primi registrati in Spagna (e il fenomeno è, appunto, circoscritto all’area spagnola ove opera la ditta farmaceutica responsabile della composizione dello sciroppo), tra i 17 bambini coinvolti, 14 sono sotto l’anno di vita, tra loro anche bambini con sintomatologie cutanee e gastrointestinali: “Nostro figlio aveva consumato due flaconi di sciroppo. Dopo essersi coperto di peli, ha sofferto di eczemi e forti dolori di stomaco. È molto provato”, racconta un’altra mamma.
Le autorità assicurano che sono stati ritirati dal mercato tutti i flaconi di sciroppo coinvolti nello scambio di medicinali.
Gli effetti collaterali registrati su 17 piccoli pazienti interessano solo i bambini e non gli adulti poiché lo sciroppo è una formula pediatrica. Infatti lo stesso medicinale anti-reflusso esiste in capsule da adulti e queste non sono state oggetto di alcun errore di composizione. Per i bambini non è adatta la capsula, somministrata agli adulti, ai piccoli è destinata solo una formula in sciroppo, il preparato farmaceutico è consumato secondo le dosi indicate dal pediatra, pertanto non tutti i bimbi coinvolti ne hanno assunto le medesime quantità.
Dopo l’analisi di diversi campioni, un primo allarme farmaceutico è stato diffuso l’11 luglio scorso.
Sebbene i lotti incriminati sono stati ritirati dal mercato, notizie come questa devono valere ad evitare che l’errore umano incida ancora sulla vita dei bambini. Chi ha sbagliato non potrà mai risarcire un simile danno emotivo, eppure solo una pena esemplare può valere da monito.