Hoss Wayne Benahm aveva un anno quando morì per le torture e le sevizie ricevute.
La sua morte si è consumata proprio nel luogo in cui avrebbe dovuto ottenere protezione e cura, cioè in casa, e i suoi aguzzini sono stati proprio coloro che avrebbero dovuto amarlo, cioè la mamma e il patrigno.
Al momento del ricovero in ospedale, la mamma dichiarò che il bimbo era rimasto vittima di un incidente in acqua rischiando di annegare mentre faceva il bagnetto. Il corpo del piccolo, però, raccontava una storia diversa e i medici si trovarono ad avere a che fare con qualcosa che progrediva da tempo: echimosi, lacerazioni, ferite, ematomi disegnavano un quadro clinico cagionato da più episodi di efferata violenza.
Com’è morto il piccolo Hoss Wayne Benahm, i fatti.
Dopo la morte del figlio e col peso dell’incriminazione sulle spalle, fu la stessa mamma a rivisitare la teoria dell’incidente nel bagnetto dichiarando che “Jeff (il compagno della mamma, ndr.) stava facendo un bagno al piccolo Hoss” quando lei entrando lo vide trattenere il bambino sott’acqua per 20-25 secondi. Non avrebbe, però, voluto ucciderlo e, a discapito dell’apparenza, Jeff con quel gesto “stava insegnando a Hoss come galleggiare e come trattenere il respiro”.
Ovviamente questa ricostruzione dei fatti non è mai stata plausibile: Hoss Wayne Benahm è morto a 12 mesi, età in cui né si trattiene un bebè sott’acqua né si può credere di spiegargli come galleggiare e andare in apnea in una vaschetta per il bagnetto.
Hoss Wayne Benahm aveva il corpo segnato 89 volte: cicatrici, ferite, ecchimosi e lesioni hanno svelato l’orrore.
Il referto autoptico ha riscontrato:
- 38 ferite nell’area testa – collo probabilmente tutte cagionate da un trauma da oggetto contundente, il cranio del bambino presentava più fratture;
- 4 ferite nella zona degli occhi;
- 19 ferite sono state trovate su braccia e gambe;
- le restanti lesioni erano concentrate nell’area genitale ad indicare l’orrore dell’abuso.
Hoss Wayne Benahm è morto in Alabama l’11 marzo 2014, oggi si torna a parlare di lui perché l’audizione decisiva del patrigno dinnanzi al tribunale che deve giudicarlo era prevista per la fine di questo mese ed è stata rinviata a settembre.
Sia il patrigno che la mamma rischiano la pena di morte, secondo la legge di Stato vigente nel loro paese, il processo in corso è teso, infatti, a stabilire in modo definitivo le loro responsabilità rispetto alla morte del piccolo.
Hoss Wayne Benahmè stato torturato e ucciso.
Le accuse sono pesantissime, la mamma della piccola vittima e il patrigno sono chiamati a rispondere di omicidio e tortura aggravati dagli abusi.
Al momento dell’arresto entrambi risultarono positivi ai test per farmaci e droghe, erano imbottiti di anfetamine e metanfetamine.
Hoss Wayne Benahm è morto tra atroci sofferenze, questo quanto emerso dai referti autoptici:
“Le sue ultime 36 ore sono state trascorse nell’orrore e nel dolore.“