Ettore Weber non era solo il nome di un domatore, destinato a rimanere alla storia come il domatore morto nella gabbia delle tigri, quest’uomo era un professionista del circo che da ben quindi anni viveva la sua quotidianità proprio insieme a quegli animali tra i quali è morto.
Il domatore morto nella gabbia delle tigri il 4 luglio scorso non sarebbe vittima dei suoi felini, bensì sarebbe finito in terra esanime per un incidente che fatalmente se lo è portato via in pochissimi minuti. Lo dicono i testimoni oculari e i referti autoptici.
I fatti relativi alla morte di Ettore Weber sono distanti dai racconti della stampa e scagionerebbero completamente le tigri
Il racconto dettagliato di ciò che è veramente accaduto nella gabbia è stato diffuso da Marina Monti, titolare del circo dove si esibiva Ettore Weber e testimone oculare della sua morte: “Vi racconto cos’è davvero successo quella sera nella gabbia delle tigri. La storia raccontata dai giornali è totalmente diversa dalla realtà. Le uniche persone che possono sapere realmente come sono andati i fatti sono quelle che erano presenti.”
La Monti fornisce una versione molto diversa da quella diffusa dalla stampa.
Per correttezza verso gli utenti che ci leggono va ammesso che la versione dell’ “aggressione” è la medesima che VitadaMamma aveva riportato facendo riferimento a fonti giornalistiche accreditate, ovviamente ci impegniamo con questo scritto a dare medesimo risalto alla versione riportata dalla titolare del circo e sostenuta dai familiari.
Il quadro che Marina Monti presenta merita la stessa attenzione data dalla stampa nazionale all’ “aggressione delle tigri”. Nello specifico qui si dà rilievo alla dinamica della morte del domatore:
la causa della morte e il tempo brevissimo in cui è spirato già da soli dimostrerebbero l’innocenza delle tigri, anzi la reazione degli animali attesterebbe un rapporto empatico tra il domatore e le sue tigri.
Ciò detto, è palese che nessuna versione toglie nulla alla personale posizione circa la presenza o meno di animali nel circo, semplicemente è giusto che emergano i fatti per come si sono svolti senza lasciare spazio a strumentalizzazioni di nessun tipo.
Domatore morto nella gabbia delle tigri: la versione dei testimoni oculari
Ettore Weber è entrato in gabbia poco dopo le 20.00, aveva qualche dubbio su quell’allenamento poiché “Era una giornata nuvolosa, sembrava che dovesse cominciare un po’ a piovere, quindi non era molto convinto di cominciare l’allenamento -afferma Marina Monti dinnanzi alla stampa-. Perché lui si allenava tutti i giorni, alle 20 di sera lui faceva entrare gli animali in gabbia e li faceva giusto sgranchire un pochettino, li faceva correre, li faceva saltare, queste erano le sue prove. Non erano animali nuovi, come è stato scritto, erano animali che lui aveva da oltre quindici anni, neanche uno dei suoi animali era nuovo, ed erano tutti animali che già facevano il loro numero, non stava provando niente di nuovo”.
Il domatore morto nella gabbia delle tigri non è stato ucciso dal branco
“Lui era appena entrato in gabbia, quando è entrata la seconda tigre lui si è girato per andare a recuperare la prima per posizionarla sul suo sgabello dal quale era scesa. La seconda tigre, durante lo spettacolo, solitamente al passaggio del domatore allungava la zampa, una cosa che faceva abitualmente e che Weber sapeva, perché lui teneva molto al fatto di far sapere che non erano tigri sedate quindi durante lo spettacolo le faceva molto muovere, non le teneva sempre ferme. La seconda tigre dunque, trovandosi sul suo sgabello, quindi in posizione da spettacolo, e vedendo passare il signor Weber, ha allungato ancora la zampa come previsto dalla sua parte nello show, purtroppo Weber si è trovato di spalle ed era troppo vicino alla tigre, quindi con quel gesto naturale, che faceva sempre, l’ha colpito alla giugulare”.
Secondo la ricostruzione della testimone oculare, Ettore Weber sarebbe stato ucciso da un graffio accidentalmente sferrato alla sua giugulare. Ma il gesto della tigre era “scenico”, fatale solo la posizione del domatore.
Sarebbe bastato essere poco più distanti o poco più alti per non morire.
“Purtroppo è stata una fatalità, dovuta al fatto che si trovava di spalle, e lui è morto subito, dopo la zampata è caduto per terra.”
Il domatore è morto nel giro di 2/3 secondi, non se n’è nemmeno reso conto, un dettaglio questo che risulta dai referti autoptici.
Peraltro è sbagliata la notizia che vuole le tigri accanite sul corpo, nessun felino ha sbranato e nemmeno morso il domatore. Gli animali si sono concentrati intorno a Weber vedendolo in terra ma sul cadavere non c’erano morsi, solo graffi: “Ovviamente accasciandosi a terra, davanti a quelle tigri che erano sue, che aveva da quindici anni, che accudiva lui, le altre tigri gli si sono avvicinate, lui infatti addosso non ha morsi, ha graffi”, queste le parole di Marina Monti che più di tutte hanno un peso specifico sul destino delle Tigri e sulla percezione che l’opinione pubblica ha avuto dell’incidente.
L’incidente, per quanto tragico, si è consumato velocemente: “Il fatto è durato al massimo 6/7 minuti – riferisce marina Monti – c’ho parlato (CON weber, ndr) alle 20:05 e alle 20:15 era già finito tutto. Il corpo del signor Weber era già fuori dalla gabbia, le tigri già in sicurezza sul loro carro”.
Per completezza di informazione va detto che la moglie di Weber e i responsabili del circo si stanno spendendo nella convinzione che gli animali non abbiano nessuna correlazione responsabile con questa tragedia.