L’origine delle zeppole di San Giuseppe può rintracciarsi nella tradizione dolciaria meridionale, la leggenda, invece, nella narrazione di un episodio dell’infanzia di Cristo.
Le zeppole sono il tipico dolce napoletano fritto o sfornato per il 19 Marzo, ovvero per la festa del papà. Si tratta di un guscio di pasta bignè, chiamata zeppola, fritta o cotta in forno e riempita di crema pasticcera densa, dolce e profumata; sulla cima della zeppola viene appoggiata un’amarena o una ciliegia sotto spirito, una nota di colore che conferisce al dolce anche un tocco aspro in fatto di sapore equilibrandone perfettamente il gusto.
Gli ingredienti base della zeppola sono semplici: la farina, lo zucchero, le uova, il burro e l’olio d’oliva. Questa semplicità diventa specialità quando il dolce assume come ingrediente aggiunto il legame alla festa sentimentale di San Giuseppe.
Secondo la più antica tradizione, la leggenda delle zeppole di San Giuseppe verrebbe riportata proprio a una novella che rintraccia la vita del Santo in un racconto toccante che coinvolge Gesù ancora bambino.
La leggenda delle zeppole di San Giuseppe e la novella dell’infanzia di Gesù
Si narra che mentre San Giuseppe lavorava nella sua falegnameria, Gesù, ancora bambino, giocava con i trucioli di legno che il lavoro del padre lasciava cadere in terra. Una sera, al tramontare del sole, un mendicante, un vecchietto dagli abiti laceri e il volto scarno, si affacciò nella bottega chiedendo un tozzo di pane.
Giuseppe lo accolse: “ Vieni, entra e riposati un poco“, esclamò il falegname aiutando l’uomo a sedersi su uno sgabello e porgendogli dell’acqua per dissetarlo.
Giuseppe si intristì poiché non aveva nulla per sfamare quel povero mendicante; lui stesso, insieme a suo figlio, attendeva Maria, la donna era uscita alla ricerca di un po’ di farina.
“Purtroppo non ho del pane da darti “, disse Giuseppe rivolgendosi dolcemente al mendicante.
Per quanto invitato a rimanere per attendere il ritorno di Maria e sfamarsi con la famiglia, il vecchietto si alzò con fatica dallo sgabello e fece per lasciare la bottega ringraziando il falegname per la gentilezza.
Sui gradini si fermò un attimo ad accarezzare Gesù che continuava a giocare con i trucioli, il piccino alzò gli occhi e sorrise.
Giuseppe guardò il vecchietto allontanarsi, carico di tristezza rivolse lo sguardo a Gesù non appena ebbe perso l’uomo dal suo campo visivo e fu proprio in quel momento che i pezzetti di legno con cui armeggiava divennero piccoli pani dolci a forma di ciambelle dalla superficie irregolare.
– Gesù! – affermò Giuseppe esterrefatto – Non sarà lontano quel povero vecchio, bisogna raggiungerlo!
Così Gesù, senza lasciare che il papà lo dicesse due volte, raccolse i pani e corse veloce nella direzione presa dal mendicante.
La novella è ricollegata alle zeppole per l’aspetto delle ciambelle che presentano una superficie irregolare, ma sopratutto per l’ingrediente dell’amore: ciascuno viene sfamato dall’amore del padre e il cibo che Dio ci porge è dolce e rassicurante.
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