Marco Simoncelli è morto. Non c’è più. I suoi ultimi istanti di vita, ripresi in diretta, hanno sconvolto tutti, anche chi non lo conosceva personalmente.
La morte è sempre brutta, ma certe morti turbano profondamente:
una moto che scivola, un casco che rotola, due moto amiche che a grandissima velocità gli attraversano il corpo e gli segnano il collo, un corpo immobile che giace sulla pista.
È morto così Super Sic, mentre faceva quello che fin da piccolo aveva sognato: correre con una moto su un circuito di MotoGP, ma correre forte, ebbro di eccitazione, sfidando se stesso, sfidando la morte, per vincere, per inseguire i suoi sogni, per salire su un podio.
C’era tanta gente, ieri, ai funerali di Marco. Gli amici, i parenti, coloro che lo conoscevano davvero.
Ma c’eravamo anche noi, che Marco non lo abbiamo mai conosciuto veramente. Eppure eravamo presenti, ma non solo con il nostro pensiero, c’eravamo “fisicamente”.
La diretta tv dei suoi funerali ci ha permesso di esserci, di “toccare” quella bara grigia che contiene il suo corpo, le sue vittorie, le nostre domeniche trascorse insieme a lui a correre con lui, a gioire insieme a lui, a sorridere insieme a lui.
Ma noi Marco non lo conoscevamo davvero. Per noi lui era un amico mediale, una persona “incontrata” solo in televisione o alla radio, eppure anche noi abbiamo subìto un senso di perdita talmente grande come quello che accompagna la morte di un nostro parente o di un nostro amico realmente conosciuto.
È un lutto, il nostro, carico di paradossi e di senso di impotenza.
Spesso critichiamo i media per la loro eccessiva intrusione nella vita delle persone, ma non dobbiamo dimenticare che è proprio grazie ai media se possiamo conoscere ed entrare a far parte, quasi realmente, della vita di coloro che diventano i nostri eroi, i nostri idoli, le nostre figure di riferimento, i nostri amici. Ma sono tutti “amici mediali”, appunto. Forse proprio per questo, per noi, Marco Simoncelli non morirà mai, perché gli unici mezzi attraverso i quali lo abbiamo conosciuto – la tv, la radio, i video – ci sono ancora e ancora, grazie ad essi, potremo rivederlo così come lo abbiamo visto la prima volta e le tante altre a seguire.
Ma a differenza di chi Marco lo ha conosciuto davvero noi piangiamo il rammarico per la fine di un rapporto che mai avrà la possibilità di diventare un rapporto faccia a faccia. Perché Marco Simoncelli ci piaceva, perché era un ragazzo simpatico, sorridente, grintoso e gioioso. Perché sarebbe stato davvero bello poterlo conoscere davvero.
Addio Super Sic.