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Noemi, bimba di 8 anni massacrata di botte, non sa ancora che il fratello è morto

di Federica Federico

04 Febbraio 2019

Noemi, la bimba di 8 anni massacrata di botte dal patrigno Badre Tony Essobti, è la principessa portata in salvo, sottratta alle fiamme del drago, al dolore e scampata alla morte. Eppure, malgrado abbia fatta salva la vita, lei è ancora vittima di tutto questo orrore:

 

ricoverata in codice rosso è ora fuori pericolo, ma è stata isolata in una stanzetta ad un unico letto; ha subito un piccolo intervento cautelativo all’orecchio; è tornata in sala operatoria per sistemare i punti di sutura e non ha avuto paura; è circondata da estranei amorevoli ma non può vedere nessuno, non fino all’interrogatorio.

bimba di 8 anni massacrata di botte dal patrigno

La bimba di 8 anni massacrata di botte dal patrigno non sa ancora che Giuseppe è morto.

 

Assistita da un’equipe di psicologi, Noemi vive nella sua “piccola” stanza d’ospedale piantonata dalle forze dell’ordine e non resta mai sola, con lei ci sono sempre due infermieri. Le ferite del volto guariranno e non resterà deturpata.

 

La stampa nazionale lascia trapelare un’indiscrezione che ha il sapore dell’ingenuità, ma che rivela anche come questa bambina senta il bisogno di ritrovare se stessa e il suo percorso:

Noemi avrebbe chiesto di vedere la mamma

bimba di 8 anni massacrata di botte dal patrigno Giuseppe morto

La bimba di 8 anni massacrata di botte dal patrigno non può incontrare nessun parente, nemmeno la mamma. Lo scopo del suo isolamento è evitare che i preziosi ricordi che custodisce vengano contaminati.

 

Gli psicologi stanno cercando di riportare la bambina a una sufficiente serenità emotiva per affrontare l’interrogatorio che sarà protetto.

 

Cosa si intende per interrogatorio protetto? Per il bene della bimba, Noemi sarà interrogata da una psicologa che gestirà i modi e i tempi dell’interrogazione facendo da veicolo alle domande che gli inquirenti vogliono fare alla piccola.

 

Pertanto a Noemi sarà sì chiesto di riportare fatti cruciali, ma la sua audizione avverrà nel rispetto della sua fragilità e dei suoi tempi. Non a caso non è stata ancora ascoltata.

 

“Sto tornando. Soltanto io, i bambini no
“, queste, secondo la stampa, le parole di Valentina mentre annunciava a sua mamma che stava tornando a Massa Lubrense.
Queste parole sarebbero state pronunciate da Valentina in una sintetica telefonata a sua madre:

 

quando la strage era consumata, dopo che lei era stata interrogata, mentre una delle sue figlie era in ospedale e l’altra in viaggio verso una casa famiglia, siccome Giuseppe era già cadavere. Valentina chiamava sua mamme cercando rifugio, era rimasta completamente sola.

 

Valentina è tornata a Massa Lubrense, in costiera sorrentina, è anche lei in stato di isolamento sebbene sia assediata dai giornalisti. Ha preso parte ai funerali di Giuseppe che, per volere della famiglia paterna, si sono svolti a Pompei.

 

 

Mamma Valentina ha baciato la bara bianca di suo figlio e poi ha lasciato la chiesa da un’uscita secondaria. Non sono mancate le manifestazioni di dissenso contro di lei.

 

Parte della stampa nazionale lascia trapelare di mamma Valentina un’immagine plausibile (ma, in ogni caso, difficilmente giustificabile): non sarebbe intervenuta in difesa di Giuseppe perché impietrita dallo choc.

 

Sta di fatto che il bambino è stato adagiato sul divano, presumibilmente da lei, e lì è morto, i soccorsi sono arrivati quando era già troppo tardi e peraltro non sono stati chiamati da Valentina.

 

E’ sempre la stampa a rivelare che, nel suo isolamento forzato, Noemi avrebbe chiesto:

 

Perché quell’uomo ci picchiava sempre?“, se questa indiscrezione fosse vera, è doveroso chiedersi se la bambina fa riferimento al patrigno killer e se, indirettamente, sta rivelando che le violenze in quella casa, e dinnanzi agli occhi della mamma, non erano cosa nuova?



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