Nella tradizione popolare (peraltro internazionale) si festeggiano il 31 dicembre e il 1° gennaio, sono queste le date che segnano la fine del vecchio anno e l’inizio di quello nuovo. Queste due date sono cariche di riti che si esauriscono tutti prima del 2 gennaio, a far data da 2° giorno dell’anno, infatti, le date del calendario ricominciano a scorrere ordinatamente incasellando i giorni nella metrica della vita.
Quasi nessuno dà al 2° giorno dell’anno un valore speciale, eppure potrebbe essere il giorno più determinante di tutti perché ha in sé il potenziale della svolta.
L’importanza del 2 gennaio è ideologica, non ha un valore popolare ma ne ha uno morale e profondamente personale
Il 2° giorno dell’anno è quello a partire dal quale tutti i propositi (distruttivi e costruttivi), espressi rispetto al vecchio e al nuovo anno, possono trovare concretamente avvio e incominciare ad avere luogo.
Il 2 gennaio ci si alza dal letto per ricominciare concretamente a vivere la propria storia dirigendo azioni e intenti rispetto a ciò che si intende superare del vecchio anno e, contemporaneamente, rispetto a quello che si intende edificare nell’anno nuovo. Per essere edificanti e propositivi, dal 2 gennaio in poi non basta più semplicemente la promessa di cambiare, a partire da questo giorno si deve operare per il cambiamento.
Il 2 gennaio rappresenta il primo giorno in cui si può decidere tra concretezza e abbandono
Di fatto, dal 2° giorno dell’anno (a feste chiuse) si principia un processo che può essere di cambiamento e che può durare 363 giorni (364 negli anni bisestili).
363 è un numero palindromo, rispetto alla giornata del 2 gennaio, questo numero corrisponde ai giorni comunemente mancanti alla fine dell’anno. Secondo qualcuno i numeri palindromi sarebbero fortunati, sono tali i numeri che possono essere letti indifferentemente da destra a sinistra o da sinistra a destra. Lasciando da parte credenze e ipotesi popolari, la vera fortuna del 2 gennaio è la possibilità di ri-cominciare scegliendo di migliorare se stessi.
In molti sprecano il 2 gennaio abbandonando i propositi fatti e si ricadendo nella vecchia vita, ovvero lasciando all’anno nuovo solo la differenza di un numero.