Una buona mamma è quella che col passare del tempo diventa inutile, quantomeno ciò è innegabile sotto l’aspetto interventista della maternità.
I figli non sono nostri, sono creature che doniamo al mondo perché lo invadano di sé, del proprio spirito e del proprio apporto positivo.
In questo senso, ogni madre deve crescere il proprio bambino preparando se stessa ad accettare il distacco emotivo che deve conseguire ad ogni piccolo traguardo del figlio.
Solo se la mamma (una buona mamma) è veramente pronta ad accettare la crescita graduale di suo figlio, intesa come cammino verso l’autonomia, il ragazzo o la ragazza potranno sviluppare un modus vivendi e operandi (cioè un modo di muoversi nel mondo) tanto maturo da condurre alla più completa felicità.
Un buona mamma è quella che col passare del tempo diventa inutile, perché?
Inizialmente l’intervento dalla madre sul figlio è pregnante, se non totale: il bambino dipende completamente dalla mamma (ci basti pensare al nutrimento o alla mancanza di autonomia nel movimento).
Sebbene ogni madre possa essere sostituita da un altro adulto, resta il fatto che per intimità e profondità, il rapporto mamma figlio è unico e insostituibile, anche le cure della mamma hanno un valore massimo in dolcezza e amore.
Tuttavia una buona madre prepara se stessa al distacco dal figlio perchè sa che quello che ci renderà inutili nelle cure quotidiane renderà, di contro, grandi e autonomi i nostri figli.
L’inutilità della mamma va guardata non solo sotto i più tangibili aspetti materiali della vita del bambino (allacciarsi le scarpe o imparare a camminare e a parlare, attraversare la strada o fare i compiti da solo), ad essa bisogna volgere lo sguardo tenendo conto delle sfaccettature emotive dell’esistenza dei ragazzi (adolescenti e preadolescenti).
Una buona mamma assaggia la sua inutilità quando il figlio agisce senza attraversare il filtro dei suoi consigli, del suo parere o della sua consolazione.
Quando ciò avviene nelle relazioni sociali, come nelle scelte di vita, anche se il ragazzo o la ragazza agiscono per il meglio e nella piena acclamazione dei valori che la mamma ha loro insegnato, la madre sente il distacco, percepisce la crescita emotiva del figlio e può accusare inutilità.
Una buona mamma col passare del tempo diventa inutile, ma resta faro sul mare della vita.
Se l’inutilità della madre è sinonimo di autonomia vuol dire che quella donna ha compiuto con onore, rigore e correttezza il suo lavoro di educatrice. Tuttavia la buona mamma non smetterà mai di avere un ruolo nella vita del figlio: un ruolo che da interventista diventa statico, come il faro sullo specchio del mare.
La mamma sarà sempre guida e rifugio, sarà quel faro la cui luce rischiarerà ogni notte, senza, però, che resti indispensabile chiedere luce o fermare il cammino della nave.
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