Il 12 febbraio del 2017 nasceva Chiaraluna, sana e a termine, la mamma però aveva un tasso alcolemico nel sangue superiore alla norma e stava vivendo quello che gli psichiatri hanno definito un momento dissociativo, così, “inconsapevole e triste”, prese sua figlia appena nata e la lasciò tra gli scogli di una spiaggia.
Mamma partorisce e abbandona la figlia neonata tra gli scogli al gelo: arriva la condanna per omicidio.
Sulla roccia fredda, bagnata dall’acqua gelida del mare, la neonata ha impiegato circa due ore a morire, sola e abbandonata. Si chiama Lidia R. la mamma assassina che ha lasciato che Chiaraluna morisse senza un futuro.
Chiaraluna è il nome che gli inquirenti e la stampa hanno “assegnato” a quel piccolissimo cadavere rinvenuto sulla spiaggia di Monopoli (provincia di Bari) ben tre giorni dopo il parto-omicidio.
A trovare il piccolo cadavere due turisti che passeggiavano sul litorale a “Cala Monaci”.
Mamma partorisce e abbandona la figlia neonata tra gli scogli: ad incastrare la donna fu l’acquisto di antiemorragici in una farmacia della zona.
Il processo a carico della mamma si è concluso con una condannata a 14 anni di reclusione, ma, ad onor del vero, va detto che la donna è ora agli arresti domiciliari presso una comunità di recupero. A Lei, che stava per scappare all’estero quando fu intercettata e arrestata dalle autorità, è stata riconosciuta una semi infermità mentale:
nel corso di un incidente probatorio, istituito su richiesta della difesa, la donna, 24enne, è stata sottoposta ad una perizia psichiatrica che ne ha stabilito la semi-infermità mentale.
Secondo gli esperti l’omicidio sarebbe stato il frutto di un “momento dissociativo” e la donna avrebbe agito da sola. Inizialmente era indagato per concorso in omicidio anche il compagno della mamma assassina, successivamente ne è stato escluso ogni coinvolgimento.
Mamma partorisce e abbandona la figlia neonata tra gli scogli: era diventata mamma da poche quando si è trasformata in assassina.
Giovane, estetista e pr, bellissima stando alle foto pubblicate dalla stampa (fonte foto IlMattino), Lidia ha tolto la vita a sua figlia e dopo un processo con rito abbreviato è stata condannata a 14 anni per omicidio, ma considerato il suo stato mentale, non è in carcere bensì in una comunità di recupero. Il giudice ha escluso l’aggravante dei futili motivi e ha concesso alla mamma un’ulteriore attenuante proprio in ragione del parziale vizio di mente.
A molte persone, a tante mamme che hanno cercato, voluto e fortemente combattuto per la maternità, questa sentenza potrà sembrare “ingiusta”: 14 anni contro una vita mancata, per di più interrotta con brutalità. La bambina è morta sola e di stenti, per il freddo e complice l’acqua gelata che certemante la bagnava, forse è morta anche nella paura perché, malgrado sia stata solo una neonata appena venuta alla luce, è indubbio che abbia provato sconforto e terrore.
Senza entrare nel merito della condanna, storie come questa dovrebbero suggerirci di guardare oltre il nostro benessere, i confini piccoli dei nostri orticelli; storie come questa dovrebbero spingerci a osservare il mondo che si muove intorno e, ove necessario, a denunciare se non prima ad aiutare.
Le immagini di copertina, nonché il neonato presente nell’immagine social sono foto di repertorio, pertanto nessun neonato quei raffigurato è Chiaraluna – fonte immagini direpertorio 123RF con licenza d’uso.