Marco Simoncelli, morto Super Sic vive un mito gioioso e positivo
<<Bandiera rossa … Bandiera rossa sul circuito della Malesia>>, queste le prime parole della tragedia sportiva che ‘ha portato via’ SuperSic: Marco Simoncelli. Guido Meda le ha pronunciate dinnanzi alle primissime immagini del drammatico incidente che ha coinvolto il giovane pilota, caduto in gara e spirato lì sull’asfalto del circuito, sulla moto che ha amato e vissuto con passione … Bandiera rossa sul circuito della Malesia ma bandiera della gioia, dei sani principi, dell’allegria e della serietà sulla morte di ‘un fiorente mito’ che se ne va lasciandoci molti messaggi positivi e la scia di un sorriso che non si può dimenticare.
Un padre straordinario ed una mamma immensamente bella, oggi ricordano il loro figliolo e scoprono che Marco era ‘l’amico caro di tutta l’Italia sportiva’. I genitori appaiono illuminati da quella stessa energia positiva che il‘Sic’ regalava al suo pubblico e negli occhi di chi lo ha amato ritroviamo la luce dei suoi occhi … è la magia del ‘Sic’ il miracolo della passione che vive sconfiggendo il limite materiale della morte.
<<Meglio 5 minuti in moto che una vita sprecata>> … parole del Sic che oggi diventano un monito rivolto a tutti noi ed ai giovani in particolare: non perdiamoci, non sprechiamo le opportunità che la vita può offrirci, godiamo della bellezza dell’esistere e delle cose piccole e vere che il quotidiano ci porta a scoprire … seguiamo le passioni … viviamo!
Aveva 24 anni il ‘Sic’ ma era veramente ‘Super’ … “Gli ho insegnato ad essere un guerriero” afferma il padre con la voce spezzata dal ricordo e dal dolore.
Supersic: voglia di vincere ma senza rinunciare al divertimento, alla gioia, al piacere di vivere la moto. Un uomo di successo che tuttavia amava i suoi luoghi di origine, viveva con i genitori ed intanto sistemava la casa – di fianco a quella paterna – ove avrebbe radicato la sua famiglia accanto alla dolce Kate, storica fidanzata. Dormiva nella piccola cameretta di sempre e teneva accanto la moto con cui aveva conquistato il suo massimo successo: il mondiale della 250.
Marco è Morto ma Deve Vivere … questo è il più bel messaggio che un genitore possa liberare dopo l’innaturale perdita di un figlio ed è, in sostanza, l’auspicio e la speranza della famiglia Simoncelli: Marco deve vivere affinché i suoi valori, concreti, reali e puliti, possano informare l’esistenza di molti, arrivando dove c’è bisogno di aiuto, sostegno e positività … perché di un sorriso come quello di Marco il mondo non smetterà mai di aver bisogno.
La madre ricorda il carattere solare e allegro di SuperSic, il suo Marco ed il nostro campione, e chiede a tutti di riservagli memorie di gioia:
“Noi lo dobbiamo mantenere vivo essendo anche noi sereni […] è stato tutto bellissimo […] noi – aggiunge, riferendosi al marito ed a se stessa come genitori di Marco – lo abbiamo solo accompagnato in quello che gli piaceva fare”.
Le madri che amano sanno quanta verità esprimano queste parole: noi genitori abbiamo il dovere di affiancare i figli e favorirli nel raggiungimento dei loro sogni, accettarne le aspirazioni e affiancarli nella ricerca della felicità … i figli, loro stessi e da soli, divengono presto padroni della vita alla quale noi, madri e padri, dobbiamo partecipare solo con rispettoso appoggio. Ed ecco che la morte di Marco, per mezzo della parole della mamma, ci lascia un ennesimo insegnamento di vita … torna ancora una volta a riecheggiare in sottofondo tra i pensieri la voce di Simoncelli che dice:
<<Meglio 5 minuti in moto che una vita sprecata>>.
“È stato tutto bellissimo – aggiunge la mamma di Marco – sono una mamma fortunata, malgrado sia andata così ” …
“È stato tutto emozionante e divertente – diciamo noi da tifosi – lo sport ha avuto la fortuna di illuminarsi della luce del Tuo astro nascente, continuerai a brillare nel firmamento delle moto e vivrai nel mito, malgrado sia andata così”…
Ieri la salma è sbarcata a Fiumicino per fare rientro a casa, lì tutti gli affetti più cari attendevano il ritorno di Marco, del papà e della fidanzata Kate. Sino all’allestimento della camera ardente, che aprirà oggi le sue porte, il feretro è rimasto in casa Simoncelli, domani l’ultimo addio.