I figli vengono al mondo per essere amati, questo assunto romantico è lontano dal dolore dell’abbandono e del rifiuto, circostanze grigie che pur fanno parte delle cose del mondo.
Vitadamamma vuole portare all’attenzione di tutti una storia speciale: quella di Alba e papà Luca Trapanese, Alba è una bimba Down partorita in ospedale senza che la mamma l’abbia riconosciuta, Luca è un single che ha fortemente voluto divenire padre.
Questa vicenda, sentimentale e vera, dimostra che l’amore può avere un reale valore anche quando una creatura venga lasciata sola, senza né madre né padre:
li chiamano orfani, ma sono solo bambini che attendono una differente coniugazione del verbo amare.
Luca Trapanese e Alba dimostrano che l’amore non è perfezione perchè è dono.
Più di qualsiasi altra azione (fatta o ricevuta), più di qualunque altra circostanza della vita, il dono è qualcosa di complesso e imperfetto:
donare è dare, prendendo tutto ciò che ne consegue, senza scartare, allontanare o selezionare nulla.
Sopratutto quando la donna è incinta, il risultato ultimo del donare umano è qualcosa di inaspettato, sconosciuto e sorprendente: quando doniamo non possiamo conoscere gli effetti delle nostre azioni, è il futuro ci svela pian piano ogni suo progetto.
Il dono della mamma, in modo speciale e particolare, sta tutto racchiuso nella pancia: la donna dona alla sua cura sè stessa, il corpo e la sua forza, la vita e le circostanze che la caratterizzeranno. Il frutto di quel dono è sconosciuto e si palesa con il parto.
La stessa magia dovrebbe interessare l’adozione, eppure non è stato così per Alba, almeno non all’inizio.
Alba è la bimba che compare nelle foto che accompagnano questo scritto, è un sorriso che emoziona e coinvolge, è solare, gioiosa, innamorata del suo papà , ha due nonne, molti zii e cresce bene.
Se questa descrizione vi sembra comune, se leggendola Alba e papà Luca Trapanese potrebbero essere definiti “del tutto normali“, allora state commettendo un errore di apparenza.
Alba è una bimba Down, alla nascita è stata lasciata in ospedale dalla sua mamma naturale che ha deciso di darle la vita con un parto in sicurezza, pur non riconoscendola.
Il parto in anonimato è stato per Alba l’occasione di nascere in ospedale, assistita e subito immessa nel circuito dell’affidamento pre adottivo.
Ben sette coppie in lista d’attesa per le adozioni hanno ricevuto la tanto sperata chiamata, quella del dono, ma, dinanzi al miracolo celato nella genitorialità, hanno deciso di rifiutare Alba e il motivo era sempre lo stesso: la sindrome di Down, la diversità, la disabilità.
La perfezione può essere un’aspettativa così fortemente compromettente da dividere l’uomo dall’amore, ma Alba e papà Luca Trapanese non hanno lasciato che questo accadesse.
Malgrado sette “NO”, Alba ha trovato il suo papà, l’incontro è avvenuto nelle pieghe della legge, proprio laddove la norma fa eccezione.
Il papà di Alba è un padre single, in passato, prima di una separazione importante, aveva pensato all’utero in affitto come canale per realizzare il sogno della paternità; qualche tempo dopo in lui è maturato un diverso desiderio e, come la legge italiana ammette, ha deciso di aprire la sua casa e il suo cuore a un’accoglienza più importante:
la legge consente ai single di accogliere bambini disabili, orfani e in speciali condizioni di bisogno.
La deroga al comune inserimento dell’orfano in un nucleo familiare composto da madre e padre trova la sua ratio nel bene supremo del minore, infatti si ammette l’adozione da parte del single laddove manchi una diversa possibilità di collocazione del bambino.
E’ toccante il racconto del modo in cui Alba e Luca sono diventati figlia e padre, basta da solo a giustificare il titolo di un libro scritto per raccontare il coraggio e l’affetto, la genitorialità e l’incondizionato appartenersi: “Nata per te”, il libro di Luca Trapanese.
“Alba mi ha reso felice“, è così che Luca Trapanese sintetizza la sua paternità. Al di là del come sia iniziata e al di là della trisomia 21, questa di Luca è una sintesi della genitorialità del tutto comune, semplice, ricorrente. Ogni padre e ogni madre, infatti, trova la propria felicità nel figlio.
In questo senso Luca Trapanese e sua figlia Alba dimostrano che i bambini nascono per essere amati! Tutto il resto è circostanza.
Quando Luca e Alba si sono incontrati lei aveva solo 7 giorni, il papà l’aveva scelta con la consapevolezza completa e piena della sua disabilità.
Nel raccontare si se stesso, Luca descrive come buona questa consapevolezza perché, a differenza di ciò che accade alle mamme incinte quando il bebè è diversamente abile, lui non ha subito il trauma della scoperta della disabilità. Luca era preparato all’accoglienza dei bisogni speciali di sua figlia.
“Un figlio disabile non è una opportunità di serie b, ma una scelta consapevole rispetto alla mia vocazione e alle mie capacità.“
E’così che Luca Trapanese dà una lezione di vita a tutti suggerendo, forse, anche qualche considerazione importante sull’accesso dei single alle adozioni.
Alba è circondata di sensibilità e amore e questo dimostra che il genere e il numero dei genitori adottanti può essere un dato relativo rispetto al valore assoluto dell’amore
Luca Trapanese trasuda di paternità:
- lo fa nel racconto della prima notte con Alba*, quando non ha voluto nessun aiuto perché quella era la prima occasione di empatia tra loro e la cura esclusiva della piccola era una dichiarazione di amore, di affidamento e di fiducia che ha voluto fare senza nessun sostegno o supporto;
- lo fa nella tenace dimostrazione della normalità di sua figlia, rimproverata, se serve, ma amata infinitamente;
- lo fa nella confessione dell’amore incondizionato delle nonne che sono figure di riferimento e guide.
Luca Trapanese è un genitore single, ma Alba ha due nonne: i conti tornato, anche se sono sentimentali più che matematici.
“Qualche tempo fa sono stato legalmente adottato da una signora che ha un figlio disabile, che ora è mio fratello. Lei ci teneva che me ne occupassi io quando sarà solo e quindi ho due mamme“, lo racconta lo stesso Luca al CorrieredelMezzogiorno.
Questa vicenda è più di un romantico ed emozionante fatto di cronaca, è una dimostrazione: Alba e Luca sovvertono il comune ordine di pensiero secondo cui un bambino, per essere pienamente amato, ha bisogno di una mamma e di un papà in versione “casa del mulino”. Contemporaneamente tutto ciò dimostra che la legge riesce ad essere persino più efficace di se stessa quando mette in pratica l’eccezione. E la sintesi potrebbe essere scontata, ma non lo è!
Traendo una morale (come si fa dalle migliori storie) si potrebbe dire che la realtà dimostra ciò che l’uomo ostinatamente vorrebbe negare: un mondo migliore dovrebbe lasciarsi ispirare dall’amore.
* Luca Trapanese, il racconto della prima notte con Alba (CorrieredelMezzogiorno – fonte di tutte le citazioni presenti in questo testo)
“La prima notte insieme l’abbiamo passata da soli, perché ho pensato che dovevo cimentarmi subito nel suo accudimento. Altrimenti avrei cercato sempre l’aiuto di amici e familiari. È andata bene ... “.