In relazione alle dinamiche familiari e all’educazione di bimbi e ragazzi, la spiaggia è un palcoscenico di eccezione: in riva al mare vanno in scena gli atteggiamenti più veri (non sempre genuini) di genitori e figli.
Qualunque sia l’impronta educativa e relazionale che i genitori danno ai figli, sotto gli ombrelloni, durante le partite di calcetto tra ragazzi e in acqua, viene fuori di che pasta sono fatte le famiglie e i bambini, e l’evidenza è praticamente immediata e totale.
Ci sono degli atteggiamenti topici, alcuni appartengono alle mamme e si trasmettono ai figli. Pertanto non è infrequente che oggetto di critiche siano gli adulti prima che i bambini.
Del resto chi diceva che i frutti non cadono lontano dagli alberi altro non faceva che osservare una situazione tipica o quantomeno ricorrente.
Cos’è che manda le mamme su tutte le furie?
Bambini fuori controllo, atteggiamenti da bulli, violenza gratuità, volgarità, invadenza. Ma tutto questo dipende dai bambini o dai genitori? La risposta è persino scontata, eppure c’è ancora chi considera il carattere dei bambini come elemento condizionante e scatenante rispetto a certi atteggiamenti. In pratica c’è ancora chi si nasconde dietro il carattere, come se questo fosse un dato di fatto giustificativo in assoluto.
Se i bambini impertinenti, scostumati, invadenti e aggressivi sono quei “soggetti pericolosi” capaci di destabilizzare il gruppo dei compagni;
agli occhi delle altre madri, le (loro) mamme distratte, strafottenti, egoiste (o semplicemente stese al sole, ignare del bisogno di controllo di cui i figli naturalmente necessitano), sono i “soggetti difficili” e più detestati.
La disattenzione delle madri è probabilmente il primo punto della (lunga) lista: “Quello che le mamme detestano delle altre mamme sulla spiaggia e al mare”.
“Sono stressatissima e mi devo rilassare un po’”;
“Sei di nuovo qui, vai a giocare con i tuoi amici”;
“Sono ragazzi lasciateli fare”;
“Devono imparare a cavarsela da soli” – sono queste alcune delle frasi tipiche delle mamme distratte.
Le peggiori? Le peggiori sono le mamme che mettono in conto anche la violenza considerando parte del processo di sviluppo anche l’atteggiamento provocatorio dei figli.
Può accadere che i bambini si azzuffino, ma se vengono sistematicamente alle mani allora c’è un problema.
Chi non ha mai osservato gruppetti allegri di amiche mamme intente a chiacchierare a bordo piscina o in riva al mare, mentre i figli generano tsunami facendo le guerre d’acqua incuranti di qualsiasi bagnante di qualunque età oppure scorrazzano tra gli ombrelloni alzando nuvole di sabbia, lanciando palloni e facendo chiasso con una continuità snervante?
C’è sempre quel bambino che sembra non avere un suo ombrellone, una sua asciugamano, un suo materassino, un suo pranzo o una sua bottiglia d’acqua; e, rispetto a questo soggetto, c’è spesso la mamma dell’amico che letteralmente lo adotta sopperendo alle esigenze più basilari.
Lasciare i figli senza controllo non equivale a garantire loro libertà, autonomia o a stimolarne l’indipendenza, questo sia ben chiaro! Più spesso i bambini in spiaggia restano soli o soffrono di un ridotto controllo perché prevale l’esigenza dei genitori di “trovare pace”.
L’assenza di spirito critico e l’atteggiamento di protezione esasperata (che sovente corrisponde a una negazione aperta della realtà) rientrano a pieno titolo in quello che le mamme detestano delle altre mamme (non solo in estate).
Sulla spiaggia che frequento con la mia famiglia, oramai da anni, ci sono alcuni bambini che le mamme definiscono vivaci. Forse la società li definisce bulletti, litigiosi, maneschi, provocatori.
Difficilmente un bambino propenso alla violenza è un bimbo osservato, seguito o monitorato. Dalla libertà concessa dalle mamme distratte discende anche la tendenza a scegliere canali di espressione del sè non socialmente corretti, come l’intemperanza, la ritrosia alle regole, la sregolatezza. Spesso questi bimbi e ragazzino sono solo alla disperata ricerca di attenzione.
La cartina di tornasole è una: con questi bambini non funziona affatto la fatidica frase “Lo dico alla mamma”.
Se, dinnanzi ad un errore, un adulto estraneo li richiama minacciando di riferirsi alla madre e loro, semplicemente, fanno spallucce, vuol dire che non si aspettano dal genitore alcuna reazione limitativa, alcuna privazione, alcun freno.
La mamma va temuta non perché picchia o urla, ma perché è metro e guida di buona educazione. Pertanto se c’è qualcosa da dirle dovrebbe già essere palese ed evidente un errore.
Quello che le mamme detestano delle altre mamme è l’apprensione posticcia e “a scoppio ritardato”.
Per la serie … prima lasciamo che facciano ciò che vogliono, poi quando qualcuno ci avvisa che sono in 66 sul pedalò o sul gommone, mentre lontano lontano nel mare sembrano pronti ad affondare, la mamma di turno sale sullo scoglio e inizia a sbracciarsi urlando minacce.
Questi sono i momenti in cui penso: dov’eri 10 minuti fa quando tuo figlio si è lanciato sul pattino, sulla canoa o sul materassino ed è partito come Ulisse verso l’isola delle sirene???
Il mare, la spiaggia e le vacanze dovrebbero essere un momento di profonda condivisione familiare, tutti, i bambini in primo luogo, dovrebbero appartenere armoniosamente ad un unità in cui il rilassamento personale va misurato a quello dei figlie e le esigenze vanno coordinate, ovviamente anche nel rispetto della società e quindi degli altri.
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