Bode Miller, campione olimpico di sci (6 medaglie olimpiche e 4 ori mondiali per lui), ha affrontato la prova più difficile della sua vita lo scorso giugno quando sua figlia, la piccola Emy, è morta annegata.
Dopo la tragedia, la famiglia Miller aveva chiesto rispetto per il loro dolore e quindi riserbo. Oggi però a rompere il silenzio è la mamma.
La moglie di Bode Miller si espone personalmente affermandosi pronta a una lotta senza tregua affinché l’annegamento venga debitamente considerato dai genitori per tutta la sua gravità.
Nessun altro genitore dovrebbe provare il nostro dolore, dichiara la moglie di Bode Miller
E’ passato un mese da quando mamma Morgan, è Morgan Beck il nome della moglie di Bode Miller, ha perso la sua Emeline Grier, Emily. Questa madre oggi dà un senso più grande alla sua tragedia: si racconta affinché si accenda l’attenzione di tutti sulla prevenzione dell’annegamento infantile.
Prego perché nessun altro genitore al mondo debba subire questo dolore.
Emeline Grier aveva appena 19 mesi, è scivolata nella piscina del vicino a Coto de Caza, a sud di Los Angeles, è sfuggita all’osservazione degli adulti durante una festa.
La moglie di Bode Miller ha 31anni; prima di Emily è già mamma di Nash Skan, tre anni, e alla vigilia della tragedia suo marito e lei avevano annunciato di essere in attesa del terzo figlio. Bode Miller è anche genitore di Neesyn, nato dalla relazione con Chanel Johnson nel 2008, e di Samuel, frutto della relazione con la ex Sara McKenna e venuto al mondo nel 2013.
Per elaborare la morte di un figlio, prima bisogna accettare la propria rabbia.
Sono passati 37 giorni da quando ho perso la mia bambina. Prego Dio affinché nessun altro genitore possa provare questo dolore. L’annegamento è la prima causa di morte tra i bambini di età compresa tra 1 e 4 anni. Parliamo di vaccinazioni, di seggiolini per l’auto, di alimenti biologici, di corretto uso dei tablet, ma non del rischio più grande per la vita dei nostri figli … si tratta di un killer silenzioso. Bastano pochi secondi. La prevenzione e la conoscenza dei rischi possono aiutare.
- Non lasciare mai i bambini senza la supervisione di un adulto dove ci sono piscine, in prossimità del mare o di qualunque specchio d’acqua;
- far sì che il bambino che non sa nuotare goda del sostegno di braccioli o salvagente a norma e non sia mai solo in acqua;
- educare i bambini all’acquaticità e al nuoto sin dalla primissima infanzia;
- evitare che i bimbi, anche i più grandi facciano in acqua giochi pericolosi spingendosi, costringendo gli altri a permanere sott’acqua, schizzandosi violentemente, eccetera.
Questi alcuni presidi di sicurezza anti-annegamento.