La presunta amante di Salvatore Parolisi, l’altra vita oltre Melania e Vittoria; ieri la donna è stata ascoltata un’altra volta dagli inquirenti, ha raccontato la sua verità, la sua storia ed il suo amore rimanendo dinnanzi agli investigatori per ben 7 ore.
Perché i magistrati hanno ascoltato la donna ancora una volta?
Gli inquirenti che indagano sull’omicidio di Melania Rea stanno ritornando su ogni aspetto dell’indagine, approfondendo e comparando tutti i dati acquisiti sino ad ora, per farlo nel modo migliore e più completo sentono nuovamente tutti i testimoni. Chiaro è che i nuovi interrogatori beneficiano di un ampio bagaglio investigativo ed in questo senso possono essere più puntuali e circostanziati. È per questo che dinnanzi agli investigatori è tornata la mamma di Melania ed è tornato A. R. – il proprietario del chiosco di San Marco. Ieri è stata la volta della presunta amante, 7 ore di interrogatorio, 7 ore di vita ripercorsa e dettagliatamente svelata.
La donna ha sempre difeso Salvatore Parolisi – e non c’è motivo di credere che non abbia continuato a “difenderlo” anche nel corso dell’interrogatorio di ieri sul quale, tuttavia, gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo.
Riferendosi a Salvatore Parolisi, ecco cosa la giovane presunta amante dichiarò alle telecamere di ‘Quarto grado’ (trasmissione di approfondimento ed inchiesta di Rete4):
<< Mi sono sentita presa in giro ma questo non significa che (Salvatore) è un assassino …>>
Ed ieri, nel salotto televisivo della medesima trasmissione, Walter Biscotti, avvocato di Salvatore Parolisi, ribadisce esattamente il concetto espresso dalla donna:
Salvatore è un bugiardo ma ciò non significa che sia un assassino; bugie e delitto sono, cioè, due cose diverse e lontane. L’omicidio non può essere considerato un corollario naturale dei tradimenti e delle falsità del Parolisi.
Questa in sostanza è la posizione del legale rappresentante di Salvatore.
Probabilmente la nuova audizione della giovane donna mira a confermare uno dei possibili moventi:
sin dall’inizio alla presenza della presunta amante nella vita di Parolisi è stato associato l’ impulso “passionale” per il quale Salvatore avrebbe ucciso Melania pur di liberarsi dal fardello di una moglie che non amava più e intralciava la sua relazione sentimentale con la giovane soldatessa.
Ma cosa ha sempre raccontato la giovane donna?
La relazione tra Salvatore e la giovane sarebbe lunga, infatti, i due amanti avrebbero coltivato il loro rapporto per ben 2 anni.
La ragazza afferma che durante il primo anno Salvatore non lasciava intendere di voler “abbandonare” moglie e figlia, non parlava male di Melania e non pareva progettare un futuro stabile con la presunta amante.
Diversamente negli ultimi 10 mesi (quindi nel corso del secondo anno della loro relazione “clandestina”) Salvatore avrebbe deciso di lasciare Melania per intrecciare una relazione stabile con la giovane.
A riprova di ciò la scelta della coppia di “ufficializzare” il rapporto sentimentale dinnanzi ai genitori della presunta amante: pare, infatti, che la giovane e il suo bel caporalmaggiore avessero stabilito che durante le vacanze pasquali Salvatore avrebbe conosciuto i genitori di Lei.
Dunque Salvatore stava definitivamente lasciando Melania? E Melania lo sapeva?
Secondo i familiari della vittima Melania non immaginava la portata del rapporto tra il marito e la presunta amante;
secondo l’amica Imma, Melania combatteva per il suo amore e credeva di vivere in una fase di “recupero e di ripresa” del suo matrimonio e del suo rapporto con Salvatore;
secondo la giovane Melania sapeva tutto.
È certo che Melania sapesse della presunta amante. Ed è certo che le due donne si siano confrontate telefonicamente nel periodo del gennaio 2010.
Il contenuto, i toni ed i modi di questi colloqui telefonici sono, invece, dubbi.
Secondo Valentina, amica cara di Melania, il contatto telefonico tra moglie e presunta amante fu tutt’altro che sereno. In un’intervista, rilasciata alla trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto’, Valentina dichiara che Melania:
<< Chiamò la giovane per intimarle di lasciarle il marito […] minacciò di tagliarle la carriera>>.
Sino ad oggi la giovane ha smentito tale ricostruzione delle telefonate intercorse tra lei e Melania, la soldatessa, diversamente da ciò che dichiara Valentina, descrive i colloqui con la moglie di Salvatore come sereni e pacifici confronti.
Saranno emerse novità dall’interrogatorio di ieri? Questa è la domanda chiave che tutti ci poniamo dinnanzi alla notizia della rinnovata audizione della presunta amante.
Walter Biscotti, avvocato di Salvatore Parolisi, partecipando ieri alla trasmissione ‘Quarto Grado’ ha espresso la sua personalissima opinione sul lavoro della Procura e sulla scelta investigativa di risentire i testimoni, ha parlato di:
<< Riavvitarsi della Procura – testualmente ha detto – ho la sensazione che la Procura si stia avvitando su se stessa>>.
Lo scopo del lavoro investigativo sembra, invece, quello di ritornare a delineare le condizioni, le circostanze ed i retroscena del crimine avvalendosi di tutto il materiale probatorio sin ora raccolto.
L’avvocato di Parolisi ha trovato superflua la nuova audizione di A.R. – testimone chiave della difesa.
A. R. è il titolare del chiosco di San Marco, lui fu il solo a dichiarare, in un primo momento, di avere visto la famiglia Rea. In realtà dichiarò più precisamente di avere visto Salvatore e la sua bambina alle altalene in compagnia di una donna che sembrava Melania. Oggi R. “riflette”ed ammette che potrebbe essersi confuso con la settimana precedente quando la famiglia Rea trascorse alle altalene una giornata con gli amici ed i colleghi di Salvatore. Allora di fatto Melania e R. si incontrarono perché la donna praticò con un’amica il bar del chiosco.
R. ha visto la famiglia Rea – dice Walter Biscotti – ed è attendibile e chiaro nella sua deposizione, meno attendibili e chiari sarebbero, invece, gli studenti che stazionavano nella mattina del 18 aprile presso le altalene di Colle San Marco e che, muniti di materiale fotografico, sostengono di non avere mai incontrato lì, in quel giorno ed in quelle ore, la famiglia Parolisi.
ATTENZIONE a non demonizzare Salvatore per le sue bugie, afferma con forza Walter Biscotti, ribadendo la necessità di scindere le menzogne dall’omicidio.
<< Le bugie di Salvatore non sono le bugie che possono coprire un omicidio>>, queste le parole dell’avvocato Walter Biscotto, pronunciate ieri sera in televisione.
Su una cosa Biscotti ha ragione: bisogna riconoscere che l’immagine grigia di Salvatore di fatto lo penalizza agli occhi “del pubblico”. L’opinione pubblica lo condanna per le sue nefandezze di marito fedifrago e la sua brutalità sembra predisporlo ad incarnare il ruolo di assassino. Ma bugiardo non vuol dire assassino e va ricordato che ad oggi Salvatore continua a dichiararsi innocente.
Esiste un video che riprende Salvatore insieme agli inquirenti sulla scena del crimine nel giorno del 22 aprile; il girato dimostra che Parolisi mente su molti punti.
L’avvocato Biscotti invita tutti a fare ATTENZIONE all’uso improprio di tale filmato. Secondo il legale, infatti, il video verrebbe usato per presentare Salvatore come un mentitore mettendo in risalto solo le sue ombre.
Perché Salvatore non ha subito svelato agli inquirenti le sue relazioni extra coniugali? Perché non ha cercato la moglie? Perché nell’imminenza della scomparsa si è recato in Caserma anziché partecipare alle ricerche a San Marco?
Il suo legale risponde a queste domande:
– Salvatore in accordo con papà Gennaro stabilirebbe di non rivelare i tradimenti da subito (tale colloquio sarebbe avvenuto nel giorno 19 aprile) . Naturalmente il padre di Melania smentisce.
– Salvatore non cerca la moglie perché le squadre a San Marco gli avrebbero impedito di partecipare alle operazioni considerandolo di intralcio. Così sarebbe andato in caserma solo per organizzare un gruppo di ricerca autonomo, intento assai valido in quanto i militari conoscevano approfonditamente la zona.
Al momento Parolisi è detenuto per OMICIDIO VOLONTARIO aggravato dalla crudeltà, dalla minorata difesa e dal rapporto di parentela, altresì è accusato di VILIPENDIO e OCCULTAMENTO DI CADAVERE.
Si discute ancora sul movente, sulla presenza di un possibile complice, sull’arma del delitto – che di fatto non è stata rinvenuta – nonché sugli indumenti dell’assassino. I vestiti che Salvatore indossava al momento della scomparsa non sembrano portare tracce dell’omicidio.