È ormai ufficiale, sono tre donne le vittime del treno deragliato ieri mattina, giovedì 25 gennaio, alle ore 6:57 a Seggiano di Pioltello, alle porte di Milano.
Sul treno regionale 10452 di Trenord che percorreva la linea Cremona-Milano viaggiavano circa 350 passeggeri, per la maggior parte pendolari, di questi 46 sono rimasti feriti nell’incidente, 5 in modo grave ricoverati in codice rosso(codice di priorità massima) ma nessuno in pericolo di vita.
Chi erano le 3 vittime del treno deragliato.
I nomi delle 3 donne vittime del treno deragliato sono stati resi noti nella primo pomeriggio di ieri: Pierangela Tadini di 51 anni, Alessandra Pirri di 39 anni (molti giornali riportano il nome Giuseppina) e Ida Maddalena Milanesi di 61 anni.
Pierangela Tadini viveva a Misano di Gera D’Adda (BG) ma era originaria di Caravaggio, sempre in provincia di Bergamo. Non era da sola in quel tragico viaggio, insieme a lei c’era la figlia 18enne, Lucrezia, sopravvissuta all’incidente ma ricoverata in ospedale per le ferite riportate.
Mamma e figlia prendevano quel treno ogni mattina, Pierangela lavorava nell’amministrazione dell’ospedale San Giuseppe di Milano mentre la figlia andava a scuola.
“Ieri sera era qui con me, con altre amiche – racconta Marzia Beretta, amica e vicina di casa della Tadini – Ci siamo abbracciate. Quando ho saputo sono rimasta sconvolta. Era una persona molto buona e disponibile. Una donna in gamba, che stravedeva per sua figlia”.
Come detto in precedenza, tra le vittime del treno deragliato vi era la 61enne Ida Maddalena Milanesi, dirigente medico dello staff di radioterapia dell’istituto Neurologico Besta di Milano.
Laureata in medicina all’università degli studi di Milano e specializzata in radiologia, neurologia e neurologia oncologica, Ida era anche una moglie – con il marito Marco Tagliaferri, nefrologo, condivideva la passione per il lavoro – e mamma di Valentina, studentessa 22enne di Medicina, orgoglio della famiglia.
Residente a Caravaggio (BG), come riportano i giornali, la Milanesi si recava ogni giorno nel capoluogo lombardo per seguire i suoi pazienti, molti dei quali curabili ma non guaribili perché affetti da tumori cerebrali.
La sera prima dell’incidente aveva perso il treno che l’avrebbe riportata a casa, si era infatti trattenuta a lavoro per attendere i risultati delle analisi di un paziente, un atteggiamento che i colleghi hanno definito una consuetudine.
Poi era tornata a Caravaggio per poter riposare e poi prendere, il mattino seguente, il treno regionale 10452, inconsapevole che quello sarebbe stato il suo ultimo viaggio.
Vittime del treno deragliato: chi era Alessandra Pirri.
Alessandra Pirri aveva 39 anni, era diplomata in ragioneria e lavorava come contabile a Sesto San Giovanni, motivo per il quale ogni mattina prendeva il treno. Fino al 2003 ha vissuto a Cernusco sul Naviglio (MI) con i suoi genitori, poi ha seguito questi ultimi a Capralba, un paesino agricolo situato tra Bergamo e Cremona.
Aveva un rapporto molto stretto con la madre, Laura, alla quale telefonava molto spesso durante il giorno, anche mentre viaggiava. E proprio a lei ha rivolto le sue ultime parole prima di chiudere gli occhi per sempre.
“Mi ha detto mamma, il treno è deragliato, cosa devo fare? – racconta la signora Pirri – Mettiti al sicuro, buttati per terra, le ho urlato. Poi è caduta la comunicazione. La richiamavo, ma lei non rispondeva più”.
Poco dopo quella telefonata i genitori di Alessandra hanno raggiunto in auto il luogo dell’incidente, con loro la secondogenita, Jessica.
“Io pensavo che le era caduto il telefonino nell’impatto, e l’aveva perso. Quando siamo arrivati me lo hanno detto anche i Vigili del fuoco, stia tranquilla, signora, vedrà che Ale sta bene”.
Purtroppo l’epilogo è stato ben diverso, Alessandra, la loro bambina, è diventato un angelo.