Carlotta Trevisan non ce l’ha fatta, la bambina di 9 anni colpita da una malattia acuta rara (Seu) 5 mesi fa durante una vacanza si è spenta all’alba dello scorso sabato, 30 dicembre 2017.
La triste notizia è stata diffusa dal papà della piccola che ha manifestato il suo grande dolore con poche parole scritte sulla sua bacheca Facebook.
“Addio piccola mia…”.
Colpita da Seu, muore bambina di 9 anni: l’addio a Carlotta.
Da circa 5 mesi la piccola Carlotta Trevisan, residente a Fiesso d’Artico (VE), era ricoverata presso il reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Padova.
Qui era stata trasferita dopo il secondo ricovero presso il nosocomio di Dolo (VE), ossia quando i medici le hanno diagnosticato la sindrome emolitico-uremica, meglio nota come Seu, una malattia acuta rara che probabilmente aveva contratto in villeggiatura.
Si suppone infatti che la bambina sia stata colpita da Seu mentre partecipava ad una vacanza organizzata dalla sua parrocchia a Laggio di Cadore, frazione del comune Vigo di Cadore, in provincia di Belluno.
Carlotta ha iniziato a manifestare i primi sintomi a fine luglio e, a seguito di una forte dissenteria ematica, i genitori l’avevano portata al pronto soccorso dell’ospedale di Dolo dove le venne diagnosticata una gastroenterite.
Dimessa, le sue condizioni continuarono a peggiorare al punto che, il giorno successivo, fu nuovamente ricoverata ed immediatamente trasferita a Padova.
La Seu aveva ormai causato danni irreversibili al suo organismo, in particolar modo aveva colpito l’intestino, i reni ed il pancreas. I medici le hanno riscontrato anche danni cerebrali nonché la completa paralisi.
Dopo aver lottato per 5 mesi, Carlotta si è spenta all’età di 9 anni.
“Quello che il bruco chiama fine del mondo, per tutti gli altri è una magnifica farfalla”.
Questo il messaggio condiviso dalla mamma di Carlotta che, insieme al marito e al figlio, restano chiusi nel loro dolore, supportati da tutta la comunità di Fiesso d’Artico, e non solo, che daranno il loro ultimo saluto alla piccola domani, mercoledì 3 gennaio.
Seu: cos’è la sindrome emolitico-uremica.
Come riportato sul sito Epicentro, portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica curato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità (ISS), la sindrome emolitico-uremica (SEU) è una malattia acuta rara, definita “la causa più importante di insufficienza renale acuta nell’età pediatrica”.
Sono 3 i sintomi tipici di questa particolare patologia: anemia emolitica, trombocitopenia e insufficienza renale che spesso comporta il ricorso alla dialisi.
In età pediatrica, soprattutto nei primi anni di vita, la Seu può avere un decorso grave e, nei casi come quello di Carlotta, avere un esito fatale.
La Seu tipica, ossia la forma più diffusa di questa grave malattia rara, è la complicazione di un’infezione intestinale dovuta al batterio Escherichia coli (STEC) che produce una tossina chiamata vero-citotossina (VT) o Shiga-tossina (Stx).
La trasmissione di tale batterio avviene per via alimentare ma non si esclude il contatto con animali infetti, ambiente contaminato o per via oro-fecale.
La Seu atipica invece è di origine genetica e colpisce persone della stessa famiglia anche a distanza di tempo.
Ancor più rari invece sono i casi in cui tale malattia è dovuta ad un’infezione causata da Streptococcus pneumoniae.
Seu: sintomi, trasmissione e prevenzione.
Come detto in precedenza, i 3 sintomi tipici della sindrome emolitico-uremica sono anemia emolitica, trombocitopenia e insufficienza renale.
Nei casi più gravi, a tali sintomi si associano problemi neurologici (confusione, convulsioni, coma).
Le prime manifestazioni della Seu tipica, che ricordiamo è dovuta da un’infezione da (STEC), sono molto simili a quelli di una normale gastroenterite: diarrea, vomito, intenso dolore addominale e sonnolenza.
La febbre non è un sintomo caratteristico, può tuttavia essere presente ma mai superiore ai 38°C.
Secondo quanto riportato sul sito Epicentro, la trasmissione della sindrome emolitico-uremica all’uomo può avvenire:
- Attraverso l’ingestione di cibi contaminati quali carni (poco cotte), latticini (non pastorizzati), acque contaminate, ortaggi e frutta venute a contatto con deiezioni animali;
- Attraverso il diretto contatto con animali infetti (ruminanti);
- Attraverso il contatto con un ambiente contaminato, ad esempio acque di balneazione;
- Per via oro-fecale da persona a persona.
Al fine di evitare il contagio, l’ISS consiglia di:
- Cuocere adeguatamente gli alimenti destinati ai bambini evitando di proporre loro carni poco cotte, latte non pastorizzato e i derivati di quest’ultimo;
- Prestare attenzione alla contaminazione secondaria di alimenti, ossia non tagliare la carne cotta destinata ai piccoli con lo stesso coltello usato per tagliare carne poco cotta;
- Evitare il contatto con feci di animali, acque e suolo contaminati;
- Non utilizzare per scopi alimentari acque di pozzo o di serbatoio.
Se in famiglia vi sono dei casi di dissenteria, è necessario allontanare il paziente dagli altri fino alla risoluzione del problema.
Importante attenzione va data anche all’igiene personale e alla pulizia degli ambienti al fine di evitare la contaminazione e la conseguente diffusione dell’infezione.
In caso di diagnosi di infezione da STEC, causa principale della Seu tipica, il piccolo paziente deve essere immediatamente sottoposto alle cure di un medico.
Fonte: MattinoPadova – Corriere – Epicentro