Per circa 9 mesi una donna nasconde la gravidanza, partorisce in gran segreto, seppellisce il proprio bambino e continua la sua vita di sempre consapevole di vivere nella menzogna e di portarsi dietro il pesante fardello della morte.
No, non è un racconto dell’orrore bensì quanto accaduto ad una 29enne che in questi giorni è stata arrestata con l’accusa di occultamente do cadavere.
Nasconde la gravidanza, partorisce e seppellisce il figlio.
Benché tale orrenda e sconvolgente vicenda si sia conclusa solo lo scorso 2 ottobre, giorno in cui Sinead Connett, la donna che nasconde la gravidanza, è stata condannata a 12 mesi di prigione per aver nascosto il corpo esanime del proprio bambino appena nato, tutto ha avuto inizio diversi anni fa.
È il 2008 quando la Connet, residente a Grimsby, città della contea inglese del Lincolnshire, si trasferisce all’Università di Leeds dove incontra Jonathan Layfield, un ragazzo del quale si innamora, ricambiata, e con cui in seguito andrà a convivere.
Una volta laureati, i due si trasferiscono a Bedfordshire dove trovano un buon lavoro ed iniziano una nuova e felice vita insieme.
I problemi, o più esattamente la rete di menzogne che coinvolge non solo la donna che nasconde la gravidanza ma anche il suo compagno, sorgono nel luglio del 2012.
In quel periodo Layfield, che lavorava come insegnante di storia in una scuola superiore, avvia una relazione, basata sull’invio di e-mail molto esplicite, con una studentessa di 16 anni. Alcuni mesi dopo, nell’ottobre del 2013, Connett scopre di essere incinta.
La gravidanza la sconvolge, sia lei che il suo fidanzato non volevano quella gravidanza, la stessa madre di Sinead l’aveva descritta come una “donna in carriera” che non aveva interesse a formare una famiglia.
Inoltre la coppia non era sposata ed in seguito la donna rivelerà di aver avuto paura che lui la lasciasse una volta scoperto che era incinta.
A quel punto la Connett prende la sua decisione: nasconde la gravidanza ad amici, parenti e soprattutto al fidanzato.
Nel maggio del 2013 si reca ad una clinica per l’aborto situata nella zona di Grimbsy, qui le comunicano che ha ormai superato i termini di legge e che quindi non poteva sottoporsi ad alcuna procedura. Così la futura mamma nasconde la gravidanza anche nei mesi successivi.
Durante quel periodo, vi fu un unico e solo episodio durante il quale il compagno si rese conto che qualcosa in lei era cambiato.
Layfield, che in quel periodo era ancora impegnato nella sua relazione “proibita” con la studentessa, notò il “gonfiore” ed il malessere di Sinead durante il loro viaggio in Turchia. Una situazione alla quale però non diede eccessivo peso.
La Connett nasconde la gravidanza fino al 6 o 7 agosto del 2013 quando, rimasta da sola a casa, dà alla luce nel bagno del suo appartamento il suo bambino.
In seguito dirà alla polizia che il piccolo era nato già morto e che lei ha cercato di rianimarlo per circa un’ora. Una verità che nessuno è purtroppo riuscito ad appurare.
Dopo aver tenuto per circa 2 o 3 gironi il corpo esanime del suo bambino all’interno del bagagliaio della sua auto, Sinead decide di recarsi a Grimsby, suo paese natale, e di raggiungere la casa dei suoi genitori.
Qui, sapendo di essere completamente sola, ha raggiunto una zona del giardino, ha avvolto il piccolo in 3 buste e lo ha buttato in un pozzo drenante.
A quel punto la storia sembrava essersi conclusa, Sinead nasconde la gravidanza, partorisce in gran segreto, seppellisce il proprio bambino e continua la sua vita di sempre.
Tuttavia, quando tutto sembrava ormai dimenticato, emerge l’agghiacciante verità ed il castello di menzogne costruito dalla coppia inizia a crollare.
Nel marzo del 2014 la relazione proibita di Layfield viene scoperta, l’uomo viene sospeso fino a quando, nel maggio dello stesso anno, consegna le sue dimissioni. A novembre viene definitivamente proibito di insegnare perché considerato un rischio per le studentesse.
A quel punto la coppia, rimasta unita nonostante lo scandalo, si trasferisce a Hertford, capoluogo della contea dell’Hertfordshire.
Nei primi mesi del 2016, i genitori della Connett iniziano ad avere problemi con lo scarico del loro bagno, decidono così di affidarsi ad un’impresa idraulica per risolvere il problema.
Nel febbraio del 2016, nel bel mezzo dei lavori atti a rimuovere qualcosa che ostruiva lo scarico esterno, un idraulico recupera quella che sembra esser una borsa. Una volta aperta scoprono il cadavere di un neonato.
Nasconde la gravidanza: le indagini ed il processo.
In un primo momento la donna ha dichiarato che il piccolo non fosse suo ma il confronto tra le tracce di sangue trovate sull’asciugamano che avvolgeva il neonato ed il campione di DNA che la stessa ha offerto spontaneamente alla polizia è risultato positivo.
Messa alle strette, Sinead ha poi dichiarato di essere rimasta incinta in seguito ad un’aggressione da parte di un tassista che l’avrebbe violentata nell’ottobre del 2012.
Un’ulteriore bugia scoperta quando, dopo alcuni accertamenti, gli inquirenti hanno potuto constatare che la notte del presunto stupro l’imputata era invece insieme alla madre a Londra. Inoltre un successivo test del DNA aveva permesso di dimostrare che Layfiled era il padre del piccolo.
Le tante menzogne della Connett, che nasconde la gravidanza ed occulta il cadavere del suo bambino, lo stato di decomposizione del corpo ed i 3 anni trascorsi dalla nascita del piccolo non hanno permesso di determinare esattamente la causa della morte del bambino.
La donna infatti continua a sostenere che lo stesso sia nato morto, mentre un esame post-mortem ha rilevato che aveva una frattura alla testa ma, pur potendo determinare che la nascita fosse avvenuta nel terzo trimestre, non era comunque possibile definire se fosse nato vivo.
Sia la donna che l’uomo non diedero prova di sentimenti di rimorso verso quella perdita.
Al contrario, proprio quando le indagini erano ancora in corso, nel novembre del 2016 Connett e Layfield sono convolati a nozze con una cerimonia che ha coinvolto amici e parenti.
Come detto in precedenza, lo scorso 2 ottobre Connet viene accusata di occultamento di cadavere e condannata a 12 mesi di reclusione.
Nell’esporre la sentenza, rivolgendosi all’imputata, il giudice Jeremy Richardson QC dirà:
<<Tu non hai dato a quel bambino nessun dignità nella morte. Tu sei l’architetto di questa tragedia: come conseguenza del tuo comportamento veramente deplorevole hai portato miseria e vergogna su di te e la tua famiglia>>.
Fonte: Grimsby Telegraph