Chiedersi se i propri figli a scuola stanno ricevendo un’adeguata educazione è legittimo, come è legittimo pensare che, se così non fosse, secondo il proprio giudizio, si potrebbe provvedere altrimenti.
L’alternativa alla scuola istituzionalizzata c’è anche se in Italia è relativamente poco diffusa e conosciuta ed è l’homeschooling, letteralmente il “fare scuola a casa”, ciò che si definisce come educazione parentale.
Homeschooling: cos’è e perché si fa, le motivazioni dei genitori.
Questo “fare la scuola in casa” non significa necessariamente una scuola fatta da genitori che insegnano ai propri figli: è, in senso più lato, una modalità che può coinvolgere figure anche professionali impiegate presso il proprio domicilio, come un maestro privato, quello che una volta si identificava nella figura del precettore, o più in generale può coinvolgere tutta la rete famigliare che sostituisce la scuola.
I motivi che portano una coppia di genitori ad affidarsi all’homeschooling sono molteplici.
Ci può essere alla base una motivazione legata alla sfiducia nei confronti dell’istituzione scolastica, oppure si pensa che i ritmi della scuola siano poco sostenibili o non collimino con le scelte della famiglia sul piano didattico o personale.
Alcuni pensano che solo con l’homeschooling il bambino possa davvero fare “esperienza” di apprendimento, inteso non meramente come una raccolta di dati e informazioni che poi non riesce ad elaborare autonomamente.
Insomma si possono rivedere in queste motivazioni tante critiche mosse alla scuola come istituzione. Non ultimo anche la possibilità, in questo modo, di non dovere adeguarsi ad orari, attività e scadenze tipiche della scuola tradizionale, che fanno innalzare il livello di stress alle stelle secondo alcuni.
Poter modulare i programmi in base alle esigenze e alle potenzialità individuali è senz’altro un gran vantaggio.
Ci cono poi casi in cui l’homeschooling è una scelta più obbligata da esigenze di tipo medico per cui lo studente non può fisicamente recarsi presso l’edificio scolastico.
Homeschooling, come fare.
Alcune famiglie preferiscono impostare l’homeschooling in modo più classico, stabilendo comunque una tabella di marcia giornaliera; altri invece si affidano ad un insegnamento più spontaneo.
Qui in Italia questa pratica è ancora relativamente poco diffusa e risente ancora di una certa diffidenza, i genitori spesso preferiscono la scuola che certifica, la scuola che organizza, persone abilitate ad insegnare, eccetera.
Pensate che negli Stati Uniti sono circa due milioni le persone che apprendono attraverso l’homeschooling, ormai siamo alla terza generazione avviata, dunque possiamo proprio pensare che questa sia un’alternativa attuabile.
I numeri non sono stati ancora ufficializzati ma pare che il numero delle persone che fa homeschooling sia all’incirca un migliaio, con un trend in crescita.
Sul sito italiano di riferimento italiano per l’homeschooling, del Centro Scuola, si legge che più di novecento università nel mondo accettano le iscrizioni dei ragazzi educati a casa e a volte possono accedere ai corsi universitari anche prima dei loro coetanei scolarizzati.
Molti pensano che l’homechooling non sia legale.
Ci si chiede a volte se l’homeschooling si possa effettivamente praticare e sia legale: lo è a tutti gli effetti!
Secondo l’articolo 34 della Costituzione Italiana:
“L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”.
Bisogna comprendere dunque che è l’istruzione ad essere obbligatoria, ma non l’andare effettivamente a scuola.
Homeschooling, i doveri dei genitori.
Per poter ottenere un nulla osta per educare i vostri figli a casa dovete prima inviare una comunicazione scritta alla direzione didattica della scuola dove dovrebbe andare il bambino o ragazzo, con, in allegato un’autocertificazione attestante le capacità tecniche e le possibilità economiche dei genitori.
E’ meno complicato di quanto sembri, non bisogna rientrare in parametri economici fissi ma solo dimostrare con il buonsenso di poterlo fare.
Verranno fatti poi degli esami di idoneità per formalizzare la carriera scolastica dello studente. Spesso i genitori sono invitati a dei colloqui con il dirigente scolastico di competenza per verificare la presentazione di un portfolio annuale di competenze acquisite dai ragazzi.
La disponibilità e la comunicazione tra famiglia e istituzioni sono un requisito richiesto per l’homeschooling.
In caso infatti di perplessità o un percorso ambiguo, verranno fatti ulteriori controlli più formali nella tutela del minore.
Per quanto riguarda la possibilità di socializzazione anche con l’educazione domestica, anche in questo caso, si cerca di sensibilizzare i genitori verso questo ambito sottolineando come si necessario garantire la possibilità di interagire con i coetanei.
Normalmente, chi aderisce all’homeschooling vede di fatto la possibilità di far interagire il proprio figlio con la società in modo più naturale piuttosto che in un ambiente artificiale e forzato come quello di una classe scolastica, dove le interazioni sono spesso modulate da schemi e gerarchie che mal si corrispondono nella realtà.
L’educazione parentale si colloca dunque come un’alternativa praticabile che una famiglia può decidere di scegliere nel rispetto di alcune semplici regole. Fare scuola a casa non vuol dire affatto evitare il percorso didattico, bensì svolgerlo con priorità e metodologie diverse a cui è riconosciuta pari dignità.
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