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Melania Rea, Salvatore Parolisi e la sua amante Ludovica: i moventi dell’omicidio

di Federica Federico

26 Settembre 2011

Ieri, 25 settembre 2011, Domenica Cinque, il programma domenicale di intrattenimento ed approfondimento di canale5, si è soffermato sul caso di Melania Rea:

in studio, tra gli altri, Michele, il fratello della vittima.

La presenza di Michele, ancora una volta in uno studio televisivo, testimonia la fiera e incessante ricerca della verità sulla morte di Melania, ricerca che accomuna ed anima tutta la famiglia Rea.

<< In famiglia c’è un clima di speranza e attesa – dice Michele -. Vuoi la verità, la cerchi … specialmente per Vittoria che in questo momento è il primo dei nostri pensieri>>.

 

Vengono riproposte chat e telefonate, stralci di conversazioni intervenute tra Salvatore Parolisi e la presunta amante; va in video anche un intervista rilasciata dalla giovane soldatessa che ai microfoni di canale5 svela il suo dolore.

La giovane racconta di avere creduto in Salvatore e nella sincerità del suo sentimento d’amore verso di lei, confessa di avergli dato tempo per lasciare la moglie.

Stando alle parole della ragazza il caporal maggiore “aveva a cuore che Melania non soffrisse”.

Stando a ciò che emerge dalle conversazioni, ove sovente ritornano i temi del “danaro”, del “mantenimento” e dei “soldi” a cui Parolisi non voleva rinunciare, nasce, anche, il sospetto che a Salvatore interessasse trovare una soluzione “economica” per chiudere i rapporti con la moglie “spendendo” il meno possibile.

In una delle tante conversazioni tra Salvatore e la giovane, lei, scrivendo, rivela al suo presunto amante la propria frustrazione, confessa che non le importa nulla del danaro, lei avrebbe voluto solo che Salvatore lasciasse Melania.

I soldi e la presunta amante… possono essere motivi sufficienti per armare la mano di un assassino?

Nel corso dell’intervista la giovane confessa di avere sofferto tanto. E quando le viene chiesto se sia ancora innamorata di Parolisi risponde chiaramente che “non vuole domandarselo”, del caporal maggiore è stato detto tutto e quanto emerso non può certo piacere ad una giovane donna. La soldatessa sottolinea proprio gli aspetti grigi di quell’uomo in cui credeva e, pur ammettendo che i sentimenti non si cancellano in così breve tempo, fa capire che forse vorrebbe solo andare avanti. Del resto “essere considerata come il possibile movente di un delitto” non è certo una cosa semplice da metabolizzare.

La donna conclude, comunque, sottolineando che tutte le nefandezze commesse da Parolisi sono cosa diversa dall’omicidio: la presunta amante non vuole “difendere” il suo Salvatore, vuole solo sottolineare che i tradimenti non ne fanno ex se un assassino.

In studio si scatena il dibattito:

tanti applausi per Alessandra Mussolini che invita la ragazza a mettere da parte il proprio “dolore”, considerando che c’è stata una donna ferocemente uccisa.

La stessa Mussolini sottolinea che anche Salvatore finisce con il tenere un simile atteggiamento “egocentrico”, di fatto volto a sottolineare le proprie sofferenze:

Parolisi, nell’ultima lettera dal carcere, si firma “detenuto ingiustamente”; la Mussolini tuona: << Si dovrebbe firmare padre disperato>>

Ciò che l’onorevole Mussolini sottolinea è più che rilevante: non è utile incedere sui sentimenti di una coppia di presunti amanti quando questi fanno perdere di vista il nodo cruciale della questione che è la violenta morte di una giovane madre.

Posto che il quadro psicologico di Parolisi è stato tracciato, è irrispettoso fermarsi sul dolore di una giovane presunta amante tradita, perché l’altra faccia della medaglia mostra una ben più grave sofferenza: quella della famiglia Rea e della piccola Vittoria.

Dunque, ben vengano, interventi come quello della Mussolini volti a sottolineare che – anche nei dibattiti televisivi, che pure soddisfano l’interesse della opinione pubblica – non si dovrebbe mai prescindere dalla debita considerazione del fatto gravissimo della morte violenta di Melania, ed in modo particolare il Parolisi, in quanto marito della vittima, mai dovrebbe allontanarsi da quel dato centrale.

Anche il conduttore, Claudio Brachino sottolinea che gli applausi del pubblico dopo l’intervento di Alessandra Mussolini testimoniano una “diffusa richiesta popolare” di rispetto verso Melania, morta in circostanze ancora tutte da chiarire.

Si sottolinea che “riportare l’attenzione” sui tradimenti, tuttavia, è utile per delineare la psicologia dell’accusato, tracciarne un profilo.

Michele, il fratello di Melania, dichiara ancora una volta che la sua famiglia non era al corrente della relazione tra Salvatore e la soldatessa, né sapeva dei numerosi tradimenti di Parolisi; diversamente, i Rea erano consapevoli che in passato (circa un anno e mezzo fa) Salvatore aveva avuto una relazione occasionale.

Seguendo il racconto di Michele si capisce chiaramente che Melania aveva “perdonato” quel tradimento al marito ed aveva convinto la famiglia che la “crisi” fosse stata superata dalla coppia. Michele spiega che la stessa Melania chiese alla famiglia di “riappacificarsi con Salvatore” e loro, per la felicità della giovane madre e della piccola Vittoria, lo avrebbero fatto.

Michele Rea, alla domanda di Claudio Brachino che chiede: <<Lei non si fida più di Salvatore?>>, risponde: <<Come posso>>.

In quelle poche ed incisive parole, sul volto del giovane e dentro i suoi occhi si legge la sete di verità, una verità che è un diritto della famiglia Rea, della piccola Vittoria e della stessa società che dinnanzi a questa morte partecipa al dolore di una vita spezzata violentemente e precocemente.

Claudio Brachino domanda a se stesso ed a tutti: << La presunta amante è la via maestra?>>

In realtà la giovane è un filo della fitta e scura trama della vita di Parolisi, si intreccia con l’ambiente di lavoro, cioè la caserma e la caserma a sua volta si lega ai luoghi del delitto, ciascuno di questi elementi è, poi, correlato al danaro.

Sullo sfondo la piccola Vittoria, il 16 ottobre compirà 2anni, adesso vive con i nonni materni. Loro e lo zio Michele hanno il duro compito di accompagnarla in una vita senza la mamma, dovranno, ad un certo punto, spiegarle quella bella mamma dov’è e perché non tornerà mai più.

Si discute sulla opportunità di condurre Vittoria in carcere dal padre, affinchè papà e figlia si incontrino. Ieri dinnanzi alle telecamere di Domenica5 Michele Rea ha sostenuto una convinzione importante della sua famiglia: Vittoria è al momento la cosa più importante e va massimamente tutelata, quindi prima di portarla in carcere l’opportunità di questa visita va valutata e tale valutazione deve essere affidata agli esperti, in merito Michele Rea dice << c’è un tribunale>> alla cui decisione la sua famiglia si rimetterà.

La puntata di Domenica5 ed il dibattito sul caso di Melania Rea: http://www.video.mediaset.it/video/domenica_5/full/247930/puntata-del-25-settembre.html



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