È stata definita una sentenza storica l’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Trento in data 23 febbraio 2017.
Con la stessa l’organo giurisdizionale ha riconosciuto, per la prima volta in Italia, la genitorialità di 2 uomini divenuti padri grazie alla gestazione per altri, pratica più comunemente conosciuta come “utero in affitto”, effettuata in uno degli 8 stati degli USA dove la surrogazione di maternità è legale.
Padre non genetico: riconosciuta paternità a 2 uomini.
A diffondere il documento nella sua interezza è il portale web “Articolo 29”, un blog creato e diretto dal magistrato Marco Gattuso.
Come si legge sul sito, la Corte d’Appello di Trento ha disposto attraverso l’ordinanza “il riconoscimento di efficacia giuridica al provvedimento straniero che stabiliva la sussistenza di un legame genitoriale tra due minori nati grazie alla gestazione per altri ed il loro padre non genetico“.
In altre parole il tribunale ha riconosciuto valido nel nostro paese il provvedimento giudiziale emesso in America che riconosceva la paternità ad entrambi gli uomini.
La vicenda ha avuto inizio nel 2009, anno in cui i due genitori – il padre biologico e il padre non genetico – hanno reperito una donatrice di ovociti che, una volta fecondati dal padre genetico, sono stati poi impiantati in un’altra donna, una mamma surrogata, che ha dato la piena disponibilità nel portare avanti la gravidanza.
Una volta nati i bambini, due gemelli, i 2 papà erano ricorsi al tribunale americano affinché questo riconoscesse loro il diritto di comparire sull’atto di nascita dei piccoli come genitori di questi ultimi.
Un primo provvedimento giudiziale della Superior Cort of Justice, emanato per la formazione degli atti di nascita e basato sulla legge vigente nello stato in cui sono nati i gemelli, ha <<riconosciuto che la gestante non era genitore dei gemelli>> e che il padre biologico era il loro unico genitore.
Solo successivamente, grazie ad un secondo provvedimento giudiziale, è stata riconosciuta al padre non genetico dei due bambini la “cogenitorialità e disposto l’emendamento dei due atti di nascita”.
Nell’atto di nascita formato all’estero dunque comparivano entrambi i papà come genitori dei due bambini.
Una volta tornati in Italia, il padre biologico e il padre non genetico hanno chiesto che nel nostro paese venisse riconosciuta l’efficacia giuridica del provvedimento americano.
In poche parole, i due papà chiedevano l’applicazione dei principi enunciati dalla Suprema Corte di cassazione nella sentenza n. 19599 del 21 giugno 2016, la quale “ha confermato che è trascrivibile in Italia l’atto di nascita formato all’estero, dal quale risulti che il minore è figlio di due madri”.
Attraverso l’ordinanza del 23 febbraio, la Corte d’Appello di Trento ha difatti sancito che i nomi dei due papà potranno entrambi comparire sul certificato di nascita dei loro bambini come genitori di questi ultimi.
Sul sito Articolo 29 tale ordinanza viene descritta come una “significativa conferma” sull’aspetto genitoriale interpretato non più come un unico diritto che spetta solo “grazie al corpo, o ai geni” ma spetta anche a chi mostra “l’intenzione, dunque il desiderio che sappia tradursi in consapevole assunzione di responsabilità”.