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Pagella e Voti NON Fanno Bene ai Bambini

di Federica Federico

17 Febbraio 2017

Nella scuola italiana pagella e voti sono considerati lo strumento valutativo conclusivo. Indipendentemente da ogni personale opinione sul giudizio “numerico”, è inequivocabile che questo sistema trasformi i nostri figli in un numero di media.

“Mio figlio è 8.5”; “Il mio 9”; “Tuo figlio è un 6 regalato”; “Il tuo è un 7 gonfiato”. Questo il risultato conclusivo e falsamente oggettivo delle pagelle e dei voti di quadrimestre o fine anno.

Nessun bambino avrebbe diritto a ricevere pagella e voti,

tutti i bimbi, invece, avrebbero il dovere di rispondere al giudizio della maestra sul loro operato, inteso come espressione di quel che sono e di ciò che danno di sé alla classe e nelle dinamiche della vita scolastica.

pagella e voti bambino scuola

Io sono stata un’insegnante, in un brevissimo momento della mia vita, e a tutt’oggi, sopratutto in virtù dell’esperienza da madre, mi domando perché alle maestre non sia consentita l’obiezione di coscienza. Come un tempo i maschietti dinnanzi alla chiamata alla leva militare così anche i docenti dovrebbero poter ripudiare le armi, in questo caso l’arma del voto.

Almeno per tutto il corso delle scuole elementari, quando il bambino è ancora un quadro da dipingere, un telo bianco su cui imprimere la passione per il sapere, pagella e voti dovrebbero essere vietati.

Cosa c’è di male in uno strumento valutativo numerico?

Se portiamo due diverse maestre dinnanzi a una medesima opera d’arte e chiediamo loro di quantizzarne la bellezza non è detto che l’apprezzamento venga espresso con lo stesso numero; all’opposto se chiediamo alle stesse di verbalizzarne l’emozione (esprimendo un giudizio) certamente verranno fuori due diversi spunti di riflessione, comunque validi in punto di argomenti.

 

In questo senso sarebbe più bello e giusto discutere del bambino partendo dal giudizio e senza costringere le maestre a fare dei nostri figli un ritratto numerico.

La maestra di mio figlio, da sempre, mi presenta la pagella partendo dal giudizio e non lascia che lo legga io, lo legge lei e lo commenta come se si trattasse di un racconto: il racconto della vita del mio bambino e della sua mentre insieme procedono verso una meta che si chiama sapere. In questa lettura dell’esperienza scolastica, i voti vengono dopo … ma sarebbe meglio se non venissero affatto!

Il voto, così come il giudizio delle due diverse maestre poste dinnanzi al quadro, non è un numero certo: esso è una quantità soggettiva che non potrà mai essere oggettiva nemmeno nel piccolo contesto della classe.

pagella e voti bambino scuola

Per quella donna che fa la maestra non può essere facile associare ad ogni suo “figlio” un numero, immaginate che fatica dinnanzi a pagella e voti!

Per quel bambino che fa l’alunno, invece, è impossibile non rimanere condizionato (in positivo o in negativo) da quel maledetto numero.

Un numero è un numero e nient’altro, ti mette, nel bene e nel male, spalle al muro; il voto si divide in eccezionale, ottimo, buono o mortificante e nemmeno la sufficienza si salva da quest’ultima categoria.

Il 10 è troppo e il 9 pure ma l’8 a volte non basta; il 6, per parte sua, può pregiudicare l’autostima allora si opta per il 7 ma è veramente immeritato!

Pagella e voti, ma di costa stiamo parlando? Non sarebbe meglio discutere delle competenze, dei talenti e delle attitudini del bambino?

La vita ci assoggetta a valutazioni importanti sin dallo sport, sin dalle relazioni sociali, sin dalla culla delle prime esperienze in autonomia. La scuola primaria dovrebbe valere come costrutto di base su cui costruire la meravigliosa piramide della conoscenza e le sua fondamenta si dovrebbero chiamare “autostima”.

 

Pagelle e voti, enucleati per numeri , somme, divisioni e medie di quanto siamo bravi, innescano nei bambini un meccanismo competitivo che non è estraneo nemmeno ai genitori. Questo è semplicemente ingiusto!

Maestra scrive questo messaggio sconvolgente sulle pagelle: “Non sono stata capace di…”



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