Sono molto stupita dai genitori moderni, a volte anche da me stessa, perché siamo fortemente portati a coinvolgere i bambini nella nostra metrica della vita imponendo loro un sistema di valori che non gli appartiene:
vestiamo i piccoli con gli abiti degli adulti e non ci curiamo del fatto gli vadano lunghi e larghi, pensiamo facilmente che se inciamperanno dovranno rialzarsi perché debbono farsi le ossa.
Eppure i nostri figli non sono orfani di principi né sono soli al mondo, dato di fatto in forza del quale le ossa potrebbero farsele passando per la spensieratezza e la dolce cura della loro infanzia.
I genitori moderni accelerano i figli perché crescano in fretta e tengano il passo con i tempi.
Macchine che si fermano in prossimità dei cancelli scolastici e lasciano che i “pacchi” si recapitino da soli verso le scale, accade già in prima o seconda elementare perché i genitori moderni non hanno tempo.
Telefonini sempre accesi perché i genitori moderni sono lavoratori produttivi e approfittano del tempo in cui “prelevano” i figli da scuola per l’ultima telefonata di lavoro.
Sollecitazioni costanti alla fretta: “Muoviti, fai presto, abbiamo poco tempo!”. Tante esortazioni a non perdersi in giochi, risate, digressioni perché i genitori moderni sono costretti ad accompagnare i figli qui e lì e il tempo è poco, anzi pochissimo.
Ci sono tre “E” con cui i genitori moderni inquinano la vita dei figli costringendo i bambini a rinunciare a un po’ di infanzia: egocentrismo, egoismo ed emancipazione.
L’egocentrismo è il male del secolo, è una patologia insidiosa per cui essere i più belli, bravi e realizzati diventa un virus anche nei bambini. L’apparenza è la mamma dell’egocentrismo e oggi essa rappresenta il primo male sociale capace di scavalcare la coesione, la carità, l’appartenenza al gruppo (fosse anche il gruppo classe) e la socialità.
In questo senso, i bambini moderni non hanno perso in generosità ma hanno guadagnato in egocentrismo, è accaduto perché imitano gli adulti e il diffuso modello sociale dell’apparire per essere.
Non educate i figli a specchiarsi nelle cose degli altri, insegnate loro a guardare dentro gli occhi degli altri. Le cose si sciupano, passano di moda, si dimenticano e restano tali, gli occhi no, essi ci appartengono come l’anima.
“La vita è mia e faccio quello che voglio io” , questa convinzione spopola tra i bambini perché i genitori moderni tendono ad educare i figli al pensiero singolo come se ciascuno di noi potesse sopravvivere da solo su questa terra.
I bambini moderni hanno e stentano a condividere, volgliono e stentano a dare, posseggono e stentano a comprendere la provenienza di ciò di cui dispongono. In altre parole manca loro il senso del partecipato, della socialità e del sacrificio.
I figli moderi sono egoisti anche con noi genitori, lo sono quando ci negano il dialogo, il riconoscimento dei sacrifici, la partecipazione alle loro cose. Non sono fatti così ma sono stati educati in questo modo: loro sono il pane che noi abbiamo impastato con le farine che abbiamo macinato e il grano prima seminato e poi raccolto nel nostro giardino.
I figli dovrebbero innanzitutto sapere che la famiglia è una comunità cooperante, dovrebbero raccontarsi, parlare, progettare e pregare con mamma e papà.
Fare faccende domestiche, coprire il letto in cui si è dormito, riporre il pigiama, sistemare la cartella, aiutare a sparecchiare la tavola, sono (che ciò si ammetta o meno) insegnamenti di vita che dimostrano con chiarezza la bambino che quanto possiede e gli si muove intorno non è un dono divino ma il risultato di qualche cosa di faticosamente oggettivo.
I genitori moderni si vantano spesso dell’autonomia formale dei figli: “Mio figlio è autonomo: mangia da solo, studia da solo, dorme da solo, gioca da solo … fa da solo”.
Fare tutto da soli non aiuta i bambini, ci sono competenze che i piccoli debbono acquisire come traguardi di autonomi ma l’emancipazione di un figlio non è mai confondibile con la libertà di un genitore.
Ho visto bimbi soli nella sala d’aspetto del dentista, bambini soli a messa, bimbi attendere mamma a scuola sistematicamente per mezz’ora al giorno, bambini parcheggiati in palestra per ore dopo la fine delle lezioni e tutto perché i genitori moderni hanno reso questi cuccioli d’uomo abbastanza autonomi per cavarsela da soli.
La complicità è il vero segreto dell’emancipazione: un figlio autonomo non è un bambino solo, piuttosto è un bimbo che avvantaggiandosi del confronto con l’adulto sa decidere cosa vuole, sa scegliere la sua direzione e sa assumersi le responsabilità del suo comportamento.
Il genitore (anche il genitore moderno) ha l’obbligo di controllare il figlio, di seguirne il percorso di crescita e formazione è ha il dovere di non lasciarlo in balia di se stesso.
Educate i figli a fidarsi di voi, fate sì che vi riconoscano come il faro in mezzo alla tempesta!