L’esperienza di molte mamme, come anche l’informazione di cui è possibile disporre oggi, ci insegnano che il parto non è una vera e propria “passeggiata”.
Ciò non significa che ogni donna debba avere paura di partorire, più semplicemente non si deve prendere alla leggera l’evento, affinché resti l’esperienza più bella ed importante della propria vita.
Tra le molte donne che hanno voluto condividere la propria esperienza non propriamente idilliaca, al fine di rendere le altre donne più consapevoli e, perché no, infondere in loro la speranza di poter superare anche gli ostacoli più insormontabili, c’è un’ex corteggiatrice di Uomini e Donne.
Pamela Compagnucci racconta: “Mio figlio è miracolato”.
L’ex corteggiatrice di Uomini e Donne – parliamo dell’edizione 2008/2009, quando il trono era occupato da Federico Mastrostefano – Pamela Compagnucci racconta attraverso un’intervista rilasciata al settimanale Visto il suo complicato parto.
Dopo aver annunciato la gravidanza a luglio del 2016, l’ex corteggiatrice è diventata mamma del piccolo Simone lo scorso dicembre, un evento che ha cambiato la sua vita e quella del compagno, futuro marito, Alberto Gargano.
Solo oggi però si scopre che tale esperienza, un vero e proprio miracolo della vita, avrebbe potuto avere una tragica conclusione.
Pamela Compagnucci racconta infatti che gli stessi medici che hanno visto nascere il suo bambino hanno definito quest’ultimo “un miracolato” e che la sua nascita anticipata – il piccolo Simone è nato un mese prima della data presunta del parto – è stata per loro una vera e propria benedizione.
Dopo esser stata ricoverata per dei valori sballati, Pamela Compagnucci racconta che i medici si sono visti costretti a far nascere prematuramente suo figlio al fine di salvargli al vita.
<<Simone è nato con un mese di anticipo, e per fortuna aggiungerei! – racconta l’ex corteggiatrice – Sono stata ricoverata perché avevo le transaminasi altissime e i medici che lo hanno fatto nascere mi hanno detto che è un bambino miracolato. Aveva un giro di cordone attorno al collo, oltre a un nodo vero e proprio al cordone ombelicale. Se fosse rimasto nella pancia un po’ di più , mio figlio non sarebbe sopravvissuto>>.
Pamela Compagnucci racconta che il loro primo incontro, quello tra madre e figlio, non è stato come tutte noi mamme lo immaginiamo:
<<Dopo sei ore di travaglio i medici hanno deciso di intervenire con la ventosa perché il bambino non riusciva a scendere. Ma ho capito subito che c’era qualcosa che non andava. Il piccolo non piangeva e lo hanno portato subito via, senza nemmeno farmelo vedere. Simone è stato rianimato, perché alla nascita non respirava>>.
Un’esperienza davvero traumatica che per fortuna si è conclusa nel migliore dei modi.
La neo mamma racconta di esser tornata a casa insieme al suo piccolo 15 giorni dopo la sua venuta al mondo, più di due settimane per poter finalmente abbracciare, coccolare, cullare e proteggere quel piccolo essere che necessita del suo amore.
Un amore che, come dimostrano alcuni scatti pubblicati sulla pagina facebook del suo fanclub, la mamma e il papà non gli fanno mancare.