La nota enciclopedia italiana Treccani definisce il bullismo come “un atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate specialmente in ambienti scolastici o giovanili”.
Questa piaga, consentitemi il termine, fino ad ora considerata prerogativa comportamentale dei giovani d’oggi, è in realtà più diffusa di quanto immaginiamo.
I bambini che frequentano le scuole elementari infatti non ne sono immuni, vittime dei piccoli coetanei che si ispirano ai loro genitori che a loro volta, come degli adolescenti, creano all’interno della classe gruppi disomogenei di genitori, pronti ad attaccare quelli più deboli e meno “popolari”.
Sto esagerando? Assolutamente no, ho visto con i miei occhi e vissuto in prima persona situazioni simili, il che mi ha fatto comprendere quanto sia sottovalutato tale problema.
L’unico modo che abbiamo per difenderci ma soprattutto per far sì che i nostri piccoli non siano vittime di coloro che si credono i più forti, è spiegare il bullismo e i suoi effetti sui più deboli anche agli alunni così piccoli.
Come spiegare il bullismo ai bambini: importante lezione di una maestra.
Per spiegare il bullismo ai bambini è possibile utilizzare il metodo delle due mele spiegato dalla maestra Rosie Dutton, un’insegnante residente a Tamworth, città inglese situata nel distretto stato dello Staffordshire.
Il 21 giugno del 2016 la maestra Dutton ha pubblicato sulla propria pagina facebook un post attraverso il quale riassumeva una lezione utile per spiegare il bullismo ai bambini della scuola primaria.
Munita di due mele rosse all’apparenza uguali – prima della lezione la maestra ne aveva fatta cadere delicatamente una più volte su di un piano in modo da creare danni all’interno senza che questi venissero notati osservandola dall’esterno – le ha mostrate ai piccoli alunni chiedendo la loro opinione.
Tutti hanno concordato nel dire che i frutti erano abbastanza simili e appetitosi.
A quel punto la maestra ha preso la mela “cattiva”, quella che in precedenza aveva sbattuto sul piano, e ha iniziato a “offenderla” dicendole che era disgustosa, che aveva un coloro orribile e via discorrendo.
Hai poi invitato i suoi alunni a fare altrettanto spiegando loro che se quel frutto non era di suo gradimento non doveva esserlo per nessuno (questo perché il bullismo viene spesso fatto per imitazione).
Seppur stupiti e sbalorditi, i bambini si sono passati a turno la mela “cattiva” rivolgendo alla stessa frasi offensive del tipo: “sei una mela puzzolente”, “probabilmente ci sono i vermi dentro di te”, etc..
Una volta finito, per spiegare il bullismo ai bambini, la maestra ha invitato questi ultimi a dire a turno cose carine alla mela “buona”.
Al termine di questa seconda operazione, tutti hanno osservato entrambe le mele deducendo che nulla era cambiato in loro.
A quel punto, al fine di spiegare il bullismo ai suoi alunni in modo semplice ma incisivo, la maestra ha tagliato a metà i due frutti.
Mentre la mela “buona” aveva una polpa chiara e succosa, quella “cattiva” appariva contusa, pastosa e poco attraente.
A quel punto i piccoli alunni hanno compreso che le azioni di un bullo non sono visibili esternamente ma logorano la vittima all’interno che, sentendosi così una persona orribile, decide di non mostrare o raccontare ad altri come si sente realmente.
Nel spiegare il bullismo ai bambini, la maestra Dutton afferma:
<<La lingua non ha ossa ma è abbastanza forte da spezzare un cuore. Quindi state attenti alle vostre parole>>.
Noi, a differenza della mela, possiamo far si che tutto ciò non accada. Come?
Spiegare il bullismo ai bambini li aiuta a comprendere il problema e ad affrontarlo insegnando loro a non prendere in giro i bambini che i bulli considerano “diverso”.
Far capire loro quanto sia importante la comunicazione, esternare i propri sentimenti alle persone a loro care, in primis i genitori, educarli al rispetto e all’aiuto reciproco affinché non attacchino un compagno in difficoltà per uniformarsi alla massa ma lo difendano per dimostrare che tutti siamo uguali.
Insegniamo ai nostri figli che il bullismo può essere fermato!
Fonte: The Telegraph – Treccani