Mirabello, un piccolo paese di mille anime, poco distante da Casale Monferrato, due genitori anziani: 57 anni la madre e 70 anni il padre, viene loro sottratta la figlia quando aveva appena un mese di vita. La bimba, data in affido, è stata appena dichiarata adottabile.
Gli anziani genitori non sono in grado di prendersene cura, arrecano pregiudizio alla bambina, mettono in pericolo la sua salute o il suo corretto sviluppo emotivo? Oppure semplicemente “sono troppo vecchi”?
I vecchi genitori di Mirabello di cui tutta l’Italia parla, dibattendo di etica, morale e legge, hanno appena subito una dura sentenza del Tribunale dei Minori che l’altro ieri ha decretato l’adottabilità della loro bambina.
La decisione giudiziale esce da un collegio di magistrati presieduto da una donna. I giudici hanno valutato, secondo quanto emerge dagli atti, una circoscritta e dettagliata accusa di abbandono.
- Secondo l’accusa la bambina era stata lasciata – abbandonata nell’ovetto della macchina ove avrebbe pianto disperatamente senza essere assistita dai genitori.
- Secondo la difesa la piccola di appena un mese riposava nell’ovetto sul sedile posteriore dell’auto, la vettura era parcheggiata esattamente dinnanzi casa e, mentre la piccina dormiva, il padre avrebbe scaricato la spesa. Nessuna incuria, nessuna omessa sorveglianza sulla neonata e nessun abbandono replicano decisi i genitori.
I giudici specificano che l’età dei genitori non determina la loro decisione, essa, invece, dipende da quell’episodio di abbamdono.
Ma certi passi della sentenza hanno il sapore del “giudizio etico – morale”:
nella sentenza la bambina viene descritta come «il frutto di una applicazione distorta delle enormi possibilità offerte dal progresso in materia genetica», si legge nelle motivazioni della sentenza.
«E la volontà di concepirla», scrivono i giudici, «è una scelta che, se spinta oltre certi limiti si fonda sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare a tutti i costi i propri bisogni che necessariamente implicano l’accantonamento delle leggi della natura e una certa indifferenza rispetto alla prospettiva del bambino».
In un altro passo del documento giudiziale si discute sulla prossimità alla morte di un genitore così anziano, i giudici affermano: «I genitori non si sono mai seriamente posti domande in merito al fatto che la figlia si ritroverà orfana in giovane età e prima ancora sarà costretta a curare i genitori anziani, che potrebbero avere patologie più o meno invalidanti, proprio nel momento in cui, giovane adulta, avrà bisogno del sostegno dei suoi genitori».
Quindi l’opinione pubblica continua a domandarsi quali siano le motivazioni su cui fonda l’allontanamento della bimba dalla sua famiglia d’origine.
Per l’udienza preliminare del processo a carico della coppia a cui è, appunto, rivolta l’accusa di abbandono di minore si dovrà attendere febbraio, ma entro il 16 ottobre la difesa presenterà un ricorso in appello contro la sentenza che ha appena dichiarato l’adottabilità della piccola.
Di fatto i coniugi sono assai anziani ed è chiaro che il loro percorso di genitorialità viene da lontano ed è frutto di una pratica medica. La gravidanza, per la precisione, si deve ad una fecondazione eterologa realizzata all’estero. È questo un caso di gravidanza ottenuta in una età postmenopausale, ovvero dopo che il fisico della donna è entrato nella menopausa – fase a partire dalla quale naturalmente il corpo femminile non potrebbe più accogliere una gestazione. La medicina moderna, tal volta, consente alle donne persino di “vincere” il naturale limite della menopausa e realizzare una gravidanza in età tardiva.
Non possiamo trascurare di riportare il parere di un luminare della medicina riproduttiva, il ginecologo Severino Antinori, presidente dell’Associazione mondiale di medicina della riproduzione:
«È fuor di dubbio che la sentenza non avrebbe tenuto in alcun conto i lavori scientifici pubblicati in merito alle gravidanze in età postmenopausale a cui accedono oggi milioni di coppie nel mondo». «Da quanto riportato dalla stampa – aggiunge il professore – la sentenza sarebbe stata pronunciata per una palese avversione nei confronti delle tecniche di riproduzione assistita >>