Le immagini che provengono dalle pendici del Gran Sasso spaccano il cuore, la montagna ha letteralmente inghiottito l’ Hotel Rigopiano.
I soccorritori camminano tra la neve e scavano anche per 4 o 5 metri cercando di creare dei varchi, ma lavorano in condizioni assolutamente proibitive.“Chiamiamo ad alta voce ma nessuno risponde“, lo dice chi, in queste ore, sta faticosamente e tenacemente inseguendo tracce di vita.
Alle pendici del Gran Sasso, nel comune di Farindola in provincia di Pescara, nel pomeriggio di mercoledì, una valanga si è abbattuta sull’ Hotel Rigopiano, tra ospiti e personale di servizio, sono più di 30 le vite intrappolate e disperse tra neve e macerie.
Giampiero Parete, è sopravvissuto alla slavina, ma quello che ha visto non potrà mai dimenticarlo. Era ospite dell’ Hotel Rigopiano insieme alla famiglia, ora tutta dispersa, erano lì per festeggiare il compleanno della figlioletta.
“Ludovica (la figlia di Giampiero Parete, ndr.) voleva vedere la neve. Sabato avevamo festeggiato il suo compleanno in un locale a Montesilvano. La mia piccola, 6 anni, voleva vedere la neve e così, lunedì, siamo partiti per l’Hotel Rigopiano a Farindola.”
Papà Gianpiero era con la famiglia nella hall dell’albergo. A quanto pare quasi tutti gli ospiti erano lì, attendevano che il gatto delle nevi rendesse praticabile la strada ed erano pronti a far ritorno a casa. Per alcuni di loro, la vacanza era stata forzosamente prolungata solo dalla neve che cadendo copiosamente li aveva tenuti bloccati nella struttura.
Giampiero Parete si era allontanato dalla hall per prendere un farmaco dall’auto, sua moglie aveva solo un’emicrania. Ha sentito gli alberi scricchiolare e si è tenuto ad un ramo, un momento dopo è accaduto l’irreparabile.
“Ho visto venire giù una parte dell’albergo con la mia famiglia dentro.”
Papà Giampiero, come tutti, chiede ai soccorritori di non arrendersi, di continuare a cercare. Al momento l’uomo è ricoverato all’ospedale di Pescara, la sua salute non ha potuto non risentire dell’ipotermia.
La famiglia Parete sarebbe ripartita mercoledì se non fosse stato per la neve che impediva la circolazione sulla strada del rientro.
“Ho trovato uno zainetto di Ludovica l’ho stretto e non l’ho più lasciato!”