Il nuovo anno dovrebbe cominciare per tutti con auspici lieti di gioiosi domani, ciò dovrebbe valere ancor di più a 20 anni ovvero nei giorni della giovinezza e del futuro.
Morire nella notte che traghetta verso il nuovo anno è una dolorosa beffa del destino; morire a 20 anni è inaccettabile; morire perché sulla strada qualcuno corre imprudentemente e in una condizione fisica che non lo permetterebbe è, infine, un dramma che dovrebbe smettere di ripetersi.
Alle cinque del mattino del primo giorno del nuovo anno una giovane donna è morta sull’asfalto: è il primo omicidio stradale del 2017.
Clara Massueratti è stata travolta da un’auto in transito lungo la provinciale per Dogliani, nella zona di Murazzano (nella provincia di Cuneo).
L’automobilista che ha causato l’incidente si è fermato; dopo il test alcolemico e gli esami tossicologici, appurato che aveva consumato alcol e sostanze stupefacenti, l’uomo è stato dedotto in arresto.
Malgrado i soccorsi prontamente prestati alla vittima e l’arrivo dell’autoambulanza, per la giovane non c’è stato nulla da fare e la sua vita si è spenta poche ore dopo aver brindato al nuovo anno.
La morte di Chiara rappresenta il primo omicidio stradale del 2017.
La vittima stava viaggiando su una vettura condotta dal fidanzato, i due erano diretti verso casa. Al momento dell’impatto Chiara era scesa dall’auto solo per dare il cambio al suo ragazzo alla guida.
Condurre una vettura equivale ad avere la responsabilità della propria vita, della vita di chi è in auto con noi e delle vite di chi si trova sulla nostra strada. E questo primo omicidio stradale del 2017 lo dimostra perfettamente!
Le responsabilità collegate alla guida dovrebbero far parte dell’educazione familiare, scolastica e civile.
Troppo spesso “la guida” viene percepita dai giovani solo come un’occasione di libertà mentre è innanzitutto una prova di responsabilità.
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La morte di Chiara, questo primo caso di omicidio stradale del 2017, deve oggi rappresentare un monito per ogni madre: educhiamo i figli ad essere responsabili delle loro azioni. Educhiamo le giovani generazioni a non fare del male a se stessi e a non mettersi nella condizione di farne agli altri.
Fonte: Ansa
Nota per il lettore: la foto di copertina è un’immagine di repertorio.