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Blackout in California, al buio per un errore umano cinque milioni di utenti

di Federica Federico

10 Settembre 2011

 

Giovedì 8 settembre 2011, un importante ed esteso blackout ha lasciato la California al buio.

La causa della interruzione nella fornitura di energia elettrica sarebbe un banale errore umano.

 

Intorno all’11 settembre è alto l’allarme sicurezza in America ed anche nel Mondo Occidentale (dove la sensibilità verso la sicurezza interna cresce per una sorta di “effetto domino” provacato dalla paura come dalle relazioni internazionali di amicizia e solidarietà).

La sensibilità intorno ai problemi legati alla sicurezza ed alla “inviolabilità” degli Stati è in questo periodo fortemente suggestionata dalle emozioni delle Torri Gemelle, dall’angoscia e dal vuoto che quell’evento ha dranmmaticamente determinato, segnando la storia del mondo e non solo quella americanica.

 

L’interruzione nella fornitura di energia elettrica ha interessato ben cinque milioni di utenti dislocati in un’ampia area dell’America: California, Arizona e Messico.

Cosa è accaduto? Come non pensare al peggio?

Nessun attentato, nessun boicottaggio dietro il blackout americano solo una svista durante una banale operazione di manutenzione: un errore umano che ha determinato un esteso cortocircuito. Lo assicura, senza lasciare spazio a dubbi, la società elettrica Aps.

L’Asp lavora per ripristinare l’intera rete, già ieri la fornitura elettrica è parzialmente tornata normale in gran parte delle aree interessate. Anche se il danno sembra essere rilevante: la rete si è indebolita, di fatto non supporta grossi carichi energetici, per questo l’Asp ha chiesto alla sua utenza di sforzarsi al fine di limitare al massimo il consumo di corrente elettrica. Insomma la luce c’è ma va usata con moderazione, la rete potrebbe saltare nuovamente. In altre parole l’allarme blackout resta alto.

Come è potuto accadere? C’è una falla nei sistemi di sicurezza dell’Aps?

Stiamo conducendo delle indagini interne per stabilire il motivo per cui non sono scattate le operazioni di sicurezza”, ha dichiarato l’Aps. Edi fatto i sistemi di sicurezza, se fossero scattati e se avessero funzionato “normalmente”, avrebbero dovuto impedire una tale estensione del danno, circoscrivendolo – secondo la stessa Aps- alla sola area di Yuma.

Da Yuma è partito il guasto ed a Yuma si sarebbe dovuto bloccare, in teoria il corto circuito avrebbe dovuto limitarsi ad una ristretta zona.

I fatti:

alle 15.30 di giovedì, ora locale, (le 21.30 in Italia) a Yuma, in Arizona, un operaio della società elettrica Aps effettuava un ordinario e normale intervento di manutenzione. Ma ha commesso un qualche banale errore …una distrazione fatale, giacché ha determinato il gigantesco blackout, che ha interessato California, Arizona e Messico .

Perché intorno a un semplice blackout si è fermata l’attenzione internazionale?

Certamente è forte la tensione determinata dall’approssimarsi dell’11 settembre. Ma di fatto questa interruzione importante della fornitura di energia elettrica ha avuto delle conseguenze di rilievo:

  • l’aereoporto di San Diego è rimasto fermo per l’intera giornata di ieri,
  • negli ospedali è scattata l’allerta sicurezza. Ecco cosa ha dichiarato Gary Fybel, direttrice del principale ospedale di San Diego: “Siamo stati in emergenza tutto il giorno, abbiamo dovuto rimandare quasi tutti gli interventi chirurgici, tranne i più urgenti“.
  • sulle strade non sono mancati gli incidenti ed ai distributori di carburante si sono create lunghe code.



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