Alle prime luci del giorno, una donna di Mazzolada di Portogruaro (provincia di Venezia) ha fatto la scoperta più scioccante e sconvolgente che una mamma possa fare: suo figlio di appena 7 mesi era immobile e senza respiro nella culla. Disperata ha allertato i soccorsi. Gil operatori del 118, dopo diversi tentativi di rianimazione, avvenuti in casa e in autoambulanza, non hanno potuto far altro che dichiarare il decesso del piccolo. Il caso è stato rubricato come SIDS.
La SIDS, morte bianca o morte in culla, ha colpito ancora. E’avvenuto nella provincia di Venezia alle prime luci dell’alba di lunedì 7 novembre.
La mamma si era svegliata 3 ore prima della tragica scoperta, come tutte le mamme fanno aveva controllato il sonno del piccolo e lo aveva visto muoversi e respirare.
A parte un leggero raffreddore, il bambino godeva di buona salute, non era affetto da alcuna malformazione né genetica né cardiaca. La serata che ha preceduto il decesso era trascorsa tranquillamente.
Prima di attribuire alla SIDS la causa di questa dolorosissima e precoce scomparsa, i vigili del fuoco hanno effettuato persino rilievi sulla salubrità degli ambienti ed è stato escluso che nell’aria vi fossero tracce di monossido di carbonio.
Ma cos’è la SIDS e in che modo un genitore può ridurre i rischi di morte in culla?
La SIDS non è una malattia, è una definizione che si usa per indicare il decesso improvviso di un bambino tra gli 0 mesi e l’anno di vita, intervenuto durante il sonno e in condizioni di buona salute del bebè ovvero in assenza di malformazioni cardiache o genetiche e senza che siano intervenuti incidenti.
SIDS, morte bianca o morte in culla, anche detta sindrome della morte improvvisa del bebè.
La scienza non è ancora arrivata a definire quale sia la causa scatenante della SIDS ovvero la ragione precipua per cui i bambini morti in culla si spengono silenziosamente nel sonno.
Tuttavia, grazie ad un’alta attenzione sul fenomeno, è stato possibile individuare e monitorare i fattori di rischio.
Non tutti sanno che negli ultimi anni i casi accertati di morti bianche sono diminuiti del 50%. Questa minore incidenza della SIDS non può che dipendere dalle cautele comprese e messe in pratica dalle mamme.
Il Ced (acronimo di Centers for Diseases Control and Prevention) americano, rispetto alle morti bianche, accende l’attenzione delle mamme su età critica del bebè; fumo; alcol; allattamento e posizione nel sonno.
Qual è l’età critica del bebè in relazione alla SIDS?
Il rischio di morte bianca si massimizza tra i 2 e i 3 mesi di vita del bambino e in genere sussiste sino al primo anno di vita.
Che incidenza hanno fumo ed alcol sulla SIDS?
Le mamme non dovrebbero mai fumare in gravidanza e nemmeno in allattamento. Più genericamente il fumo non dovrebbe inquinare gli ambienti in cui il bambino vive né le persone che vengono a contatto col piccolo.
Durante la gestazione e per il corso dell’allattamento le sostanze tossiche presenti nelle sigarette corrono il rischio di passare dalla mamma al bebè. Principio questo che vale anche per l’alcol.
Il fumo passivo e il contatto con gli agenti tossici delle sigarette danneggiano la salute del bambino.
Non tutti sanno che è insufficiente fumare sul balcone oppure con la finestra aperta o evitare di farlo nella camera in cui dorme il bebè perché le sostanze nocive rimangono sulle mani, sulla pelle e sugli indumenti e possono essere inalate anche a sigaretta spenta.
Fumare in auto in presenza di bebè e bambini è assolutamente sconsigliabile, QUI spiegato il perché.
Il rapporto tra abitudini del sonno e SIDS è riconosciuto a livello medico ed internazionale.
I bambini devono dormire a pancia in sù e le culle devono essere dotate di un materasso rigido; intorno al bebè non è bene che pendano fili, nastri o vi siano pupazzi e copertine non bene ancorate; i bambini non devono essere coperti eccessivamente; è preferibile che non condividano il letto con i genitori; è auspicabile che nell’ambiente in cui il bebè dorme vi sia un costante cambio d’aria e la temperatura non superi i 20-21 gradi.
Particolare attenzione va prestata durante i trasporti in auto alla testina del bebè: mentre il piccolo dorme il capo non deve piegarsi in avanti ma deve rimanere ben poggiato al sediolino (in cui il piccolino va sempre tenuto al sicuro). Quando il capo non volge in avanti, infatti, le vie aeree risultano libere e la respirazione non viene aggravata. Per evitare ogni inconveniente è bene scegliere sedioli con riduttore e con un regolatore di inclinazione.
Per completezza di informazione aggiungiamo che in riferimento alla SIDS una parte della pediatria moderna ancora studia e approfondisce la cosiddetta sindrome del QT lungo.
Esistono 2 onde che si registrano durante un elettrocardiogramma: l’onda Q e l’onda T, quando l’intervallo tra queste due onde è lungo si parla di sindrome del QT lungo.
In una massima esemplificazione possiamo dire che il tempo che interviene tra Q e T corrisponde all’intervallo temporale tra l’inizio della contrazione ventricolare e la conclusione della ricarica elettrica dopo ogni battito del cuore.
Alcuni medici ricercatori si dicono convinti del fatto che il QT lungo, identificabile con un mero elettrocardiogramma nelle prime settimane di vita, possa incidere sulla SIDS.
E va anche detto che il QT lungo è in teoria facilmente correggibile con terapia farmacologica, per cui se si accertasse la relazione QT lungo – SIDS la sindrome potrebbe essere sconfitta con la prevenzione. Ma questo è solo un percorso scientifico ancora oggetto di studio.
Nota per il lettore:
le immagini che accompagnano questo scritto, per quanto possano evocare la SIDS, sono meramente di repertorio.