A margine dell’onda sismica che sta colpendo il centro dell’Italia, si è tornati insistentemente a parlare di zone sismiche e anche di rischio tsunami nel nostro Paese.
Gli esperti ammettono che delle piccole onde anomale potrebbero formarsi in corrispondenza di scosse sismiche sottomarine.
Il rischio tsunami (per quanto di di piccola entità) potrebbe teoricamente sussistere sia nell’are del mar tirreno, con incidenza diretta sulle coste campane, che nell’area del mar ligure, con incidenza diretta anche su Livorno.
IlMattino.it avvalendosi del parere di un esperto italiano di onde anomale e sismi sottomarini, ha dedicato un articolo web al rischio tsunami in Campania.
Oltre ai terremoti in centro Italia, su cui è giustamente altissima l’attenzione mediatica, venerdì notte, alle 22:02, si è sviluppato un altro terremoto silenzioso di magnitudo 5.7. Questo sisma si propagato in mare a 83 chilometri a Nordest di Ustica, a una profondità di 474 chilometri. Ne dà, appunto, notizia IlMattino.it.
Nessuna onda anomala si è generata in conseguenza del sisma sottomarino, la costa è rimasta illesa; ma sino a Messina la terra ha tremato e i residenti hanno avvertito il terremoto.
E’ possibile che un terremoto generatosi in mare, con un’intensità simile a questa, metta le coste a rischio tsunami?
Gli esperti chiariscono subito che le onde anomale sono rare e non sono facilmente prevedibili.
Rispetto al sisma a largo di Messina, l’esperto interpellato da IlMattino.it afferma che un eventuale onda anomala avrebbe “raggiunto le coste più distanti del Tirreno, Campania compresa, in meno di un’ora. L’isola di Ustica e la costa nord della Sicilia sarebbero state investite rispettivamente in 2-3 e meno di dieci minuti”.
Di rischio tsunami parla anche LaNazione.it, questa volta con riguardo a Livorno e si avvale dell’opinione di un geologo (in questo caso al rischio tsunami si pensa in diretta correlazione con lo sciame sismico in centro Italia).
L’esperto chiarisce che: “Un terremoto colpisce dove ci sono delle faglie, perché si tratta di uno scivolamento, a una distanza più o meno profonda, di due masse. A un certo punto si rompe un equilibrio e si ha la scossa, che poi arriva fino in superficie. Un terremoto, dunque, si verifica dove avvengono movimenti sismo-tellurici. Dalle altre parti no.”
Livorno, stando alla spiegazione dell’esperto, si trova vicina a due faglie: la prima parallela all’Appennino (presente all’altezza della Meloria), l’altra trasversale all’Appennino (parte da Calambrone e si estende fin verso Pondedera). Malgrado ciò la storia dei sismi livornesi, mai distruttivi e di entità sempre contenuta, dimostra che il coinvolgimento della città nei terremoti è sempre “indiretto”. Pertanto per posizione e natura il territorio livornese risulta lontano da pericoli importanti e i cittadini possono stare tranquilli.
In quanto città di mare, Livorno non è nuova al rischio tsunami.
L’esperto stesso ricorda il maremoto più famoso, quello che si verificò dopo il 1742 e noto ai più per il voto alla Madonna di Montenero a cui i livornesi affidarono la città scossa da un violento sisma.
In conclusione e secondo l’esperto, Livorno, pure essendo una zona sismica, non corre grossi pericoli e nemmeno è esposta al rischio di maremoti importanti.