Per ogni mamma il proprio figlio è il più bello del mondo, è inutile discuterne, è così: istintivamente l’amore viscerale di una mamma cancella ogni possibile difetto per il proprio bambino.
La bellezza che una madre vede nel proprio bimbo non è la bellezza catalogabile secondo parametri universali ma è l’amore che illumina il suo viso, la dolcezza che annulla ogni possibile lato negativo. Per questo spesso una mamma difende il figlio sempre e comunque e lo vede come il migliore, anche se in cuor suo magari sa bene che non lo è.
Mamma difende il figlio da un bullo che lo chiama brutto
La sofferenza che può provare una mamma nel sentire il proprio figlio indifeso sminuito o preso in giro da altri è davvero una ferita profonda e lacerante.
Megan Davies lo sa bene e ciò che è successo al suo bambino l’ha segnata profondamente, per questo ha voluto rendere pubblica la sua risposta come lo è stata la provocazione ricevuta.
Megan è una mamma blogger americana, insegnante, che si autodefinisce ribelle e perennemente impegnata. Come potrebbe non esserlo del resto, divisa tra lavoro, hobby, marito e tre figli?
Nel suo blog e nel suo profilo social di Instagram, Megan ama condividere la sua vita e le sue esperienze come mamma e insegnante, soprattutto ha voluto condividere anche la sua avventura con Quinn, nato nel dicembre 2012 e affetto da sindrome di Down.
Questo bimbo ha arricchito Megan e la sua famiglia e gli ha dato l’opportunità di ampliare la visione del mondo che oggi più che mai invece questa mamma ha ritrovato ristretta e cattiva.
Ecco come la mamma difende il figlio dal troll bullo sul social
Pubblicando una foto di Quinn che si stava riprendendo da una settimana di malattia, seduto sorridente sul prato di casa, Megan si complimentava con lui perché stava finalmente meglio. Un post semplice di una mamma qualunque che però non ha un figlio “qualunque”.
Tra i vari commenti di auguri di pronta guarigione e altre bazzecole, ne emerge uno che stride con il clima che si può respirare nel post. E’ un commento agre, secco e freddo: “Ugly”, ovvero “brutto” in lingua inglese.
La mamma avrebbe potuto lasciare correre o cancellare il commento, si sa come i social, se si conoscono bene, possono essere abilmente manipolati e Megan, da blogger, l’avrebbe potuto agilmente fare, ma preferisce comportarsi diversamente e affrontare la questione a viso aperto.
Megan sapeva che sarebbe successo prima o poi, pubblicando le foto del suo bambino sui social ma ecco come la mamma difende il figlio
“Caro @JusesCrustHD,
Da quando ho iniziato a scrivere il mio blog sapevo che sarebbe arrivato questo giorno, ho già avuto modo di constatare che ci sono molti troll su interne che si fanno forti dell’anonimato per essere molto crudeli e ostili.
Normalmente i commenti di questo tipo non mi fanno perdere tempo e penso che servano solo a dimostrare che c’è in giro gente stupida e ignorante.
Sabato scorso però hai urtato una faccenda alquanto personale apostrofando mio figlio, ma voglio dirti che non sono arrabbiata ma voglio darti un consiglio semplicemente:
Non essere stupido, si ritorcerà contro di te.
Non voglio trarre conclusioni affrettate su di te ma posso immaginare che tu conosca poco quel senso di impotenza che i genitori sentono quando devono prendersi cura di un bambino malato.
La mamma difende il figlio: non hai i miei stessi occhi
Settimana scorsa Quinn era ammalato, respirava male, poi nel corso dei giorni è migliorato e abbiamo deciso di stare in giardino per prendere un po’ di sole.
Nel vedere la luce del sole brillare sul viso del mio bambino, dopo che era stato malato è stato bellissimo e ho deciso di metterle su Instagram con l’hashtag “#downsyndrome.”
Evidentemente tu non hai i miei stessi occhi e hai visto Quinn in un modo differente, chiamandolo “brutto”.
Il fatto che per te sia brutto è un tuo punto di vista, una tua opinione ma il fatto che tu abbia potuto cercare una foto del genere seguendo l’hashtag #downsyndrome per poi poterti sentire libero di insultare mio figlio appositamente, è una cosa che considero infantile e triste.
Il tuo profilo è pieno di altri post e frasi offensive nei confronti di chi è affetto da sindrome di down. Non puoi semplicemente dire che stavi scherzando, hai cercato questa foto in modo mirato e il tuo è stato un atto premeditato di cyberbullismo e, inutile a dirsi, ho ritenuto opportuno segnalare il tuo profilo.
Non sarà l’ultima volta che qualcuno disprezzerà mio figlio per la sua diversità e non sarà l’ultima volta che qualcuno si divertirà a sue spese ma cercare a proposito delle persone per prenderle in giro come hai fatto tu è crudele e disumano.
Capisco che tu voglia essere fiero del tuo piccolo scherzo e ti fa piacere essere “famoso” per questo e onestamente faccio fatica a non fare il tuo gioco e a non arrabbiarmi ma non posso che essere dispiaciuta perché una persona si abbassi a tanto, perché alla fine sarai tu a portare le conseguenze di ciò che hai fatto prima o poi.
Mamma difende il figlio down dal cyberbullismo e offre preziosi consigli
Molte persone per fortuna non sopportano atteggiamenti come i tuoi e prima o poi farai il bullo con la persona sbagliata, io credo che addirittura ti sia successo ed è per questo che ti nascondi dietro ad uno pseudonimo, eppure non ti è bastato.
Il Signore sa che ci sono molti adolescenti che si divertono a prendere in giro i coetanei, ricordo che lo facevano anche con me ma io non mi curavo dei loro commenti e forse per questo sono stata tentata di non rispondere neppure al tuo.
Come insegnante ho visto molti ragazzi come te e ti consiglio questo: esci, leggi un libro, fai dei complimenti a qualcuno, cerca di trovare la luce in te stesso c’è già abbastanza crudeltà in questo mondo e ognuno di noi deve cercare di tirare fuori il meglio non il peggio.
Spero solo che anche mio figlio un giorno passi sopra a commenti ignoranti come il tuo e e tratti gli altri con rispetto e dignità dovuti, lo meritiamo tutti, persino tu.
Con sincerità, una mamma orgogliosa.”
Una mamma difende il figlio e non possiamo che essere concordi con anche se è triste pensare anche solo che lo abbia dovuto fare!
Fonte: Huffingtonpost