Meno di una settimana fa si era parlato dei maltrattamenti subiti da alcuni piccoli alunni tra i 3 e i 5 anni che frequentavano un asilo di Potenza.
Meno di una settimana per smaltire l’indignazione per quei metodi “educativi” poco ortodossi usati da tre maestre, che attualmente risultano sospese dal loro ruolo ed indagate per maltrattamento di minori, che eccola riaffiorare di fronte ad un nuovo caso viene reso noto attraverso la stampa giornalistica.
Maltrattamenti in classe: bambini di una scuola elementare presi a calci, pugni e schiaffi.
Stavolta il luogo dei maltrattamenti in classe è una scuola elementare di Partinico, comune in provincia di Palermo.
Il tutto ha avuto inizio grazie alla segnalazione di due attenti genitori che, osservando la loro bambina giocare con le bambole, hanno notato alcuni suoi strani comportamenti.
La piccola alunna di seconda elementare aveva iniziato ad assumere un atteggiamento aggressivo durante i giochi, maltrattava la sua bambola, comportamento che ha indotto il padre a chiederle spiegazioni. La figlia ha così raccontato che le maestre erano solite alzare le mani e “tiravano schiaffi e botte in testa” ad alcuni suoi compagni.
I maltrattamenti in classe sono stati subito denunciati alla Guardia di Finanza le cui indagini, iniziate nel febbraio del 2016, hanno accertato la veridicità dei fatti grazie alle intercettazioni ambientali e le videoriprese.
Eloquenti le immagini registrate dalle telecamere collocate all’interno dell’aula, ancor più l’audio che mette in evidenza anche le offese, le minacce e le ingiurie che le maestre rivolgevano quotidianamente ai loro alunni.
Tra le vittime dei maltrattamenti in classe perpetrati dalle 3 maestre, tra cui una di sostengo, anche un alunno disabile.
Gli agenti hanno provveduto ad arrestare le insegnanti, attualmente ai domiciliari, con le accuse di minacce verbali, ingiurie e violenza nei confronti di minori, alle quali si aggiungono le aggravanti di abuso di potere e violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione effettuata nei confronti di minori e nei locali di un istituto d’istruzione.
Fonte: Giornale di Sicilia