Troppo sale sulla tavola degli italiani
Che un eccessivo consumo di sale non faccia proprio bene alla nostra salute lo si sa ormai da anni.
Ipertensione, cardiovasculopatie, nefropatie, ictus, infarti sono alcune delle risposte che il nostro corpo può dare quando esageriamo nel mettere troppo sale nei nostri piatti.
I pediatri consigliano sempre di non salare i cibi destinati ai bambini, “niente sale nell’acqua della pasta dei più piccoli”, e molti genitori sembrano aver recepito questo sano consiglio, ma gli adulti? Pare che a ben poco sono valse, fino ad oggi, le raccomandazioni contenute nelle Linee guida per una sana alimentazione italiana, edite con il patrocinio dei Ministeri della Salute e delle Politiche agricole.
Gli italiani consumano tanto sale: mediamente 11 grammi al giorno – pari a circa due cucchiaini da caffè -, il doppio delle dosi raccomandate. Troppo. Lo si legge in uno studio condotto da Francesco Cappuccio, ricercatore presso la Warwick Medical School, e pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal.
Una riduzione collettiva di tre grammi di sale al giorno, l’ideale sarebbe un massimo di 1-2 grammi di sale al giorno, – continua Cappuccio – permetterebbe di ridurre il numero di ictus e di infarti che colpiscono mediamente in un anno gli italiani.
Complici la nostra cultura e le tradizioni gastronomiche, con piatti molto sapidi, l’italiano riesce con difficoltà a togliere il sale dalla sua tavola e stenta a sostituirlo con aceto, limone o spezie. Lo mangia sotto forma di condimento in sé, ma anche – e spesso senza rendersene conto – attraverso alimenti che ne sono ricchi e che abbondano nelle nostre tavole e nella nostra alimentazione: cibi in scatola, prosciutti, salumi, formaggi stagionati, patatine, snack, dadi da brodo. La cucina cinese, poi, di gran voga, si caratterizza per un uso eccessivo di glutammato, lo stesso dei dadi da brodo.
Gli alimenti carichi di sale – ha spiegato Cappuccio nella sua ricerca – creano, in chi li assume, una sorta di dipendenza gastronomica, a causa del loro sapore forte, pungente e accattivante, ed è anche questo a dare l’enorme successo alle vendite di questi prodotti. Non solo. Un eccessiva sapidità negli alimenti – continua il ricercatore – svilupperebbe una sete che si tende a placare bevendo bibite che non sono affatto salutiste.
Il sale quindi? Meglio poco. E se proprio noi adulti non riusciamo a rinunciare alle nostre abitudine gastronomiche troppo salate, cerchiamo almeno di abituare i nostri bambini a mangiare alimenti con poco sale. Da adulti riusciranno ad apprezzare piatti meno sapidi e gli garantiremo un maggior benessere fisico.