Dialogare con i figli, piccoli o grandi che siano, non è mai semplice, non lo è perché i nostri ragazzi parlano una lingua tutta loro caratterizzata dall’età e influenzata dal contesto sociale in cui vivono anche fuori casa.
Dal momento della socializzazione in poi le capacità espressive dei figli vengono condizionate dal mondo esterno. Esse non dipendono, quindi, solo dalla famiglia ma risentono dell’influsso della scuola, della palestra, dei corsi frequentati e dei bambini con cui si instaurano contatti occasionali o stabili.
Per dialogare con i figli è importante avere un approccio semplice ai problemi, partendo da quesiti rassicuranti e di facile risoluzione.
Sulla scorta di questa convinzione Vita da Mamma vi propone delle “domande tipo” da sottoporre ai vostri bambini come spunto di confronto, motivo di confidenza e ragione di incontro. Queste semplici e dirette domande si rivolgono ai piccoli già in età scolare tra i 5\6 anni e i 9\10 anni.
“Come ti chiami?”, per esempio, può sembrare una domanda sbagliata da porre al bambino e addirittura improponibile. Vi chiederete perché mai un genitore dovrebbe domandare al bambini di affermare il proprio nome, mamma e papà ben sanno come si chiama il figlio! Ebbene partire da domande molto semplici, più bassa è l’età del bambino più essenziali debbono essere i quesiti, aiuta ad attirare l’attenzione del bambino, a strappargli un sorriso e a pianificare un confronto. Oltretutto allenta la tensione e favorisce la predisposizione del piccolo all’eloquio.
Per dialogare con i figli in modo proficuo è importante che i bambino non si sentano sotto “indagine”.
Quando li andate a prendere a scuola, al campo estivo, in palestra o al catechismo, sopratutto se sapete che non amano raccontarsi, non partite con una richiesta di spiegazioni secca:
- “Che hai fatto?”;
- “Chi c’era?”;
- “Con cosa avete giocato?”;
- “Che cosa avete mangiato?”.
E’ preferibile che il bimbo si senta protagonista di un dialogo in cui l’adulto si confronta con il figlio, instaurando, se è possibile, un rapporto alla pari. In questo senso è preferibile partire da un racconto personale per investire il bambino, solo successivamente, con una domanda indiretta, amichevole e volta al raffronto:
- “Io sono stata a casa della nonna, c’era una torta molto buona, ne ho preso una fetta per te. Tu hai assaggiato cose buone?”
Dialogare con i figli può diventare difficile se si pretende una risposta da adulto ad una domanda da grande.
Se si sospetta che il bambino si irrigidisca dinnanzi a qualche comportamento di un adulto, è del tutto inutile indagare direttamente sulla persona o sul fatto. Chiedere al piccolo:
- “Perchè la maestra ti ha fatto arrabbiare?” non è efficace quanto chieder al bambino: “Come si chiama la tua maestra?”;
- per poi proceder per gradi: “Mi piace quando vi fa fare quei bei disegni! A te cosa piace di più di lei?”;
- continuando ancora: “E dimmi cosa non vorresti fare tu in calasse?” oppure “ Qual è la cosa che hai fatto meno volentieri?”.
Comprendere il punto di vista dei bambini aiuta anche a favorire il loro rapporto con gli altri adulti e con i loro pari.
Vita da Mamma vi propone una serie di domande che possono rappresentare spunti utili per dialogare con i figli colloquiando alla pari
Quelle nella gallery qui sopra sono domande introduttive per dialogare con i figli. Esse possono facilitare l’instaurarsi di un dialogo scevro da tensioni, esemplificato e libero. Quelle che seguono (inserite nella prossima gallery) sono domande dirette che permettono al bambino di esprimersi liberando i propri desideri e manifestando le proprie volontà.
Quelle che seguono, invece, sono domande che permettono al bambino di esprimere una valutazione sul mondo e\o sulle persone che partecipano alla sua vita.
Più si entra nell’intimità del dialogo più è importante che il figlio non si senta indagato. Fate sempre in modo che il bambino scambi con voi informazioni su se stesso e sulla sua vita. Per esempio piuttosto che domandare con rigore: “Mi hai mentito?”, chiedetegli invece: “Io ho questo segreto … Tu hai qualche segreto che non hai mai svelato a nessuno e senti di voler rivelare?“
Nel dialogare con i figli selezionate le domande, il tono di voce e le informazioni che date al bambino tenendo conto della sua età e delle sue competenze.
Parlare con i bambini e dialogare con i figli filtrando le domande, attraverso il confronto e lo scambio di opinioni, è assolutamente proficuo e aiuta i piccoli a verbalizzare i moti dell’animo e i sentimenti. In condizioni di calma, per esempio la sera prima di addormentare i bambini, provate a spingerli al racconto di sé, chiedete loro cosa di bello hanno vissuto nella giornata. Non abbiate paura delle critiche indirette e dei dubbi dei figli, non dovete temere nemmeno le loro paure. Nel dialogo con i bambini si nasconde il futuro felice e coeso della famiglia.