I PICCOLI IMITANO I GRANDI PER GIOCO,
MA I GRANDI SONO CONSAPEVOLI DELLA RESPONSABILITA’ CHE GRAVA SU DI LORO NEL MOMENTO IN CUI DIVENGONO IL MODELLO DEI LORO FIGLI?
NOI GENITORI SIAMO DEGLI EDUCATORI COSCIENTI?
Trascorre più tempo il bambino a guardare l’adulto che non il genitore a guardare lui. Forse è proprio così, altrimenti come spiegheremmo la capacità che ha il piccolo di imitarci?
L’ imitazione è la ripetizione di un comportamento di un’altra persona ed è uno dei giochi preferiti dei bambini. Attraverso l’imitazione degli adulti i bambini iniziano il loro processo di crescita e sviluppo e ciò avviene
soprattutto attraverso l’osservazione dei loro genitori.
A tal riguardo sarebbe sempre buona norma di tutti, mamma, papà, fratelli, nonni e zii assumere atteggiamenti e comportamenti che siano di insegnamento ai piccoli al fine da evitare poi la tipica frase, accompagnata da atteggiamento di stupore: “ma chi te lo ha insegnato?”
Essendo consapevoli del fatto che “i bambini sono delle spugne”, imitano e ripetono ogni atteggiamento visto compiere dai genitori o frase sentita pronunciare dai grandi, gli adulti dovrebbero fare attenzione a come si comportano e cercare di non influenzare in maniera negativa la crescita dei loro piccoli.
Finchè l’adulto si comporta bene la parola “imitata” è una cosa carina è appagante per tutti, ma se i bambini iniziano a ripetere parolacce o brutti gesti, magari ascoltati durante una discussione tra mamma e papà o tra gli zii, allora l’imitazione assume una accezione negativa. In questi casi, poi, l’intervento di un adulto, volto a correggere il piccolo, è più che doveroso e necessario. Ma attenzione: l’adulto è consapevole di correggere un comportamento imitato? Ovvero, richiamando il bambino, il genitore riesce contemporaneamente a riflettere sul fatto che quell’atteggiamento da ammonire il piccolo lo ha riprodotto assumendo, per imitazione, un “modo” espressivo dell’adulto stesso?
I bambini sono dei grandi imitatori, per loro ripetere le azioni degli adulti è una cosa importante che li appaga e li fa sentire cresciuti.
L’imitazione è parte di un processo di evoluzione e crescita del fanciullo, è, cioè, una tappa dello sviluppo che avviene “automaticamente”; è per questo che i bambini imitano tutto indistintamente, imitano anche se a volte non sanno assolutamente il significato di ciò che copiano dall’adulto. Ecco che spesso i piccoli pronunciano una parola o compiono un gesto a loro ignoto, lo fanno semplicemente come azione ripetuta. Ai piccoli fa solo piace fare ciò che fanno gli adulti … fanno quel dato gesto o dicono quella data parola , perché lo hanno visto fare da mamma e papà e …. se lo fanno loro vuol dire che è bene!
Questo è il primo ragionamento dei più piccoli. Ma attenzione lo sviluppo cognitivo del bambino non è così elementare! Esiste anche un successivo step logico, un secondo che è quello più smaliziato ed interviene come “reazione” al rimprovero : i bambini, rendendosi conto che quel gesto o quella parola ripetuti suscitano reazioni negative nell’adulto, tendono a ripeterli per attirare l’attenzione. Stessa reazione se la risposta dei genitori è una bella risata.
Occhio genitori quindi ai vostri comportanti! Ricordatevi sempre di dare il buon esempio e poi attenzione alle vostre reazioni di fronte a gesti o parole inconsulte e poco idonee ai più piccoli.
Durante il primo anno di vita il bambino tende a ripetere le espressioni del volto, maggiormente quello della mamma perché è quello che vede di più soprattutto durante le poppate. In questo momento i due volti sono estremamente vicini e il piccolo resterebbe ore a fissare gli occhi della mamma, come anche la mamma del resto!
Mano a mano che cresce il bambino chiederà alla mamma di stendere il bucato o lavare i piatti con lei o le domanderà di cucinare, oppure di riparare un giocattolo assieme al papà. Se accade ciò vuol dire che i piccoli vi stimano perché loro tendono ad imitare le persone che vorrebbero essere e a cui vogliono bene.
Con la crescita, poi, una volta raggiunta l’età scolare (3\6 anni) si può cadere nel rischio che l’imitazione si sposti verso atteggiamenti meno edificanti e tal volta un pò prepotenti, ma ciò è evitabile se i genitori hanno fatto un buon lavoro in precedenza, ovvero se hanno orientato l’educazione del bambino conducendolo già alla discriminazione tra ciò che è ammissibile e giusto e ciò che non lo è. laddove, poi, questo lavoro di orientamento del bambino non finisce praticamente mai!
Il figlio rispecchia il genitori e a volte è anche sbagliato rimproverarlo per una frase poco adatta ad un bimbo della sua età, ma bisognerebbe solo chiedersi se è una frase che ha ascoltato a casa. Parlare con il bambino, spiegandogli che quella parola non ha un significato bello e che fa dispiacere la mamma, è un buon primo passo. Il secondo sarebbe quello di ammettere d’avanti al bambino di averla personalmente pronunciata qualche volta, ma di essersene subito pentiti e di aver chiesto scusa alle persone presenti. Così facendo il bambino inizierà a comprendere che non tutti i gesti e le parole dei grandi possono essere ripetuti e che anche i grandi a volte sbagliano.