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Metodo Montessori: 6 Principi per Educare i Figli alla Libertà

di Federica Federico

15 Marzo 2016

Cosa vuol dire educare un figlio col metodo Montessori, a quali principi va ispirato il percorso col bambino e quali sono gli effetti di questa possibilità?

L’educazione è una scelta ed è un’opportunità. Educando si sceglie il modo in cui la pianta della vita verrà trattata, il terreno in cui verrà protetta e il nutrimento con cui verrà sostenuta; in qualche modo si “determinano” i ricordi che il bambino da grande tramuterà in principi e applicherà alla sua vita. Educando si ha anche l’opportunità di tornare alla purezza del cuore, di ritornare bambini, di riprovare la sorpresa della scoperta e la meraviglia della conoscenza.

Maria Montessori, a cui Vita da Mamma tanto spesso ispira i suoi scritti sull’educazione, ancora oggi, attraverso i sui lavori, memoria imperdibile di una saggezza da tramandare, esorta ad educare alla libertà, ovvero all’autonomia e alla padronanza di sé.

Nel metodo Montessori, educare alla libertà significa non sopraffare il bambino con le certezze dell’adulto, equivale a permettere al piccolo di costruirsi le proprie consapevolezze facendo esperienza di vita.

  1. Amare,
  2. Rispettare,
  3. Osservare,
  4. Liberare,
  5. Incoraggiare,
  6. Assecondare

sono questi i principi che debbono ispirare un genitore che voglia educare i figli secondo il metodo Montessori.

metodo montessori genitori

Amare e rispettare nel metodo Montessori:

comunemente siamo abituati a tradurre l’amore in appartenenza, per cui sintetizziamo questo sentimento nella materiale condivisione della vita. Come genitori sentiamo di amare i nostri figli per il solo fatto di non poter più vivere senza di loro.

In punto di educazione montessoriana l’amore equivale al rispetto e il verbo amare si coniuga insieme al verbo rispettare.

Il bambino va considerato come persona e va trattato alla stessa stregua di un adulto in cui si confida, di cui si ha stima e che ci è amico. Questo modo di amare e rispettare elimina in radice ogni punizione corporale e coercitiva, allontana la violenza e richiama il dialogo e il confronto.

Osservare nel metodo Montessori:

il genitore montessoriano non si sovrappone al bambino, non rompe la sua concentrazione, non intralcia il suo duro lavoro di esplorazione e scoperta del mondo, ma, “semplicemente”, osserva il bambino.

Osservare significa comprendere, in tal senso l’atto di osservare dà la possibilità al genitore di selezionare i materiali e le attività più stimolanti per il bambino; conferisce alla madre e al padre la facoltà di indirizzare il piccolo per la via più prossima alla sua felicità; e facilita, infine, anche l’incontro tra genitori e figli.

Non tutti i genitori valutano debitamente il potere dell’osservazione: il bambino osservato e monitorato, ma non interrotto e limitato nel suo agire, avrà modo di sperimentare il mondo e di imparare a concentrarsi.

La concentrazione è una competenza che non è innata nel bambino ma che il piccolo acquisisce e stratifica attraverso l’esperienza pratica. La capacità di attenzione, che tanto diventa importante a scuola, principia nel gioco non ostacolato e individuale del bambino.

Liberare nel metodo Montessori:

i bambini non vanno tenuti per mano, piuttosto vanno liberati alla vita ovvero condotti alla possibilità di imparare a fare da soli.

Ogni bambino riuscirà a fare da solo so se sarà stato messo nella condizione di provare, di sbagliare e di ritentare fino alla riuscita e sino al perfezionamento.

In questo senso il genitore montassoriano non deve limitare mai il bambino che si stia mettendo alla prova, all’opposto deve lasciarlo libero di misurarsi fiduciosamente sempre con nuove attività. E ciò vale dal gioco alle mansioni domestiche, vale nella motricità come nell’eloquio, in casa come nella società.

Il bambino va reso libero anche nella facoltà di scegliere. L’educazione alla scelta è un’altra prerogativa chiave del metodo Montessori.

Le persone indecise provengono da un passato di scelte mancate e spesso quel passato ha remote radici anche nell’infanzia. Il genitore non è un sostituto del figlio, mamma e papà hanno solo il compito di accompagnare il bambino all’autonomia e pertanto non debbono scegliere per lui ma, all’opposto, devono educare il piccolo a decidere per sé.

Per liberare il tuo bambino all’autonomia, stimolalo sin da piccolo a fare le sue scelte: lascia che scelga come giocare e quando farlo, come vestirsi e cosa mangiare.

Stimolando il bambino a fare da solo le proprie scelte, il genitore facilmente si sorprenderà di veder crescere il figlio in autonomia e sicurezza decisione dopo decisione.

Incoraggiare nel metodo Montessori:

il bambino non ha bisogno di essere giudicato ma ha bisogno di essere incoraggiato. Il giudizio, anche se espresso non sempre in negativo, non libera il potenziale del bambino che invece trova il suo stimolo nell’incoraggiamento, ovvero nel riconoscimento di un’attitudine positiva.

In questo senso inutile lodare genericamente il bambino e in modo del tutto lontano da un’azione concreta, meglio focalizzare l’attenzione su un’attitudine praticamente manifestata: “Questo disegno è molto bello”; “Questa tavola è accogliente e bella, questa sera renderà la cena più felice”; “Che bella scultura di palstilina, se me la regalerai la esporrò sul mobile della cucina”.

Il bambino ha bisogno di trovare conforto nelle azioni che porta a compimento e di scoprire che i suoi sforzi sono stati utili e ben ripagati.

Assecondare nel metodo Montessori:

il bambino è un organismo in divenire, dentro il suo petto battono cuore e bisogni. I bisogni fisici ed affettivi rappresentano gli stimoli che spingono il bambino alla crescita.

Il genitore che si ispira al metodo Montessori, impara a comprenderne i bisogni del figlio dall’osservazione attenta e diretta del bambino. E con uno sforzo di disponibilità dovrebbe cercare di assecondare tali bisogni facendo sì che il bambino stesso crei, sulla base dei suoi peculiari impulsi alla crescita, una routine quotidiana e di vita del tutto propria.



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