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Come Riconoscere il Diabete nei Bambini, Sintomi

di Dott.ssa Maria Paola De Biase

23 Febbraio 2016

Possibile che il mio bambino abbia il diabete? È chiaro che la frequenza del diabete nei bambini stia crescendo, soprattutto al di sotto dei 5 anni. Si parla di diabete infantile. Riconoscere precocemente i sintomi ed effettuare la diagnosi quanto prima è fondamentale per agire in maniera tempestiva ed evitare che ne risenta tutto l’organismo del bambino. Si sa infatti che il diabete predispone a numerose complicanze che coinvolgono un po’ tutto l’organismo.

Per il diabete nei bambini occorre puntare quindi sulla diagnosi precoce più che sulla predizione della sua insorgenza, la quale è molto difficile, per non dire impossibile.

diabete nei bambini sintomi

Il diabete che insorge nei bambini è nella maggior parte dei casi diabete di tipo I (definito appunto diabete giovanile) ed è il diabete che richiede il supporto insulinico, in quanto l’organismo non è in grado di produrre l’ormone insulina necessario per abbassare il livello della glicemia.

Anche in caso di diabete nei bambini è indispensabile la terapia insulinica. La diagnosi precoce permette al bambino diabetico di vivere serenamente la sua infanzia, anche se sarà inevitabilmente legata alla terapia.

Il diabete nei bambini colpisce con una frequenza pari a 6,4 su 100000 in Italia. I sintomi si manifestano quando le cellule del pancreas hanno già subito un danno cronico.

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I primi sintomi che si manifestano in caso di diabete, anche nei bambini, sono la poliuria, ossia l’aumento della pipì, la nicturia, ossia l’aumento della pipì nelle ore notturne (quando la glicemia è molto alta) e la polidipsia, ossia la sensazione di sete intensa.

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Altri sintomi che possono comparire sono l’aumento della fame (polifagia – sensazione di fame intensa) e una sensazione di stanchezza continua.

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Se non si riconoscono in tempo questi sintomi che sono precoci, si può arrivare anche a una condizione nota come chetoacidosi, che si verifica quando i livelli di insulina nel sangue sono talmente bassi che gli zuccheri non riescono ad entrare nelle cellule per fornire energia; ne consegue che viene innescato un meccanismo che porta alla demolizione dei grassi che invece possono fornire energia alle cellule. I grassi vengono degradati rilasciando come prodotto di scarto i corpi chetonici.

La chetoacidosi si manifesta con mancanza d’aria, vomito, disidratazione, dolori addominali. Soprattutto in caso di diabete nei bambini l’ideale è non arrivare a tale condizione, sicuramente già molto critica.

Per parlare di diabete nei bambini il primo campanello di allarme è sicuramente un valore di glicemia che supera i 126 mg/dl, lo stesso valore soglia dell’adulto. I valori normali di glicemia variano tra 60 e 130 mg/dl perché l’ormone insulina è in grado di mantenere bassa la glicemia anche dopo un pasto. Avendo un deficit nell’ormone il soggetto non riesce a regolare i livelli degli zuccheri nel sangue (glicemia).

Nonostante la funzione dell’ormone insulina sia sopperita da quella che viene somministrata con la terapia, in caso di diabete nei bambini ci sono delle indicazioni dietetiche a cui occorre attenersi per un controllo ancora migliore della glicemia.

Abbiamo parlato di diabete di tipo I, ma occorre essere a conoscenza anche della possibilità dell’insorgenza di diabete di tipo II. Questo tipo di diabete è tipico della vita adulta, ma è sempre crescente il numero di bambini che diventano diabetici a causa di uno stile di vita inadeguato. Il diabete di tipo II è il diabete legato all’obesità. Se individuato tempestivamente è una condizione reversibile, a differenza del diabete di tipo I che è dovuta ad un difetto genetico.

Un bambino a rischio di diabete di tipo II è in genere sovrappeso, con un indice di massa corporea (IMC) che supera l’85°, presenta altri casi di diabete in famiglia e può presentare zone scure sul collo. I sintomi che si manifestano in caso di diabete di tipo II sono gli stessi del diabete di tipo I.

Alcune indicazioni generali che valgono sia in caso di diabete di tipo I che di tipo II nei bambini:

Effettuare pasti regolari, a partire dalla prima colazione, che viene spesso saltata soprattutto nei bambini dai 6 anni in su. Effettuare 5 pasti al giorno aiuta a mantenere più costanti i livelli di glicemia nell’arco di tutta la giornata. Un digiuno prolungato invece può dare episodi di ipoglicemia.

Ridurre il consumo di zuccheri semplici a favore dei carboidrati complessi. Quindi a dolci, zucchero, prodotti da forno confezionati occorre preferire pane e pasta.

Dividere in maniera equa i carboidrati complessi della giornata, quindi tra colazione, pranzo e cena.

Effettuare pasti completi dati da primo – fornisce carboidrati- , secondo -fornisce proteine – verdure e frutta – forniscono fibre, sali minerali e vitamine.

Ridurre il consumo di grassi saturi, quindi carni troppo elaborate e grasse, limitare l’assunzione di uova e formaggi.

Condurre uno stile di vita attivo, che comprenda l’attività fisica.



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