L’atto di mangiare le unghie altro non è che uno sfogo, un modo per veicolare la rabbia repressa, l’ansia e lo stress.
Per sgomberare il campo da ogni dubbio o equivoco, diciamo subito che mangiare le unghie non è un vizio.
Il bambino che mangia le unghie trova in quell’azione consolatoria un modo per liberarsi dall’ansia e dallo stress e portando le mani alla bocca soddisfa anche una stimolazione orale che rievoca l’infanzia e la piacevolezza della suzione.
Aggiungiamo che non è proficuo sgridare il bambino che non smetta di mangiare le unghie o peggio cospargergli le dita di rimedi naturali sgradevoli al gusto.
La percentuale dei bambini che rosicchia le unghie e\o mette le dita in bocca non è bassa, si stima che lo facciano (almeno in alcune fasi emotive) il 28% dei bambini.
La natura emozionale dell’atto di mangiare le unghie è dimostrata dal fatto che la percentuale di rosicchiatoti cresce tra gli adolescenti, il 44% dei quali porta le dita alla bocca e magia le unghie con frequenza e senza riuscire a desistere.
Gli adulti e gli anziani sono, invece, dotati di un maggiore autocontrollo, infatti si stima che solo il 5% dei nonnini rosicchi le unghie contro un 20\30%degli adulti.
(Fonte delle statistiche Figli Felici e Sani RIZA Bimestrale N°71 Marzo – Aprile 2015)
Mangiare le unghie può avere delle implicazioni fisiche sconvenienti:
- micro lesioni alle dita;
- infezioni nelle zone di cute erose;
- infezioni sull’unghia;
- a lungo andare, persino, erosione dei denti più coinvolti nell’azione di scalfittura delle unghie.
Oltretutto portare le dita alla bocca massimizza il pericolo di contagi epidemici, per esempio espone il bambino a facili contagi nei periodi di picco influenzale.
Cosa rappresenta nell’inconscio del bambino il mangiare le unghie?
L’unghia ha un valore simbolico: essa è l’artiglio, l’arma di difesa e di aggressione. In questo senso il bambino che se ne priva potrebbe sentirsi incapace di difendere se stesso dagli accadimenti della vita e dagli altri.
Pertanto è bene valutare se il piccolo stia attraversando una fase di disagio scolastico o familiare oppure sociale (ovvero di inserimento in un nuovo gruppo).
Così interpretato l’atto di mangiare le unghie può risolvere un disagio intervenuto, per esempio, con l’ingresso ad una nuova scuola o con il subentrare di cambiamenti nell’alveo familiare (come una separazione o l’avvenuta conoscenza col nuovo compagno della mamma o del papà).
In molte altre occasioni mangiare le unghie serve al bambino per sfogare una parte della sua ansia repressa, del suo stress o della sua energia negativa.
Spesso ansia, stress ed energie negative investono i bambini sottoposti a nuove e dure prove come il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla primaria oppure l’attesa di qualche prova scolastica o di questa o quella gara sportiva.
Anche i bambini sono soggetti a tensione emotiva. Troppo spesso noi adulti classifichiamo certe loro attività come semplici, divertenti, necessarie, dovute o normali.
Da genitori dovremmo fare uno sforzo di immedesimazione maggiore pensando anche al carico emotivo realmente esercitato sul bambino da banali attività (come lo studio associato allo sport, all’inglese, al corso di lettura, eccetera).
Un bambino in equilibrio con se stesso non deve essere eccessivamente oberato e caricato, è consigliabile che abbia anche dei tempi di “noia” o di “dolce far niente” da riempire col riposo, con la calma, col gioco individuale e orientato alla scoperta di nuove passioni.
Se a mangiare le unghie è un bambino particolarmente nervoso, particolarmente eccitato, magari anche intollerante alle regole, ma che non fa sport, è possibile valutare l’opportunità di introdurlo ad una disciplina sportiva.
Vi sono discipline sportive particolarmente adatte ai bambini che hanno bisogno di sfogare stress e anzia inquadrando, contemporaneamente, il comportamento e rimodellando il carattere. Un esempio su tutti è quello delle arti marziali.
Cosa fare per aiutare il bambino a smettere di mangiare le unghie?
Non sgridate il bimbo che rosicchia le unghie ma dai 6 anni in poi spiegategli, con parole semplici, i danni a cui va incontro (dalle micro lesioni della cute al veicolo dei batteri);
non usate unguenti sgradevoli al gusto: se il bambino mangia le unghie per nervosismo, subire l’impatto “cattivo” dell’amaro in bocca non farà altro che maggiorare il suo stress e la sua rabbia;
avviate i bambini ad uno sport che li aiuti a canalizzare le loro energie;
distraete il bambino: se lo sorprendete a mangiare le unghie coinvolgetelo in una discussione o, meglio ancora, in un’attività manuale.
Mangiare le unghie è, dunque, un sintomo di un disagio del bambino rispetto al quale la migliore correzione sta nella fortificazione dell’autostima del piccolo.
Concedete al bambino anche l’opportunità di parlare più a lungo con voi, di raccontarsi e di confrontarsi, puntate, nel dialogo come nel gioco, alla esposizione delle emozioni, fate sì, cioè, che il bimbo impari a raccontarvi cosa prova, cosa desidera e cosa vuole.
Normalmente il bambino smette di mangiare le unghie quando viene rimossa la causa principale dello stress o comunque quando , crescendo, riesce ad equilibrare da solo e più proficuamente i propri stati emozionali.