Che cos’è la depressione post partum e come si riconosce?
Il fenomeno della gravidanza è associato nella maggior parte dei casi ad un evento unico, indescrivibile, un momento culminante nel processo ciclico della vita, da figlia si diventa madre e con esso si mutano tutti i ruoli e le funzioni assolte finora.
Pertanto il cambiamento fisico e psichico nella puerpera diventano i segnali tangibili di una trasformazione che indiscutibilmente segna la sua esistenza: le aspettative, le speranze, ma anche le preoccupazioni si trasformano perché dentro di sé sta crescendo lentamente una vita e la madre si sente portatrice e custode di un tesoro dal valore inestimabile per nove mesi.
Successivamente a tal periodo ci possono essere dei fattori che provocano sintomi depressivi tipici che configurano la “depressione post partum”.
Prima ancora di addentrarci sui sintomi e sul modo di fronteggiare tale difficoltà è necessario ricordare che la depressione post partum si distingue da altre due tipologie ad essa simili, ossia:
il baby-blues: (o blues post-partum) caratterizzato da frequenti crisi di pianto, senso di tristezza, irritabilità, ansia, disturbi del sonno e dell’appetito, i quali insorgono dopo pochi giorni dalla nascita del bambino e tendono a sparire al massimo in due settimane e non comportano conseguenze psicologiche a lungo termine; tale fenomeno si verifica intorno al 70% delle neomadri;
la psicosi post-partum: oltre ai sintomi precedentemente elencati si evidenziano anche allucinazioni, paranoia, deliri di natura persecutoria, di grandezza, di gelosia o bizzarri nonchè tendenze suicide ed omicide nei confronti del bambino. Tale patologia colpisce 1- 2 donne su 1000 e di solito si manifesta tra la prima e la quarta settimana successiva al parto.
La depressione post partum è una patologia da cui è affetta circa il 10 – 20% delle donne ed insorge in media 3-4 settimane dopo il parto e può durare anche per un intero anno.
Attualmente la medicina non ha ancora fornito spiegazioni valide che possano spiegare con esattezza l’origine di tale affezione, tuttavia secondo alcuni studi durante tale fase si verificano cambiamenti ormonali nella donna, ossia un abbassamento del livello degli estrogeni e del progesterone, soprattutto in donne che lamentano dolori durante la fase pre-mestruale.
Associata ai fattori prettamente organici, a tale patologia possono essere ascritte cause di tipo psicologico, ossia la preoccupazione legata al cambiamento dei ruoli e delle funzioni tipiche del passaggio dall’essere figlia ad essere madre con le responsabilità ad esso associate, nonché timori legati al cambiamento del proprio aspetto fisico ed in generale di come verrà modificato lo stile di vita e relazionale successivamente a tale evento.
I segni caratteristici della depressione post partum sono i seguenti:
- abbassamento del tono dell’umore con improvvisi sbalzi
- disturbi del sonno e dell’appetito
- instabilità emotiva
- esaurimento e confusione
- senso di disperazione, di perdita di valore e di inadeguatezza
- negazione dei vissuti depressivi
- timore di fare del male al bambino e/o a se stessa
- disinteresse per il bambino
- ritiro sociale
- pianto incontrollato
- indolenza
- affaticamento, rallentamento dei movimenti o dell’eloquio
- ridotta capacità di concentrazione
- sensi di colpa
- pensieri ossessivi e pessimisti
Questo disturbo non solo può essere associato con altre patologie ma può provocare effetti a lungo termine sul bambino ovvero: difficoltà dovute ad un attaccamento poco sano alla madre, disturbi cognitivi, sociali ed evolutivi; inoltre tale condizione potrebbe comportare difficoltà nelle relazioni con il partner e sociali.
Quando la depressione post partum deve preoccupare la donna o chi le sta accanto?
Nei casi in cui i sintomi divengano significativi o persistono per oltre due settimane è necessario consultare specialisti del settore i quali possano intervenire da un punto di vista medico e psicologico al fine di fronteggiare tale disturbo.
Tuttavia, se da una parte è importante chiedere aiuto , fidarsi ed affidarsi a terze persone, dall’altra è possibile prevenire l’insorgenza di tale disturbo, seguendo dei percorsi di psico-educazione pre e post natale in cui può individuare già il grado di vulnerabilità alla depressione post partum.
Attraverso tale tipologia di prevenzione sarà possibile effettuare anche un percorso di accompagnamento alla nascita cosicchè la futura madre potrà condividere esperienze, idee, emozioni ed informazioni.