Le intolleranze alimentari sono sempre più diffuse, basta parlare con qualcuno per scoprire in breve tempo che è intollerante a qualche alimento o pensa di esserlo, collegando alcuni disturbi non diversamente spiegabili. Non è sempre facile individuare i cibi a cui siamo intolleranti ma è possibile prestando attenzione e seguendo alcuni consigli.
Intolleranze alimentari, come individuarle
In realtà baterebbe fare molta più attenzione a ciò che mangiamo per riuscire a comprendere meglio le eventuali intolleranze ed intercettarle subito, a volte il nostro corpo può essere maggiormente recettivo ad una sostanza in un determinato momento e meno in altri, dunque bisogna saper ascoltare molto bene il nostro organismo, i suoi meccanismi e il modo in cui “comunica” con noi.
Spesso purtroppo non consideriamo sufficientemente importante tenere traccia mentale di ciò che mangiamo, la superficialità con cui normalmente assumiamo gli alimenti è un altro indice del benessere materiale raggiunto laddove consumiamo in modo abbastanza frenetico e scontato molte cose senza neppure sapere cosa contengono o senza neppure ricordarcene letteralmente.
Alcune semplici regole possono aiutarci ad essere più attenti a ciò che mangiamo e a capire meglio e in tempo i disagi del nostro corpo che segnalano un’intolleranza.
Le regole per individuare le intolleranze alimentari
Abbiamo detto che è molto importante essere più attenti a cosa mangiamo e infatti, nel caso in cui si sospetti un’intolleranza alimentare, è opportuno:
– annotare tutto ciò che si mangia, anche i piccoli snack a cui spesso non diamo importanza e segnare in una colonna parallela gli eventuali effetti che si hanno durante il giorno e che possono essere correlati ad intolleranze alimentari:
mal di testa, problemi intestinali quali gonfiori, bruciori, meteorismo, problemi digestivi, particolare sonnolenza e tendenza ad affaticarsi, iperattività e nervosismo soprattutto nei bambini, pruriti, arrossamenti soprattutto intorno alla bocca, pallore di viso e mani, sudorazione ingiustificata o eccessiva, sensazione di freddo o di caldo improvvise, estremità fredde, secchezza degi occhi, muco, naso chiuso e starnuti pur senza raffreddore, sensazione di fastidio in gola, afte, tachicardia, vertigini.
Possono essere presenti uno o più sintomi e manifestarsi con diversi gradi di intensità o frequenza ma annotando tutto ciò che mangiate sarà più facile correlarli ad un’intolleranza alimentare o darne un’altra giustificazione eventuale.
– In secondo luogo dovete cercare di semplificare i pasti in modo che sarà più facile individuare i componenti singoli utilizzati nelle pietanze responsabili delle eventuali intolleranze alimentari. Cibi semplici, poco elaborati dove introdurrete 2 massimo 4 elementi contemporaneamente e quando, in base alle vostre annotazioni, sarete riusciti ad isolare i cibi che si sospettano dannosi, provare a mangiare qualcosa che contenga esclusivamente quelli, per quanto possibile, in modo da esserne maggiormente certi.
– Una volta stabilito con un certo margine di sicurezza l’alimento responsabile delle intolleranze alimentari, provate ad eliminarlo completamente dalla vostra dieta per circa 10 giorni e reintroducetelo solo dopo. La regressione della sintomatologia che avevate accusato precedentemente e il suo ritorno vi farà stabilire con ancora più certezza la correlazione tra un cibo e la vostra intolleranza.
Ricordate che nei 10 giorni di sospensione dal cibo “sospetto” potreste anche avere dei piccoli segni di astinenza che non devono essere confusi con quelli che avevate annotato e vi hanno fatto pensare ad un’intolleranza. Potrest avere disturbi temporanei legati all’umore, fenomeni di costipazione o, al contrario, diarrea. Potrebbero essere sintomi addirittura positivi perché denotano che il vostro corpo fa fatica ma sta disintossicandosi.
Ricordiamo che molte intolleranze alimentari, tra quelle più diffuse, sono provocate da latte e formaggi in genere, soprattutto vaccini, glutine, uova, pomodori, lieviti, cioccolato, vino, peperoncino e peperoni, agenti conservanti.
E’ opportuno informare il medico dei vostri sintomi, sempre e comunque, come degli eventuali risultati derivati dalla vostra osservazione e le vostre eventuali conclusioni che solo un medico saprà interpretare in modo corretto, magari supportandone la validità e soprattutto proponendovi una terapia o una dieta idonea.