Amor, ch’a nullo amato amar perdona …
… vi ricordate di Paolo e Francesca i due amanti romantici perduti tra le pene dell’inferno dantesco? I due lussuriosi, immagine della passione e del coinvolgimento amoroso? Continuano ad essere noti come i protagonisti di uno dei più memorabili drammi della gelosia: Francesca , sposata a Gianciotto, lo tradisce con il fratello Paolo. Quando gli amanti vengono sorpresi, la rabbia ed il senso dell’onore armano la mano di Gianciotto che li uccide.
Questa storia mista d’amore, passione e sentimenti celati sembra rappresentare completamente la gelosia. Un sentimento inspirato dalla competizione ancor prima che dal dolore del tradimento in sé. Infatti, per come siamo abituati a pensare alla gelosia chi la nutre ha innanzitutto paura della intromissione di un‘altra persona nel rapporto di coppia. In questo senso la prima domanda che ci si pone dinnanzi ad un tradimento è “ Perché, cosa aveva l’altra più di me? “.
Ma questa concezione della gelosia “come possesso esclusivo della persona amata” forse è superata, almeno pare lo sia per gli uomini. La Simla – Società italiana di medicina legale e assicurazioni – ha organizzato un incontro dedicato al tema della gelosia; i criminologi, gli psichiatri e i medici legali che hanno partecipato ai lavori sostengono che per gli uomi la gelosia non affonderebbe più le sue radici nella rivalità amorosa, bensì nella paura dell’abbandono.
Dalla pagina web del tg1 l’opinione dell’esperta: “L’uxoricidio è figlio di una sottocultura della prepotenza e della discriminazione di genere – afferma la criminologa dell’università di Milano, Isabella Marzagora Betsos – e in molti casi è compiuto da soggetti che vivono nel panico dell’abbandono”. Uno dei momenti più a rischio, secondo la criminologa, è quello della prima gravidanza, “quando il partner sente che l’attenzione della donna è distolta da lui e può soffrire di un forte senso di abbandono tale da spingerlo all’omicidio“.
Ma cos’è l’uxoricidio?
Il termine deriva dal latino: uxor “moglie” e racchiude in sè tutti quei casi in cui un coniuge uccide l’altro. Quindi rappresenta la figura giuridica volta alla disciplina dell’ omicidio della propria moglie o del proprio marito. Malgrado l’etimologia, viene utilizzato in estensione anche per l’omicidio del marito. Nell’alveo del diritto penale italiano appartiene all’ampio genere dell’ omicidio, aggravato dal rapporto coniugale tra vittima e carnefice.
Personalmente trovo che questa mutazione della gelosia sia molto in linea con la spiccata tendenza all’egoismo ed all’egocentrismo dei giorni nostri. Intendo dire che l’individualismo sfrenato ed incontrollato dei tempi moderni potrebbe essere l’assurda ragione che genera la paura di perdere le cure ed i vantaggi garantiti da una donna. Per parte mia credo che colui che nutre tale paura ami solo se stesso e non conosca il profondo senso della unione familiare. Ed il tutto si aggrava laddove la paura di perdere la compagna è avvertita in modo più forte della rabbia di saperla tra le braccia d’un altro o della gioia di vederla madre innamorata di suo figlio.