La dieta Lemme deve il suo nome al suo fondatore, il dottor Lemme, farmacista-ricercatore e un po’ anche filosofo.
Una affermazione corretta di Lemme è “bisogna mangiare per dimagrire”, quindi ribadisce l’importanza di un certo apporto calorico per assicurare il metabolismo giusto che serve a dimagrire ma anche a mantenere il peso raggiunto.
Altro concetto importante e che ha la sua valenza nella dieta Lemme è la regolarità dei pasti e l’importanza di rispettare determinati orari.
Fin qui, niente di nuovo e nemmeno niente di strano, anzi direi che sono concetti condivisibili.
La dieta Lemme dà anche molta importanza anche all’indice glicemico degli alimenti: più è alto in un alimento e maggiore è la produzione di glucosio, con la maggiore produzione di insulina (un eccesso di insulina induce il deposito dei grassi in secondo luogo); alimenti con indice glicemico medio-basso protraggono il senso di sazietà e quindi garantiscono un migliore controllo del peso.
Anche su questo concetto siamo d’accordo, chiunque esperto in nutrizione consiglierebbe gli alimenti a più basso indice glicemico.
Veniamo ai concetti più “interessanti” e “innovativi” della dieta Lemme:
- inutilità delle calorie perché non sono un utile strumento per misurare il cibo;
- Inutilità nel fare sport; Lemme ritiene che fare sport è inutile con una dieta così ricca di proteine che da sola garantisce tonicità muscolare.
Ci sono sicuramente diverse testimonianze di gente che dopo aver provato questa dieta la difende e la divulga, ma molte più persone la ritengono una dieta “stravagante”, che non ammette il conteggio delle calorie ma mette al bando alcuni alimenti come biscotti, dolciumi, zucchero, sale (anche quello da aggiungere nella pasta).
Stravagante anche perché per seguire la dieta Lemme bisogna essere disposti anche a inserire spaghetti a colazione.
Io la definirei la dieta del “niente”:
- niente sale: nemmeno nell’acqua di cottura della pasta; esso causa ipertensione e aumenta l’indice glicemico degli alimenti;
- niente zucchero: lo zucchero stimola la produzione di insulina che è strettamente correlata all’accumulo di grasso;
- niente pane: solo pasta, un po’ di frutta e verdura sono la fonte ammessa di carboidrati;
- niente associazioni tra carboidrati e proteine, quindi niente primo e secondo insieme.
Come è strutturata la dieta Lemme?
La dieta Lemme è divisa in due fasi:
- Prima fase del dimagrimento: dura fino al raggiungimento dell’obiettivo. Contando che la dieta Lemme assicura un calo fino a 10 kg in un mese. Ogni due giorni chi segue la dieta deve contattare il dottor Lemme e comunicare peso, circonferenze per poter passare ad un altro menù specifico.
- Seconda fase, di mantenimento (di “educazione alimentare”): dura tre mesi; si deve mantenere un certo equilibrio ormonale per assicurarsi che i kg persi siano mantenuti. Si basa molto sulla consapevolezza di scegliere gli alimenti ammessi e di evitare gli alimenti che fanno ingrassare.
Per avere un’idea di come sia impostata la prima fase della dieta Lemme vediamo un giorno-tipo:
- colazione: pasta senza sale con olio e peperoncino (quantità variabile da 50 g fino a massimo 10 Kg)
- spuntino: limone
- Pranzo: tacchino (quantità variabile secondo desiderio da 50 g fino a massimo 10 Kg)
- spuntino: tè amaro
- Cena: tonno (quantità variabile secondo desiderio da 50 g fino a massimo 10 Kg)
La fase di mantenimento prevede l’introduzione graduale di alcuni alimenti, sempre sotto stretto controllo di Lemme. Sarà lui a fare le diverse concessioni, a seconda del caso. E comunque alimenti come formaggio, pizza, gelato saranno sempre presenti al mattino, momento della giornata in cui il metabolismo “brucia meglio” i grassi.
Sicuramente la dieta Lemme assicura perdite di peso notevoli, ma che si avranno con mezzi “non convenzionali” e che si possono rivelare dannosi per la salute.
Chi deciderà di affidarsi al dottor Lemme per una dieta deve sapere che andrà incontro a:
- sovraccarico di reni e fegato per eccessiva introduzione di proteine; tra l’altro, un eccesso di proteine si traduce in un deposito di grasso dopo poche settimane dall’inizio della dieta, quindi questo è controproducente ad un certo punto della dieta;
- abitudini alimentari strane: pasta o carne a colazione, cipolle fritte come unico piatto a pranzo, ecc.
- menù monotono; chi è sotto regime dietetico spesso lamenta “monotonia” pur avendo a disposizione quasi tutti gli alimenti, figuriamoci con un regime del genere!
- Cali di pressione dovuti alla mancanza totale di sale e di carboidrati.
Certo, con la dieta Lemme dimagrirete senza sforzi, ma dovrete essere disposti a rinunciare agli aspetti conviviali della tavola e, perché no, alla salute!