Il suo tumore era due volte più grande del suo minuscolo cuore, le premeva gli organi, e rischiava di morire ancor prima di nascere. Ben due interventi complicati le hanno salvato la vita, e le consentiranno di sperare di averne una normale come tutti i bambini.
Operata nella pancia della mamma con due interventi eccezionali per asportare un tumore.
L’hanno chiamata Miriam (nome di fantasia), e ha poco più di un mese; ma già da quando era nel grembo materno ha dovuto affrontare una sfida difficile: essere operata nella pancia della mamma.
I medici si erano accorti infatti che la piccola presentava un tumore proprio sotto lo sterno, di una massa doppia rispetto al suo cuore, che premeva su quest’organo, sui polmoni e sulla trachea.
Così all’8° mese il chirurgo fetale del Policlinico di Milano Nicola Persico è intervenuto sulla piccola con la laser terapia, che ha bloccato i vasi che nutrivano la massa, cercando di impedirne la crescita.
Miriam è nata lo scorso 23 ottobre, ma pochi giorni dopo la sua nascita, il 3 novembre, la neonata è stata nuovamente sottoposta ad un intervento che ha asportato il tumore da una equipe guidata dal responsabile della Chirurgia Pediatrica Ernesto Leva, in collaborazione con un esperto in cardiochirurgia neonatale e pediatrica del Policlinico San Donato, Giuseppe Pomè, ma ancor prima, proprio alla nascita un altro intervento eccezionale le ha salvato la vita.
L’operazione infatti è stata giudicata eccezionale persino dai dottori che sono intervenuti, per via della rarità e della complessità di approccio, che ha richiesto una equipe multi specialistica.
Era un tumore benigno chiamato «teratoma a componente mista solida-cistica».
Dopo un primo trattamento già prima della sua nascita, con una laser terapia, un altro è stato compiuto quando la piccola è nata, ancora attaccata al cordone.
L’’operazione è stata compiuta quando la piccola era ancora parzialmente dentro l’utero, con una procedura chiamata Exit.
I medici hanno proceduto con un cesareo e hanno intubato la neonata per consentirle di respirare, ma restando attaccata alla placenta con il cordone ombelicale.
Dopo questa procedura la piccola operata nella pancia della mamma è stata trasferita in terapia intensiva e operata nuovamente in un secondo momento.
La procedura Exit si è resa necessaria in quanto la piccola operata nella pancia della mamma, non poteva respirare autonomamente, avendo la massa che comprimeva la trachea e i polmoni.
Adesso gli esperti considerano l’intervento riuscito al 100%, reso possibile grazie alla collaborazione di più mani di diversi professionisti, che addirittura provenivano da differenti strutture..
La piccola operata nella pancia della mamma potrà presto lasciare il reparto di ospedale, per passare il resto dei suoi giorni a casa, tra le braccia di mamma e papà.
Un lieto fine reso possibile grazie all’eccellenza di nostri medici.
Fonte: La Stampa