Bambino di 2 anni soccorre la mamma vittima di un gioco di coppia pericoloso, molto pericoloso. E’ questo l’ultimo dettaglio di una storia di cronaca già nota: lei mamma e compagna, trattata dall’uomo della sua vita come una schiava e costretta ad aprire la sua casa ad altre donne che si facevano sottomettere e picchiare più duramente di lei, si ribella, denuncia il marito e porta via il loro bambino.
La cronaca ci ha abituati al peggio, ma, per quanto possa sembrare dura e spietata, non è mai “inutile” perché ci consente di capire quanto il mondo vada rieducato ai principi più sani dell’amore e del rispetto reciproco.
Lui non voleva una compagna ma una schiava, la picchiava, la frustava, le impartiva punizioni corporali con spilli e percosse e la induceva a giochi di coppia persino pericolosi, lasciava messaggi d’amore che con il bene nulla avevano a che fare traducendosi, piuttosto, in richieste di prestazioni anomale (come farsi trovare in ginocchio ad attenderlo) e il prezzo della disubbidienza era sempre violento.
44 anni lui, 33 lei, una relazione di 7 anni e ora un processo che vede sfilare in aula anche altre “schiave per amore”.
“Ho dovuto aprire le porte ad altre donne che si lasciassero picchiare più duramente di me”, ha apertamente dichiarato la donna ai giudici.
Il processo va avanti già da qualche mese, ma è solo di queste ore la notizia della testimonianza choc di una delle amanti dell’uomo:
il figlio della coppia, un bambino di soli 2 anni, avrebbe cercato di soccorre la mamma vittima di un gioco di coppia pericoloso e finito male.
Dinnanzi ai giudici la testimone ha ammesso di avere avuto una relazione con l’imputato e ha riportato un episodio scioccante: l’uomo e la sua compagna – schiava stavano praticando lo Shibari, antica arte giapponese della legatura, pratica non senza rischi oggettivi.
La compagna – schiava era stata immobilizzata con le corde a testa in giù. All’improvviso la donna è stata colta da malore, in quel momento è accorso il figlio, un bimbo di appena 2 anni, che con le sue piccole manina, vincendo lo spavento, ha tentato in ogni modo di aiutare la mamma.
A detta della testimone, il piccolo, mentre cercava di sciogliere i nodi che imprigionavano la mamma, subì la dura reazione del padre.
In una società che sempre più spesso parla di violenza domestica si deve ammettere e comprendere che detta violenza ricade inevitabilmente sui bambini, vittime più vulnerabili, più dolci e più esposte alle aggressioni degli adulti e al dolore profondo.