In una palazzina di un complesso di Caivano, alle porte di Napoli, si è consumato un ennesimo abuso, scoperto proprio mentre si investigava su un’altra tragedia, quella di Fortuna, la piccola di 6 anni di cui avevamo già scritto tempo fa, (leggi qui la sua triste storia), volata da un balcone dello stesso stabile nel giugno dello scorso anno, sul cui corpicino furono trovati segni di abusi e violenze. Oggi un’altra storia di violenza sulle pagine dei giornali
Bambina di 3 anni violentata dal papà.
La storia è di quelle intricate, che non si vorrebbero sentire mai.
Le manette sono scattate per una coppia, R. C. di 42 anni e M. F. di 26, conviventi e residenti nel comune di Caivano, a cui il comando dei carabinieri di Casoria ha consegnato l’ordinanza di custodia cautelare, e li ha condotti nel carcere di Poggioreale con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti della loro figlia di 3 anni.
La donna aveva un altro bimbo, Antonio, precipitato dal balcone di casa nell’aprile del 2013, la cui inchiesta è tutt’ora aperta.
Il caso, o forse no, vuole che sullo stabile, fino purtroppo alle cronache recenti, si abbattesse un’altra sventura, quella di Fortuna Loffredo, amichetta della bambina di 3 anni violentata dal papà arrestato in queste ore.
A completare un quadro di totale abominio, l’anno scorso un uomo abitante nello stesso palazzo venne fermato, accusato di far parte di un giro di pedofili, e di avere abusato della figlia 12enne.
Abusi, morti sospette, gli inquirenti stavano indagando su questo quando sono incappati in quest’ultima storia di degrado: una bambina di 3 anni violentata dal papà.
In manette anche la mamma, accusata di aver coperto, certamente omesso quello che accadeva tra le mura domestiche, nonostante la piccola le avesse confidato di quei palpeggiamenti da parte del padre, e a volte avesse addirittura assistito a questi abusi.
Adesso le tre figlie di M. F. sono state affidate ad una comunità del capoluogo campano per ordine del Tribunale dei Minori
I due conviventi sono stati arrestati su ordinanza del Gip del Tribunale di Napoli.
Nonostante gli inquirenti affermino con determinazione che non ci sia alcun collegamento con le tragedie che in questi anni hanno colpito il palazzo, adesso tutti si interrogano, e le indagini, partite come si diceva dalla morte di Fortuna Loffredo, procederanno in ogni direzione, per appurare altri dettagli sia sul primo caso, che sul nuovo episodio di violenza
Troppe coincidenze, troppi lati oscuri su quello che si chiama “Parco Verde”, ma che assume sempre più i colori del nero e del giallo.
Fonte: La Stampa