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Bimbo Morto dopo Cure Omeopatiche: Genitori Indagati

di Maria Corbisiero

04 Novembre 2015

Imputazione coatta di omicidio colposo: è stata questa la decisione presa dal giudice per le indagini preliminari di Lecce che ha così respinto la richiesta fatta dal pubblico ministero che chiedeva l’archiviazione per i genitori del bimbo morto dopo cure omeopatiche.

Bimbo morto dopo cure omeopatiche: i fatti.

Bimbo Morto dopo Cure Omeopatiche: Genitori Indagati

 

Era l’ottobre del 2011 quando, come riporta il Corriere della Sera di quel periodo, il papà del piccolo L.M. si reca in presso l’ospedale Panico di Tricase (LE) con in braccio un piccolo e gracile corpicino, quello di suo figlio.

I medici che lo hanno visitato non hanno potuto far altro che dichiararne il decesso per un’insufficienza respiratoria dovuta, con molta probabilità, ad un’infezione virale, una polmonite.

Il padre del bimbo morto dopo cure omeopatiche, un medico omeopata noto in città anche per la carica di presidente onorario dell’Amos (Accademia nazionale di medicina omeosinergetica), al momento del ricovero del bambino, aveva dichiarato ai medici prima e ai carabinieri poi che il suo unico figlio aveva l’influenza ed una gastroenterite in atto che stava curando con farmaci omeopatici.

Per questo motivo fu poi aperta un’inchiesta che vedeva indagati per omicidio colposo i genitori del bimbo morto dopo cure omeopatiche per omicidio colposo.

I coniugi respinsero ogni accusa affermando, a loro volta, che il piccolo di soli 4 anni era ancora vivo al momento del ricovero presso il nosocomio di Lecce e che i medici che gli prestarono i primi soccorsi furono impegnati per circa un’ora nelle manovre di rianimazione.

Questa contro accusa formulata dai genitori del bambino fece sì che altre tre persone, i medici dell’ospedale Panico di Tricase (LE), vennero iscritti nel registro degli indagati. Successivamente i giudici accolsero la richiesta di archiviazione di questi ultimi.

Bimbo morto dopo cure omeopatiche: genitori accusati di omicidio.

A novembre dello scorso anno il pubblico ministero Alberto Santacatterin, il magistrato che porta avanti l’inchiesta dal 2011, effettuò una richiesta di archiviazione anche per i genitori, richiesta oggi rigettata dal gip Alcide Maritati.

Dopo aver valutato le consulenze dei due medici legali che si sono occupati dell’autopsia effettuata sul corpo del bimbo morto dopo cure omeopatiche, il dottor Alberto Tortorella e il dottor Leopoldo Ruggiero, il gip Maritati ha tratto le proprie conclusioni che si sono rivelate essere opposte a quelle del pubblico ministero Santacatterina.

Mentre quest’ultimo sostiene che la polmonite interstiziale e batterica diagnosticata al piccolo sopraggiunse in modo così violento ed imprevedibile da rendere vana ogni possibile cura o intervento medico, Maritati, ricordando ciò che hanno affermato i due consulenti, dichiara che le complicazioni, nonché l’aggravarsi dello stato di salute del bambino, sono insorte a causa del già precario stato di salute di quest’ultimo.

I medici legali infatti hanno dichiarato che il bambino era malnutrito e sottopeso – pesava 12,800 grammi per un’altezza di 99 centimetri – e, al momento del ricovero, erano state diagnosticate altre patologie.

Stando a quanto dichiarato dal gip, le cui dichiarazioni fanno sempre riferimento ai referti stilati dai medici legali, una delle possibili cause della morte del bambino è la scelta, da parte dei genitori, di evitare la medicina tradizionale, compreso l’esame radiologico che avrebbe potuto rivelare in tempo la polmonite, preferendo curare il piccolo con terapie omeopatiche.

Prima di formulare l’accusa di omicidio colposo, nel corso della valutazione del comportamento adottato dai genitori del bambino, oggi indagati, il giudice per le indagini preliminari ha inoltre richiesto la consulenza di alcuni medici per ricostruire lo stato di salute del piccolo nei mesi precedenti la morte.

È emerso che il bimbo morto dopo cure omeopatiche da tempo mostrava un precario stato di salute, una condizione di malnutrizione e una carenza di proteine, riscontrata 5 mesi prima del decesso, che i genitori sembra non abbiano mai approfondito attraverso visite mediche tradizionali specialistiche e esami più approfonditi.

Le uniche cure ricevute dal bambino erano quelle fornitegli dal papà che, precisa il Quotidiano di Puglia, non era né un pediatra né uno specialista ma un medico omeopatico.

<<Già nel maggio del 2011 il quadro clinico del piccolo Luca doveva essere di chiara evidenza anche per un non medico – scrivevano i medici legaliHanno condizionato (riferito ai genitori del bambino – ndr) negativamente l’ulteriore evoluzione clinica, favorendo l’insorgenza dell’episodio acuto, causa ultima del decesso>>.

Il compito dei giudici sarà ora quello di stabilire se vi sia un nesso causale tra il decesso del bimbo morto dopo cure omeopatiche e le attenzioni che i suoi genitori hanno dato al suo precario stato di salute.

 



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