Il prossimo 4 novembre le sorti di Michele Buoninconti saranno determinate in via giudiziale, si attende, infatti per quella data la sentenza del processo per l’omicidio di Elena Ceste.
“Elena era in stato di deficienza psichica e quindi poteva compiere gesti autolesionisti” (Citazione letterale da Giallo, Cairo editore n° 42, 21 ottobre 2015)
Di questo sarebbe convinta la difesa di Michele Buoninconti che tenta di dimostrare l’innocenza del marito di Elena partendo dallo stato psicologico della moglie.
Emergono, intanto nuovi dettagli, la stampa dà notizia di un’altra intercettazione choc di Michele Buoninconti in cui l’uomo avrebbe detto ai figli: “Ci ho messo 18 anni per raddrizzare mamma”, e la conversazione risalirebbe a prima del ritrovamento del cadavere.
La tesi delle turbe psicologiche di Elena, che secondo il marito, Michele Buoninconti, l’avrebbero condotta a farsi del male da sola, sarebbe dunque una teoria costruita e stratificata ante processo.
A quanto pare ai figli raccontava di una mamma da correggere e a parenti ed amici di una compagna da “controllare”. La stampa riporta le dichiarazioni di chi, nella cerchia dei parenti, ammette che Michele dopo la scomparsa “ aveva detto che Elena aveva questi disturbi che si batteva le mani sulla testa e noi per tutto questo tempo gli abbiamo creduto, ma abbiamo scoperto dagli atti che erano tutte bugie” (Citazione letterale da IlGiornale.it di una dichiarazione del cognato di Elena Ceste)
Michele Buoninconti è l’assassino di Elena Ceste?
La richiesta mossa ai giudici dall’accusa, che si dice certa della colpevolezza di Michele, è di ben 30 anni; mentre la difesa prova a smontare l’impianto accusatorio mettendo in discussione tutti gli atti d’indagine.
Michele Buoninconti, per parte sua, non ha ancora fatto dichiarazioni ufficiali. Durante l’ultima udienza chi lo ha visto ha scritto di lui che era meno spavaldo e sicuro di sé, forse avverte l’imminenza della sentenza.
Qualcuno presume che Michele Buoninconti possa chiedere di parlare in aula prima del verdetto, nell’ultima udienza decisiva.
I giornalisti fanno sapere che, proprio durante l’ultimo appuntamento in aula, Michele Buoninconti avrebbe rivolto ai genitori di Elena, sempre presenti in aula, un gesto di saluto a cui non avrebbe ricevuto cenni di risposta. I nonni non nascondono di essere preoccupati solo della sorte dei minori e tramite i loro legali fanno sapere che i figli di Elena meritano verità.
Qualunque sarà la sentenza, colpisce il volto di Michele Buoninconti, 46 anni, è il suo sguardo ad essere cambiato: il viso si è scavato, l’uomo è smagrito, ma lo sguardo è quello di chi si difende.
La stampa dà notizia di lettere di ammiratrici che si dicono innamorate dell’uomo e convinte della sua innocenza.
Ma non solo arriverebbero epistole in cella, Michele Buoninconti troverebbe fuori dalle aule di tribunale piccoli gruppi di sostenitori e tra essi anche donne invaghite di lui. Anche prima dell’ultima udienza Michele Buoninconta ha, secondo la stampa, ricevuto questa accoglienza che non è escluso sia un effetto e una conseguenza del clamore mediatico della vicenda.