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Lampade abbronzanti: abbronzatura con lampade solari, sicurezza e salute

di Mamma Simona

30 Maggio 2011

Lampade abbronzanti: abbronzatura con lampade solari, sicurezza e salute (parte prima)
Dagli anni ’80, quando si diffuse la moda dell’abbronzatura artificiale, le lampade sono diventate una realtà a larga diffusione nei centri estetici; sono progredite le tecniche e gli accorgimenti per tutelare la salute dell’utente, disciplinando le attività.

Chi volesse togliere il pallore invernale del viso, nascondere un’espressione stanca e stressata, può ricorrere ad un centro estetico-solarium serio, in cui trovare personale competente in grado di consigliare programmi a misura.

Con l’avvicinarsi dell’estate, abbiamo voglia di indossare un’abbigliamento più comodo e leggero, che lasci scoperti più centimetri di pelle; un velo di abbronzatura valorizza il portamento e maschera le imperfezioni. Ecco che ricorrere a un ciclo di lampade può essere un vezzo che ci fà sentire bene e soddisfatte della nostra mise.

 

Le lampade solari, che possiamo trovare nei centri estetici o solarium, si dividono in due categorie: a bassa pressione e ad alta pressione.

Le lampade a bassa pressione si attivano grazie all’accensione di tubi di quarzo installati all’interno della macchina; l’illuminazione riproduce il rilascio di radiazioni UVA che, a contatto con la pelle, innescano il processo di pigmentazione della pelle. Si tratta di un sistema meno potente rispetto a quello ad alta pressione e dunque richiede tempi di esposizione più dilatati per ottenere risultati soddisfacenti.

La colorazione dell’epidermide inizia con l’esposizione e si conclude nelle ore successive. Tutto dipende dal fototipo e dall’attivazione di melanina, in generale possiamo classificare la colorazione come “ambrata”, molto simile a quella determinata dall’esposizione naturale al sole.

I raggi che colpiscono la pelle vanno in profondità, sul derma, stimolando la produzione e l’attività della melanina. E’ questo il vero motivo per cui si dice che le lampade preparano all’esposizione solare naturale; non possono certo evitare scottature conseguenti ad esposizioni incaute, ma favorendo l’attività della melanina (che pigmenta la pelle come difesa dai raggi solari) predisponiamo ad una buona abbronzatura.

Agendo in profondità, il rischio per fototipi molto chiari e sensibili è quello di scottarsi, per questo motivo risulta di primaria importanza individuare i giusti tempi, valutazione che può fare solo il personale competente che consiglierà un “piano abbronzatura personale”, prevedendo esposizioni graduali con tempi crescenti.

Le lampade ad alta pressione sono composte da un meccanismo luminoso provvisto di importanti filtri che schermano le radiazioni, eliminando le componenti ultraviolette non necessarie alla foto-esposizione. I raggi emessi saranno UVA e in piccolissima parte UVB. L’intensità dei raggi UVA emessi è molto forte. I filtri e la loro manutenzione, nonché pulizia, contribuiscono a determinare la buona qualità della macchina. Filtri curati e puliti svolgono un lavoro impeccabile schermando i raggi indesiderati; filtri non puliti o danneggiati non svolgono correttamente la loro azione schermante, causando danni al cliente che si sottopone alla seduta; la lampada diventa nociva per la salute.

La pigmentazione avviene in modo progressivo nell’arco delle 24 ore successive all’esposizione. La colorazione tende, nelle gradazioni compatibili col proprio fototipo, ad un color “cioccolato“. Agendo sulla parte “superficiale” dell’epidermide, senza andare in profondità, la colorazione non è radicata e tende a scomparire in tempi brevi rispetto a quella della bassa pressione che, agendo in profondità, verrà mantenuta più a lungo.

I clienti che vogliono ottenere subito una pelle abbronzata, rimangono a volte scontenti della bassa pressione, poiché servono più sedute per raggiungere una buona abbronzatura, mentre con la alta pressione il risultato è immediato. Consigliare a priori una tipologia piuttosto che l’altra, è sbagliato. La giusta valutazione potrà farla solo l’operatore competente sul soggetto, si tratta dunque di una valutazione personale, che cambia a seconda del fototipo, dei problemi legati alla pelle, delle reazioni alle esposizioni solari ecc.



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